Recapitati gli avvisi di pagamento Tarsu per il 2011, ma il debito con IrpiniAmbiente continua a salire
Nei giorni scorsi tutti i contribuenti atripaldesi sono stati raggiunti dall’avviso di pagamento della Tassa sui rifiuti solidi urbani relativa al 2011. La prima delle quattro rate in cui poter suddividere l’importo totale per la verità è già scaduta (15/5), ma l’Ufficio tributi si affretta a precisare che i “ritardatari” non incorreranno in alcuna sanzione. La “bolletta”, poi, a differenza del passato, distingue la quota di competenza della Provincia, pari al 25% del totale, da quella di competenza del Comune (pari al 75%) oltre alle addizionali (14%).
Sul versante degli importi, tuttavia, com’era prevedibile, non si è registrata alcuna novità, né in aumento, né in diminuzione, visto che la giunta comunale, non operando alcun accorpamento di categorie merceologiche (attualmente sono 45, ma c’è un impegno in tal senso del consigliere delegato all’ambiente Foschi), ha confermato le stesse tariffe dello scorso anno in attesa che, dal prossimo anno, sarà Irpiniambiente, la società provinciale che gestisce il servizio di igiene urbana, ad assumersi la responsabilità di stabilirle, prevedibilmente superiori a quelle attuali. La differenza sull’importo, tuttavia, l’avrà notata esclusivamente chi, nel frattempo, “visitato” dai rilevatori comunali, è stato messo in condizione di ridefinire la superficie tassata, il cui corrispettivo aggiornato è già stato inserito nel ruolo 2011. Complessivamente, in virtù dell’attività di accertamento in atto, quest’anno il Comune dovrebbe incassare circa 100mila euro in più rispetto agli anni scorsi (il 5% del totale), cifra che servirà a coprire i costi di avviamento del servizio “porta a porta” che dovrebbe partire nel mese di settembre. Anche se, è doveroso aggiungere, che concretamente il Comune incassa solo circa il 60% del totale (circa 1,3 milioni di euro), per effetto di un forte tasso di elusione che oscilla fra il 57% ed il 63% generando un disavanzo di circa 700mila euro all’anno. E sarà anche per questo, oltreché per i debiti accumulati in passato, che Atripalda figura in cima alla lista del comuni debitori nei confronti di Irpiniambiente, con un passivo di circa 1,7 milioni di euro fra costi del servizio e oneri di smaltimento arretrati, con il rischio che, se agli avvertimenti seguiranno i fatti, addirittura nei prossimi giorni Irpiniambiente potrebbe decidere di sospendere la raccolta dei rifiuti in città.
Parallelamente, comunque, sta procedendo l’attività di accertamento che oltre alla Tarsu riguarda anche la Tosap e l’Icp dal 2006 in poi. I rilevatori hanno ormai completato i due terzi del territorio comunale e, comunque, tutto il centro città, puntando a terminare il loro lavoro nel giro di due-tre mesi. L’evasione tributaria, per omessa o infedele denuncia, sembra essere alquanto consistente, confermando i dati emersi in una prima fase che restituivano una previsione di maggiore gettito complessivo annuo di circa 200mila euro, di cui la maggior parte, pari almeno al 70%, riferibile alla Tarsu. E anche in questi giorni vengono recapitati molti avvisi di accertamento che stanno costringendo diversi contribuenti a recarsi al Comune per protestare, in alcuni casi anche giustamente riuscendo a dimostrare di essere in regola con i pagamenti (l’Ufficio tributi sta ricostruendo la banca dati che la Gei, l’ex affidataria del servizio di accertamento e riscossione, a seguito della risoluzione del contratto, non ha consegnato) oppure che l’accertamento era palesemente errato.
Confermate, infine, anche le tariffe della Tosap (in cui rientrano anche i passi carrabili), dell’Icp e i diritti sulle Pubbliche affissioni.