Gli assegnatari degli appartamenti comunali di via San Giacomo e via Fiumitello sono stati invitati a manifestare interesse all’acquisto. Dubbi sull’accesso alle agevolazioni
Il Comune ha avviato le procedure di cessione degli alloggi popolari di via San Giacomo (con relativi box) e via Fiumitello dando attuazione al piano di vendita dal valore complessivo di 1,4 milioni di euro approvato dalla Regione il 20 novembre scorso. Il 31 dicembre, infatti, a 28 inquilini (per altri 4 bisognerà attendere che maturi il requisito dell’assegnazione da almeno un quinquennio) è stata recapitata una lettera raccomandata con cui il responsabile del servizio economico-finanziario del Comune, dr. De Giuseppe, ha invitato gli assegnatari eventualmente interessati a formalizzare l’intenzione di acquisto per l’importo di 40.904 euro relativo a 25 alloggi di via San Giacomo (oltre un importo compreso fra i 2.800 euro circa e i 6.000 euro circa per i box) e per l’importo di 32.227 euro relativo a 3 alloggi di via Fiumitello, scontabile del 10% in caso di pagamento immediato. Coloro i quali, invece, che non fossero interessati all’acquisto continueranno a restare assegnatari dell’alloggio. Ma, com’era prevedibile visto il prezzo piuttosto interessante rispetto a quelli di mercato, molti assegnatari si sono dimostrati subito attratti dall’acquisto recandosi sin dai primi giorni dell’anno in Comune per avere chiarimenti e per predisporre la necessaria documentazione da allegare alla manifestazione d’interesse. La previsione è che tutti, o quasi, gli assegnatari decideranno di diventare proprietari dell’appartamento assegnato loro circa 25 anni fa, per i quali attualmente pagano un canone che oscilla fra i 30 ed i 223 euro mensili in base al reddito. Tuttavia, un po’ i tempi ristretti indicati nell’avviso (sette giorni), un po’ i dubbi legati alle agevolazioni sulle modalità di pagamento previste dalle leggi in materia, hanno generato una diffusa preoccupazione che in qualche caso si è trasformata in ansia e timore, soprattutto fra le persone più anziane o impossibilitate a recarsi tempestivamente al Comune. A tal proposito, comunque, dall’Ufficio Patrimonio arriva la rassicurazione che il termine dei sette giorni non è da considerarsi ultimativo, ma solo un invito a valutare l’opportunità rapidamente per dare modo all’Ufficio stesso di avviare le necessarie procedure di verifica dei requisiti (la regolarità dei versamenti dei canoni di locazione e la posizione reddituale) per poi valutare caso per caso l’applicazione delle agevolazioni previste dalle leggi. Ed, infatti, a tal proposito, ha destato più di una perplessità la notazione contenuta nell’avviso inviato dal Comune che fa riferimento, in caso di opzione per il pagamento dilazionato dai 15 ai 25 anni al tasso legale (attualmente dell’1%), al versamento immediato di un acconto del 30% anziché variabile fra il 6% ed il 12% a seconda del reddito come prevede, invece, la Legge regionale 24/2003 peraltro richiamata nell’oggetto dell’avviso. Anche su questo versante, comunque, sempre dall’Ufficio Patrimonio arriva la rassicurazione che se sussistono i requisiti previsti dalla richiamata legge (un reddito compreso fra i 14.153 euro e i 19.815 euro) l’ acconto da versare all’atto dell’acquisto (oltre alle spese di trascrizione e ipotecarie) oscilla fra il 6% ed il 12% dell’importo totale. In generale, comunque, della cifra complessiva che il Comune incasserà dal piano di alienazione, il 25% potrà essere utilizzato per coprire i debiti in bilancio, l’altro 75% dovrà necessariamente essere investito per finanziare interventi finalizzati a dare risposte al fabbisogno abitativo.