Atripalda si adegua alle direttive ministeriali: spettacoli musicali e libertà di scelta
Atripalda si adegua alle esigenze degli esercenti sulla liberalizzazione degli orari dei pubblici esercizi, tenuto conto anche della recente circolare del Ministero dello Sviluppo Economico in materia di attività di svago correlate alle attività degli stessi esercizi e degli spettacoli che vengono forniti per allietare i clienti, ma che potrebbero turbare il sonno altrui. Atripalda, dopo le due ordinanze sindacali del 2010 e 2011, torna nel merito per recepire le novità previste nella circolare che dà di fatto maggiore libertà agli esercenti circa la possibilità di decidere sugli orari di apertura e chiusura dei locali nonchè sui giorni di chiusura laddove previsti. Lascia ai comuni solo l’opportunità di disposizioni a tutela della salute pubblica attraverso la scelta di chiusura degli stessi locali. Tenuto conto che le iniziative di svago intrattenimento e socializzazione si svolgono sul suolo pubblico e comunque al di fuori degli stessi esercizi, e tenuto conto che tali iniziative favoriscono economicamente gli stessi esercenti, si ritiene opportuno regolarizzare gli orari in modo da garantire e tutelare la vivibilità urbana, le esigenze di igiene e il valore della quiete pubblica. Via libera dunque a piccoli spettacoli musicali, attività di intrattenimento e manifestazioni pubbliche, ma solo se nel rispetto della collettività. Agli esercenti la facoltà di decidere sulla giornata e sugli orari di chiusura, che devono essere chiaramente indicati all’ingresso. Gli spettacoli dovranno terminare entro la mezzanotte se svolti all’esterno, entro l’una se interni ai locali. Per le “sale gioco” non c’è regime di liberalizzazione: le attività si intendono dalle ore 9 fino alle 22. Pesanti le sanzioni per chi non rispetta gli orari e le regole: i carabinieri di Atripalda, sempre vigili e attenti su questo delicato tema, sono continuamente all’opera e nei giorni scorsi hanno verbalizzato una pizzeria che non era in regola con i permessi, elevando oltre 3mila euro di multa.