Verifiche incrociate e misurazioni sul posto serviranno a recuperare circa 150mila euro all'anno di presunta evazione
Sta per essere intensificata l’attività di accertamento della riscossione della Tassa sui rifiuti solidi urbani, una delle iniziative pensate dall’Amministrazione comunale per risanare il deficit strutturale nei conti del Comune. L’evasione ipotizzata per il 2009 ammonta a 200mila euro, circa il 10% sul totale delle entrate, inferiore a quella prevista nel 2008 (250mila euro), conseguenza, evidentemente, dell’attività d’accertamento effettuata d’ufficio lo scorso anno confrontando le superfici tassate con quelle censite al Catasto (in applicazione del comma 340 della L. 311/2004 - Finanziaria 2005) che avrebbe fruttato un incremento di entrate da Tarsu di circa 50mila euro all’anno. Tuttavia, l’attività di controllo svolta finora ha riguardato esclusivamente le abitazioni ed i box privati, che sommati rappresentano il 58% della base imponibile per un’entrata complessiva di circa 1,1 milioni di euro (al netto delle addizionali). Nei prossimi giorni, invece, le verifiche saranno estese anche alle attività produttive, che rappresentano l’altra grossa fetta di contribuenti (42%) per un’entrata complessiva di circa 800mila euro all’anno. Se tanto mi dà tanto, è lecito supporre che la previsione di entrata dall’accertamento della Tarsu per le attività produttive potrà superare i 150mila euro all’anno, per ogni anno ancora recuperabile (dal 2004 in poi). Gli accertamenti verranno effettuati sia d’ufficio (incrociando i dati) sia sul posto (con rilievi tecnici), come ai tempi della… Sapignoli. Il progetto è stato curato dall’assessore con delega all’evasione tributaria, Luigi Adamo, coadiuvato sia dal personale dell’Ufficio tributi che dai Vigili urbani. «Le famiglie atripaldesi devono sapere, e questo studio ne è la testimonianza concreta, che l'Amministrazione comunale non sta controllando solo le loro dichiarazioni, ma anche quelle dei commercianti - ha spiegato l'assessore Adamo -. Crediamo fortemente nei principi della giustizia sociale e dell'equità fiscale e non è mai stata nostra intenzione incidere solo ed esclusivamente sulle famiglie. Lo scopo non è quello di aumentare la pressione fiscale, ma quella di ampliare la base imponibile verificando attentamente tutte le attività commerciali fisse e ambulanti. Un lavoro che implica una serie di difficoltà concrete che siamo pronti ad affrontare e superare». Per le attività ambulanti, tuttavia, il discorso appare davvero marginale. La superficie complessiva del mercato è di circa 8.200 mq., occupata all’incirca da 240 bancarelle, che restituiscono una previsione d’entrata annuale di circa 7mila euro, già rivalutata mediamente del 70% negli ultimi due anni in seguito dell’incremento complessivo della spesa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.