Dal 1° gennaio i commercianti a posto fisso e gli ambulanti non potranno più fornire sacchetti per la spesa in polietilene. Messi al bando anche i contenitori e le stoviglie monouso utilizzati durante le sagre. Dal 1° marzo scattano le sanzioni
I sacchetti della spesa sono stati messi definitivamente al bando. Almeno ad Atripalda. Infatti, se il decreto milleproroghe approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana lascia ancora la questione in sospeso (secondo il quotidiano economico ilSole24ore, mancano sia i decreti applicativi, sia le norme tecniche, sia le sanzioni insieme a molti dubbi sul concetto di “biodegradabilità”), il sindaco Laurenzano ha giocato d’anticipo firmando un’ordinanza che impone, da sabato 1° gennaio, a tutti gli esercenti che operano nel territorio comunale (sia a posto fisso che itinerante) il divieto di fornire buste di plastica (shoppers) non biodegradabili, ma solo in materiale bioplastico di origine vegetale, cellulosa, carta, tela o fibre naturali (o, comunque, sacchetti conformi agli standard indicati dalle norme europee Uni En 13432 e Uni En 14995). Nella stessa ordinanza, poi, s’impone anche il divieto di utilizzare piatti e posate di plastica non biodegradabili in occasione di feste pubbliche e sagre. Tuttavia, il sindaco Laurenzano, per tendere una mano ai commercianti, consentirà fino alla fine di febbraio di utilizzare i sacchetti giacenti nelle scorte, dopodiché scatteranno le sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 25 euro ad un massimo di 500 euro (è ammesso il pagamento in misura ridotta dell’importo di 50 euro se il pagamento avverrà entro 60 giorni dalla contestazione).
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