Il Comune è vicino all’approvazione di un regolamento per fornire anche l’abitabilità parziale, mentre i commercianti potranno occupare una parte di suolo privato
Se ne discuterà nel prossimo Consiglio comunale: Atripalda segue l’esempio di una buona parte dei comuni del centro nord e apre le porte all’agibilità parziale degli immobili. Il problema è sentito prevalentemente nel centro storico della cittadina del Sabato, dove la mancata abitabilità concessa anche ad un solo appartamento, impedisce di fornirla ad interi stabili. Condizione che l’amministrazione ha giudicato non solo anomala ma anche piuttosto scorretta nei confronti di chi si sforza per avere tutto in regola. «Facciamo l’esempio di un palazzo in cui otto appartamenti sono raggiunti da una sola scala. Se anche uno solo di questi, per la mancanza, che so, della pavimentazione o dell’impianto elettrico non risulta a norma, l’intero stabile non è soggetto ad abitabilità». Così l’assessore all’urbanistica Luigi Tuccia che spiega i motivi di questo cambiamento di rotta: «Tale condizione non è corretta poiché gli altri appartamenti, se in regola, è giusto che vengano abitati, a prescindere dalle condizioni esterne. Ecco perché è in via di approvazione la concessione dell’agibilità parziale, in modo tale che ogni proprietario di un appartamento possa autonomamente rivolgersi al Comune per avere il placet. Se è stato fatto il collaudo statico dell’edificio – sottolinea ancora Tuccia – non c’è motivo per il quale un appartamento fornito dei servizi necessari non possa essere abitato per condizioni che non lo coinvolgono». Maggiore libertà per i privati, dunque, che si ritrova, in un certo senso, anche in una variazione alla normativa comunale che regola l’istallazione di gazebo, di tavolini e di sedie antistanti i bar, i pub e i ristoranti di Atripalda. Precedentemente, infatti, ogni esercente poteva fare la richiesta di occupazione del suolo pubblico, entro i limiti dei 32 metri quadrati, pagando una quota al Comune. Con questa variazione, sarà possibile occupare anche un suolo privato, previo benestare del proprietario dello stesso. «In questo modo – spiega ancora l’assessore Tuccia – gli esercizi commerciali potranno espandersi all’esterno anche andando ad impegnare suolo non pubblico. Le caratteristiche della concessione, comunque, saranno esattamente identiche a quella già esistente e fa riferimento alla metratura massima e al fatto che ogni concessione dovrà essere rinnovata con scadenza semestrale. Punto importante che è stato discusso con tutti i capigruppo in Consiglio – conclude l’amministratore – è che, in nessun caso verrà effettuato un condono, in modo tale che il proprietario del suolo non rischi in alcun caso di perderne il possesso».
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