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Centro servizi all'asta, offerte entro un mese. La Xenus è pronta, ma aspetta i fondi

Pubblicato il bando, inizia il conto alla rovescia: la cifra che chiede il Comune è di 2 milioni e 650mila euro. L’amministratore unico della casa farmaceutica conferma l’interesse per l’immobile

Micele Pitaro, amministratore unico della Xenus srl

La vendita dell’ex centro servizi di Atripalda, potrebbe rappresentare la vera svolta per risanare i debiti maturati dal Comune e dare fiato ad una maggioranza attanagliata dalla crisi economica imperante. E l’amministrazione sembra avere parecchia fretta di alienare il costoso bene visto che, nel pomeriggio di martedì 6 novembre, sull’albo pretorio on-line del Comune è stato pubblicato il bando di gara per la vendita del costoso immobile. L’ennesimo tentativo di introitare denaro fresco dopo le ultime gare andate deserte. Nuovamente posto in vendita con il prezzo base di 2milioni e 650mila euro, però, l’ex Centro Servizi potrebbe aver trovato un compratore realmente interessato. Oltre alla manifestazione di interesse giunta dall’“Immobiliare Sannita Srl” di Benevento, sulla quale si attende ancora conferma ufficiale, infatti, esiste quella della “Xenus Srl”, azienda farmaceutica con sedi a Roma e Napoli. Un primo contatto tra la casa farmaceutica e il Comune ci fu lo scorso 10 luglio e, a distanza di quasi 4 mesi, l’interesse manifestato dalla srl è rimasto immutato. Nell’occasione, Michele Pitaro, amministratore unico della società inviò un documento di tre pagine in cui spiegava la mission della propria azienda e, soprattutto, il progetto attorno al quale ruotava l’acquisto eventuale dell’ex Centro servizi: la realizzazione di un laboratorio scientifico. Una prospettiva quanto mai interessante per la nuova amministrazione che, secondo fonti ufficiali, ha prontamente risposto alla Xenus, intavolando una trattativa che è poi sfociata, preso atto delle disponibilità economiche della casa farmaceutica, nella pubblicazione del bando di vendita.
Dottor Pitaro, conferma che la sua società mantiene vivo l’interesse per l’ex Centro servizi di Atripalda?
«Le dirò di più: l’acquisizione di questo immobile rappresenta il nostro progetto più importante, non l’unico, certo, ma quello su cui puntiamo maggiormente. Sono anni che abbiamo questa idea e non vediamo l’ora di allestire un nuovo impianto».
Ci spiega, in concreto, quale sarebbe la funzione di questo impianto?
«Nell’ambito di un programma finanziario avviato dal Ministero dello Sviluppo Economico, abbiamo presentato un’istanza per la realizzazione di un impianto biotecnologico per la produzione di anticorpi monoclonali per il trattamento di pazienti affetti da linfomi non-Hodgkin che non rispondono alle terapie convenzionali. Stiamo parlando di una struttura all’avanguardia per la quale sarebbero assunti 20 lavoratori tra chimici, biologi e biotecnologi».
Insomma, siete pronti ad investire nell’immobile…
«A livello concettuale, assolutamente sì. Però, essendo un progetto ministeriale, siamo costretti ad attendere i lunghi tempi burocratici italiani. Stiamo aspettando l’esito dell’istruttoria ma sono sicuro che, entro la fine di questo anno, avremo il via libera».
Lei parla di “fine anno” ma il Comune di Atripalda, nel pomeriggio di martedì 6 novembre ha pubblicato il bando di gara per l’acquisto dell’immobile con scadenza fissata dopo 30 giorni. Ce la farete in tempo?
«Eravamo perfettamente a conoscenza della data di pubblicazione del bando perché io stesso ho avuto modo di parlare con il sindaco di Atripalda e con l’ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico. Siamo sicuri di poter rispettare i tempi e di poter formulare la nostra offerta».
Perché la scelta di acquistare una struttura già esistente anziché realizzarne una ex novo?
«Il progetto di questo impianto biotecnologico è nato nel 2010 e, da allora, abbiamo dovuto superare diversi step al Ministero e attendere lungamente le risposte necessarie a procedere. Costruire un laboratorio da zero avrebbe portato via ulteriore tempo e, ora che siamo alla stretta finale, non avrebbe avuto senso. L’ex Centro servizi è perfetto per le nostre esigenze e quindi, benché avessimo avuto dall’Asi di Avellino il placet per costruire un nuovo impianto, abbiamo cambiato strategia. Confido fortemente nell’acquisto della struttura».

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Commenti  

 
#6 Simona 2012-11-19 23:34
Basta con questi commercianti, non si può fare tutto in virtù di ricordi commerciali ormai lontani. Diamo un volto nuovo ad Atripalda, cerchiamo altri sbocchi occupazionali, più interessanti, diamo futuro ai giovani in altri settori.
I nostri figli hanno studiato, hanno varie specializzazion i e sono costretti ad emigrare per crearsi un futuro, non è giusto. Si faccia avanti chi ha le competenze e idee nuove, diamo ai nostri giovani la possibilità di restare nel proprio paese. Crescerà con loro anche Atripalda.
 
 
#5 Bix 2012-11-15 12:50
Speriamo che sia la volta buona e che da un costoso errore possano nascere delle opportunità lavorative!!
 
 
#4 Simona 2012-11-14 19:46
Questo immobile crea notevoli spese di gestione. al comune, già in difficoltà economiche, da decenni. Magari, un centro di ricerca potrà portare sia sviluppo occupazionale che di immagine della nostra cittadina. Spero si possa realizzare. Una cittadina
 
 
#3 giuseppe 2012-11-14 09:00
da dipendente della pubblica amministrazione dico che atripalda e stato sempre un antico centro commerciale perche non darlo in fitto ai commercianti atripaldesi e creare un grande outlet COME SEMPRE I NOSTRI POLITICI SONO ILLUMINATI
 
 
#2 Jhonny 2012-11-13 20:40
era nato perchè capaldo aveva i suoi scopi, credimi bingo sono più spese che altro non conviene meglio vendere
 
 
#1 bingo 2012-11-13 15:59
MA NON ERA NATO COME CENTRO PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE E PERCHE NON FITTARLO FACENDO RESTARE QUESTO BENE ALLA COMUNITA ATRIPALDESE