Il primo cittadino, a confronto col direttore di IrpiniAmbiente negli studi televisivi di IrpiniaTV, ha commentato la recente ordinanza del Tar: Ci rivolgeremo al libero mercato e i costi diminuiranno
Il Tar di Salerno ha dato ragione al Comune di Atripalda: l’ente ha tutto il diritto di approntare attraverso il proprio ufficio tecnico un piano per la gestione del servizio integrato dei rifiuti con raccolta porta a porta. La Giunta, dunque, usufruire del proprio ufficio tecnico per redigere un piano integrato per la raccolta e smaltimento dei rifiuti. Già, perché l’ordinanza del tribunale amministrativo regionale non ha assolutamente il significato che qualcuno le ha attributo, ossia la ritrovata autonomia di Atripalda rispetto alla compartecipata, ma semplicemente quello di lasciare libertà all’ente locale di muoversi d’anticipo rispetto al possibile cambiamento degli scenari legislativi in materia di raccolta rifiuti, conferimento e recupero delle imposte. L’articolo 19 della spending review montiana, infatti, prevede che entro il prossimo luglio questi servizi tornino in capo ai comuni e che il concetto di “provincializzazione” non sia più un vincolo. Il Tar, dunque, ha disposto che Atripalda calcoli autonomamente i costi da riservare al ciclo, con l’intenzione di indire una gara per l’affidamento del servizio a privati. A tal proposito, ospite al programma di approfondimento di IrpiniaTv “ventidue e trenta”, il sindaco Spagnuolo ha ribadito la volontà di fuoriuscire dal consorzio, e di indire una gara d’appalto pubblica per l’affidamento dei servizi da gennaio del prossimo anno. Tradotto: il 2013 non sarà l’anno del porta a porta. Certo, in questo momento è piuttosto difficile immaginare gli scenari politici da qui a sei mesi e, quindi, anche il relativo iter legislativo. Attualmente, infatti, il legislatore risulta fermo, in attesa che qualcuno prenda le redini in Parlamento. Un “particolare” di fondamentale importanza che potrebbe addirittura far mutare del tutto gli equilibri raggiunti dal Governo uscente. Intanto, come detto, tutto appare cristallizzato, così come lo sono le decisioni che gravitano attorno alle responsabilità e alle legittimazioni. Voci di corridoio, infatti, vorrebbero il Prefetto di Avellino poco incline a dar seguito alle minacce di commissariamento del ramo ambiente nei comuni che non abbiano raggiunto il 50% di differenziata entro dicembre 2012. Pur essendosi attestata ad uno scarso 32%, infatti, è possibile che Atripalda non vada incontro a tale sanzione visto che lo scenario che porterebbe i comuni a riprendere il controllo del comparto rifiuti, unito all’impossibilità di “contrastare” l’operato di IrpiniAmbiente, farebbe nascere automaticamente una discussione sulle responsabilità: di chi è la colpa se la differenziata non funziona? Del comune di Atripalda o dell’azienda che si occupa della raccolta dell’immondizia?
Il confronto a IrpiniaTV
Commenti
esiste un servizio porta a porta per i rifiuti RAEE.
Contatta il Comune di Atripalda per avere maggiori informazioni.