Dopo una serrata trattativa approvata l'alinazione, ma prima si tenterà la via della locazione finanziaria
Più di otto ore di dibattito in due sedute ravvicinate (venerdì e martedì scorsi), con tanti argomenti che si sono sovrapposti ed incrociati, sia amministrativi che politici, e con un colpo di scena finale: le dimissioni del capogruppo di maggioranza Antonio Tomasetti (argomento trattato a pag. 9). Insomma, nell’aula consiliare si è visto di tutto e di più, in un contesto, soprattutto quello di venerdì, caratterizzato da una folta partecipazione di pubblico: c’erano rappresentanze di commercianti, ambulanti, comitati, cittadini ed ex volontari della Protezione civile, ognuno con una “questione” da risolvere e… ancora irrisolta. In generale il sindaco e la sua squadra (che resta sempre più indefinibile) non hanno voluto o potuto alimentare più di tanto il contraddittorio lasciando in sospeso una serie di questioni. Solo il capogruppo Tomasetti, in più di un appassionato intervento, ha tentato, a volte riuscendovi in maniera convincente, a ribaltare le questioni, e quando non è stato possibile non ha nascosto la sua preoccupazione rispetto al possibile dissesto finanziario, parlando anche di ritardi e responsabilità addebitabili esclusivamente agli uffici comunali. Nell’impossibilità di tracciare un resoconto dettagliato e dare spazio adeguato ad ogni questione, non resta che andare subito al dunque. Il Consiglio comunale si è riunito principalmente per approvare il Conto consuntivo 2008, che ha registrato un deficit di circa 2,3 milioni di euro, e riequilibrare il Bilancio di previsione 2009, alla luce del disavanzo, di altri debiti e di nuove esigenze, attraverso la vendita del Centro servizi di via San Lorenzo per un prezzo a base d’asta di circa 4,3 milioni di euro, ipotesi passata, però, solo in via subordinata. Un emendamento presentato dai consiglieri Landi e Palladino alla delibera di alienazione proposta dalla giunta, accolto dopo più di mezzora di trattative e approfondimenti, fa sì che prima di procedere alla vendita dell’immobile si tenterà di arrivare ad una cessione temporanea con diritto di riscatto a favore del Comune, attraverso un contratto di locazione finanziaria (ne esistono diversi tipi) con una società di leasing immobiliare o con privati. Un escamotage di natura tecnica che, tuttavia, non è stato ben compreso da molti e che fa addirittura dubitare sia sull’effettivo raggiungimento del riequilibrio di bilancio, sia sulla possibilità dell’apertura di credito da 1,2 milioni di euro consentita, invece, dalla iniziale delibera di alienazione. Ma gli spunti forniti dall’ultimo Consiglio comunale sono stati tanti. Proviamo a riepilogarli.
AULA GREMITA – Come abbiamo anticipato sullo scorso numero, venerdì scorso si sono dati appuntamento nella sala consiliare tantissimi cittadini. C’erano gli ambulanti che chiedevano risposte sul futuro del mercato settimanale, ma hanno dovuto accontentarsi della promessa che la prossima settimana si svolgerà il Consiglio comunale che deciderà una volta e per tutte dove sarà delocalizzata la fiera e che, nel frattempo, dovranno accettare lo sdoppiamento, unica ipotesi al momento percorribile. C’erano gli esponenti di AssoCia che, prima davanti al Municipio e poi nell’aula consiliare, hanno esposto alcuni striscioni per protestare contro la messa in vendita del Centro servizi di via San Lorenzo e per ricordare che dal 2004 attendevano ancora una risposta ufficiale alla loro proposta di gestione della struttura. C’erano i membri del Comitato la “Verde collina” per denunciare lo stato di degrado e di incuria in cui versa il parco pubblico San Gregorio ricordando di essersi riproposti anche quest’anno, senza avere risposte, per ripulire e salvaguardare la pineta. C’erano i residenti ed i commercianti di via Pianodardine che attendono da un anno una soluzione al problema del traffico e del parcheggio nel tratto di strada fra il cimitero e la scuola media. Ed, infine, c’erano anche alcuni ex volontari della Protezione civile che attendono ancora sia spiegazioni ufficiali sulla loro estromissione dal Corpo, sia gli attestati di partecipazione al corso di primo soccorso. Una cinquantina, forse più, di spettatori interessati sia ai lavori del Consiglio, sia ad esercitare pressione affinché i diversi temi trovino una soluzione.
