Parla l'amministratore del Gruppo che intende realizzare l'intervento in contrada Valleverde
Una piscina comunale e cinque appartamenti (oppure dieci appartamenti), oltre al 20% di residenze destinate all’housing sociale (alloggi a canone convenzionale riservati a determinate fasce sociali) è la contropartita che la Ingino Spa è disposta ad offrire al Comune di Atripalda in cambio del via libera alla trasformazione dei fatiscenti capannoni industriali ubicati nell’area di contrada Valleverde in un complesso commerciale e residenziale da circa 90mila metri cubi (ma la volumetria potrebbe essere anche ridimensionata) ricadente in una superficie di circa 21mila metri quadrati. Il progetto, che, per sommi capi, prevede un’unica piastra commerciale al piano terra, palazzine di tre piani e parcheggi interrati con accesso da via Pianodardine, non ha del tutto convinto l’Amministrazione per via dell’indice troppo alto (più di 4 mc/mq.) risultante fra la volumetria e la superficie. «Non è una questione di indici - commenta Michele Ingino, amministratore unico della Ingino Spa - ma di opportunità. L’intervento proposto, senz’altro perfettibile e tuttavia sottodimensionato rispetto alle potenzialità dell’area, offre un reciproco vantaggio: da un lato consentirà alla nostra azienda di realizzare le risorse da investire nel potenziamento degli impianti di produzione raddoppiando l’occupazione, e dall’altro al Comune di riqualificare un’ampia zona del territorio aumentando il proprio patrimonio, in termini di beni e servizi, da impiegare come meglio ritiene. Da parte nostra non c’è alcuna intenzione di realizzare una speculazione edilizia perché non è il nostro settore e non ci interessa: vogliamo solo recuperare le risorse per ampliare la nostra azienda e contribuire allo sviluppo anche della città. D’altronde, di questi tempi, non è facile trovare imprenditori disposti ad investire: noi crediamo in questo progetto e siamo disposti ad assumercene i rischi. L’accordo con il Comune è necessario e speriamo che il sindaco confermi la sua iniziale valutazione positiva, ma non possiamo sottacere che in caso di diniego potremmo ritrovarci costretti a spostare l’investimento altrove. A Montoro Inferiore già possediamo un’area di oltre 60mila mq. e stiamo perfezionando l’acquisizione di un altro suolo di circa 20mila mq.. Mentre l’area di contrada Valleverde, ricadente in zona D nel Piano regolatore generale (produttiva), potrebbe essere suddivisa in lotti vendibili separatamente. O, addirittura, potremmo verificare le opportunità concesse dal Piano casa regionale per riconvertire in residenziale tutta la volumetria industriale. Alla luce di queste oggettive considerazioni ed avendo una certa premura perché corriamo il rischio di perdere i finanziamenti regionali destinati alla nostra azienda, invitiamo l’Amministrazione comunale a valutare serenamente e compiutamente la nostra proposta, che siamo disposti, per quanto possibile, a ridiscutere, ma in fretta - conclude Michele Ingino - perché non abbiamo molto tempo a disposizione». Un vicenda, dunque, che per come si sta svolgendo assomiglia molto, con le dovute distinzioni di ordine amministrativo, imprenditoriale e tecnico, a quella che ha visto battersi a colpi di carte bollate per alcuni anni l’Amministrazione comunale e la “L.R. Legno srl”, intenzionata a realizzare un intervento residenziale nei vecchi capannoni De Angelis di via Roma. E certamente non si può escludere che quella esperienza, per come è nata e come si è momentaneamente conclusa, stia avendo un certo peso nella posizione dell’Amministrazione, attualmente contraria al progetto del gruppo Ingino.