Il “Piano casa” regionale ha consentito il doppio di ciò che la giunta ha negato. Previsti 48 appartamenti, di cui 16 destinati alle fasce deboli, per un insediamento di 189 abitanti
Già montata la gru, a breve partiranno i lavori
Un anno fa furono demoliti i fatiscenti capannoni ex De Angelis di via Roma, in questi giorni è stata montata una gru alta almeno venti metri: dopo sei anni di controversie giudiziarie, politiche e personali la “L. R. Legno srl” di Ugo Rubicondo ha ottenuto il via libera dall’Ufficio tecnico e dalla giunta comunale alla realizzazione del complesso residenziale. L’intervento, la cui convenzione è stata approvata la scorsa settimana, prevede la costruzione di due edifici alti circa 18 metri, di quattro piani cadauno (più sottotetto) per complessivi 48 appartamenti, di cui 16 di tipo sociale (alloggi ERS), con un insediamento previsto di 189 abitanti.
La convenzione fra il Comune e l’azienda di Rubicondo redatta dall’Ufficio tecnico comunale e approvata dalla giunta, in sostanza, oltre a definire standard, oneri e opere di urbanizzazione, stabilisce proprio il numero degli alloggi (ed il relativo prezzo) da destinare alle fasce deboli rispettando una proporzione non inferiore al 30% della volumetria totale. L’intervento edilizio, infatti, è stato chiesto ai sensi del cosiddetto “Piano casa” della Regione Campania relativo alla “riqualificazione delle aree urbane degradate” che consente “interventi di sostituzione edilizia a parità di volumetria, anche con cambiamento di destinazione urbanistica, che prevedano la realizzazione di una quota non inferiore al 30% per la destinazione di edilizia sociale”. A conti fatti, dunque, sui 48 appartamenti previsti, 15 (di diversa pezzatura) saranno messi in vendita a 1.550 euro/mq. e un altro (di 77 mq. circa) sarà proposto in affitto con un canone agevolato a circa 450 euro/mese (ovvero, entro il limite del 4,5% annuo del prezzo di vendita). I due edifici, inoltre, saranno collegati a piano terra da una piastra di circa 1.500 mq. destinata ad attività commerciali.
Rispetto al progetto iniziale del 2005 (modificato più volte successivamente), che prevedeva la realizzazione di due edifici di tre piani, per complessivi 24 appartamenti, la pista ciclopedonale che costeggiava il Sabato, il ponte sul fiume che, attraverso un percorso interno, collegava via Gramsci con via Roma e la realizzazione di un campetto sportivo polivalente in un’area a verde adiacente il complesso, l’intervento approvato la scorsa settimana si presenta completamente diverso. Con il senno di poi, si può tranquillamente ammettere che, almeno sul versante pubblico, il vecchio progetto si presentava estremamente più vantaggioso e con un impatto abitativo nettamente inferiore. Ma né la giunta Rega, né quella Laurenzano, seppure fra mille dubbi e ripensamenti, hanno avuto il coraggio di autorizzarlo attraverso una variante al Piano regolatore generale, così come sostanzialmente stabilito successivamente da una sentenza del Tar. A mettere la parola fine, però, c’ha pensato il “Piano casa” regionale approvato nel 2009 che consente la riqualificazione delle aree urbane degradate, anche attraverso il cambio di destinazione urbanistica, in deroga agli strumenti urbanistici comunali e ai parametri edilizi.
Commenti
Ma i pareri e gli avvocati per debellare i suoi precedenti progetti chi li paga? Il sindaco o le tasche degli Atripaldesi?
Un attento cittadino queste cose non le deve dimenticare perchè la politica si basa proprio sulle dimenticanze del popolo.
Io ricordo che una volta proprio il sindaco disse in un negozio, "....vabbuo tanto quilli po so scordano....."
Alberto Alvino
Se puoi però fai il ponticello di collegamento con via gramsci... anche se non si meritano NULLA.