SMOTTAMENTI POLITICI – L’Aula consiliare, come spesso accade, diventa anche il luogo più indicato per evidenziare una serie di questioni di ordine politico, a volte con l’assenza per protesta come è accaduto in passato, altre con interventi più diretti com’è accaduto venerdì scorso. Il consigliere Antonio Acerra, per esempio, assente dall’Aula da prima delle passate elezioni provinciali, ha finalmente dichiarato la sua uscita dal gruppo di maggioranza, la sua “indipendenza” politica e l’intenzione di valutare di volta in volta la posizione da assumere rispetto ai provvedimenti da deliberare. E su questa vicenda il capogruppo della maggioranza Tomasetti ha ribadito di ritenere più corretto che Acerra dia le dimissioni dal Consiglio. Anche il consigliere dell’Udeur, Emilio Moschella, si è dichiarato indipendente dissociandosi dal gruppo “Al centro per Atripalda” dopo la nota di espulsione seguita ad un’intervista rilasciata al “Corriere” la scorsa settimana che, per il capogruppo Iaione, ha evidenziato posizioni assolutamente incompatibili. E anche Iaione, come Tomasetti, ha segnalato che non momento in cui c’è una dissociazione dal gruppo e quindi dalla lista nella quale si è stati eletti l’unica strada da percorrere resta quella delle dimissioni. Ma i “casi” politici che hanno maggiormente interessato l’Aula sono quelli degli ex assessori Landi e Palladino, finiti ai margini, anche fisicamente, della maggioranza. I due ex esponenti diessini, dopo aver rifiutato le deleghe assegnategli dal sindaco, hanno dichiarato, ma successivamente anche dimostrato con votazioni diverse da quelle dei compagni, di non ritenersi soddisfatti delle motivazioni espresse dal sindaco rispetto al rimpasto che li ha visti finire fuori dalla giunta, di non essere d’accordo con l’alienazione del Centro servizi (ma anche sull’ipotesi di delocalizzazione del mercato a Parco delle Acacie) e, pur ritenendosi ancora vincolati alla maggioranza, di sentirsi comunque liberi di esercitare il proprio ruolo in assoluta coscienza.
MERCATO – Su proposta del consigliere del PDL La Sala, sia l’argomento del mercato che quello dell’incendio all’Irpinia Recuperi hanno trovato posto all’interno del dibattito consiliare pur non essendo inseriti all’ordine del giorno. Il confronto, protrattosi per una mezzora, ha visto maggioranza e opposizioni dividersi sulle cause che hanno fatto precipitare la situazione, ma hanno evidenziato un diffuso orientamento, ancora tutto da verificare, per la soluzione definitiva di Parco delle Acacie che troverebbe d’accordo tutte le opposizioni (con l’incognita Prezioso) e buona parte della maggioranza (con alcune incognite, fra cui lo stesso sindaco Laurenzano). L’argomento è stato chiuso dal capogruppo Tomasetti che ha promesso la convocazione del Consiglio comunale monotematico per la prossima settimana, che il referendum del 2004 non va dimenticato e che la maggioranza non ha alcuna intenzione di separare il mercato, ma solo evitare che la sospensione si protragga ancora più a lungo.
INCENDIO I.R. – Molto animata anche la parte del dibattito che ha affrontato la vicenda dell’incendio al capannone dell’Irpinia Recuperi di via Tufarole e della preoccupazione per i residui della combustione sparsi nell’aria e sul suolo circostante. L’assessore all’ambiente De Vinco ha tentato di tranquillizzare i presenti divulgando le note informative dell’Arpac ed i risultati dei monitoraggi effettuati, tuttavia si è attirato molte critiche da parte delle opposizioni per le modalità e l’approssimazione con cui si è tentato di salvaguardare la salute dei cittadini. Sia La Sala che Iaione (ma anche il sindaco Laurenzano ha ammesso di essere molto preoccupato) hanno evidenziato che le rilevazioni non sono sufficienti a scongiurare il rischio di un inquinamento ambientale perché effettuate con strumentazioni inidonee.
CENTRO SERVIZI – Se n’è parlato molto in Consiglio comunale, sia venerdì che martedì. Ed, in entrambe le occasioni, erano presenti numerosi commercianti guidati dal presidente di AssoCia, Gerardo Iannaccone, contrari all’ipotesi di alienazione. In particolare, martedì scorso, prima dell’inizio dei lavori, è stata anche distribuita un’accorata lettera con la quale i commercianti chiedevano ai consiglieri comunali di compiere “un atto d’amore” verso la città non deliberando la vendita dell’immobile. L’appello, tuttavia, non è stato accolto e AssoCia, a distanza di quasi cinque anni, ha dovuto registrare il parere sfavorevole sulla sua proposta di gestione del Centro servizi. Poi c’è stato il “colpo di scena” finale dell’emendamento presentato dai consiglieri Landi e Palladino che, pure non cambiando di molto la sostanza (il Centro servizi sarà venduto, temporaneamente o definitivamente si vedrà), quantomeno rinvia la questione ad un successivo esame della giunta comunale, anche se sono in molti a ritenere che i tempi stretti, le difficoltà tecniche e le continue emergenze non consentiranno di tirare la questione ancora molto per le lunghe.