Disposte dall’autorità sannita verifiche tra San Michele e Atripalda; intanto si attendono ancora i risultati delle nuove analisi dell’Arpac. Foschi: Ci costituiremo parte civile
Non si placano le polemiche sull’allarme per la Salmonella e l’Escherichia Coli ritrovate nelle acque del fiume Sabato a seguito di alcune analisi disposte dall’Arpac nel mese di giugno. I livelli dei batteri presenti in superficie sono elevati, tanto elevati da far scattare l’allarme non solo nella provincia di Avellino, ma anche in quella di Benevento, lì dove il fiume Sabato confluisce nel fiume Calore all’altezza della località Pantano. Occhio vigile anche da parte delle autorità del casertano, visto che il fiume Calore sfocia poi nel Volturno. Le analisi hanno confermato che c’è inquinamento del fiume Sabato nel tratto che va dal ponte di San Michele di Serino a quello di Villa San Nicola, che segna il confine tra il Comune di Cesinali e quello di Atripalda. In quel tratto il livello di inquinamento è tanto elevato da far emettere ben due ordinanze, la prima relativa al divieto di captazione delle acque per irrigazione e la seconda per vietare la pesca, non solo in quel tratto, ma fino a Benevento, divieto esteso poi anche al Calore. Le analisi diffuse dall’Arpac e trasmesse alla Provincia di Avellino hanno richiamato l’attenzione delle autorità giudiziarie di Benevento, che hanno fatto richiesta di tutta la documentazione agli organi competenti e chiesto all’assessore all’ambiente della Regione Campania lumi e dati precisi. Infatti, la Procura della Repubblica di Benevento ha aperto una inchiesta e inviato anche alcuni tecnici direttamente sul posto per effettuare analisi e rilievi. Controlli e verifiche sono state effettuate proprio nel tratto incriminato e pare che sia stato già individuato in zona uno scarico anomalo. Sono ancora in corso accertamenti per risalire alle cause della contaminazione e si attendono anche i risultati delle nuove analisi dell’Arpac, previsti per la settimana scorsa e non ancora resi pubblici. “Ipotesi di disastro ambientale”, così è intestato il fascicolo aperto dalla procura sannita, come richiesto anche dalle più importanti associazioni a difesa dei cittadini e dei consumatori che da anni si battono per un fiume più pulito. Depuratori fantasma e mancanza di sorveglianza da parte delle autorità locali hanno permesso, nel corso degli ultimi anni, di annientare il corso del fiume Sabato, tanto da ridurlo a killer spietato degli altri fiumi in cui confluisce. Una morte annunciata, passata anche attraverso altre disgrazie come l’inquinamento da cromo e solventi che hanno di fatto cancellato la vita ittica nelle acque del fiume. Giacomo Foschi, che ha la delega all’Ambiente del Comune di Atripalda, segue con attenzione il caso e dichiara: «Il Comune di Atripalda è vittima in questa brutta storia ed assicuriamo che in caso di disastro ambientale ci costituiremo parte civile in un eventuale processo».
Commenti
(sono comunque convinto che nella maggioranza dei casi ci sia buona fede e ciò dipenda solo dalla errata convinzione che tutto vada nelle fogne canalizzate poi verso i depuratori).
Purtroppo non è così.
Un invito quindi ad una maggiore attenzione sia ai cittadini che agli organi deputati alla vigilanza; questi ultimi affinché con tutti i loro mezzi indirizzino ad avere il giusto comportamento.