L’associazione animalista è pronta a denunciare l’ente se non sarà stipulata una nuova convenzione e non saranno saldate le fatture arretrate
Il 14 marzo scorso, i legali dell’Aipa Claudia Marruzzo e Carmen Tamborrini hanno inviato una diffida al Comune di Atripalda chiedendo, entro dieci giorni, il pagamento di 45mila euro a saldo delle fatture che i vari fornitori hanno emesso nei confronti dell’associazione nel 2012. Nel documento, inviato anche al Ministero della Salute, all’Asl e al Prefetto di Avellino, si sottolinea come l’associazione si occupi dei piccoli randagi con sempre crescente difficoltà, vista la noncuranza delle amministrazioni che si sono succedute in questi anni. Una situazione che ha portato ad una rottura tra il Municipio e i volontari che si sono rivolti ad uno studio legale per ricevere quanto, secondo il loro punto di vista, gli spetta. La convenzione, infatti, è scaduta nel 2009 e non è stata rinnovata dall’allora sindaco Aldo Laurenzano. Delusa e arrabbiata è la presidente dell’associazione Angela Luongo, convinta che questo crescente disinteresse nei confronti del canile sia atteggiamento sconsiderato, irrispettoso e scorretto: «Sono anni che l’Aipa, con grandissimi sforzi, si occupa del canile di Atripalda. E’ vergognoso che, puntualmente, si debba lottare per ricevere quanto promesso. Ogni anno dobbiamo elemosinare i 3750 euro al mese pattuiti anche se questa spesa, spulciando i documenti contabili del Comune, è sempre prevista. Dove finiscono, tutte le volte, questi soldi? Qualcuno si assuma le responsabilità di questa situazione insostenibile». La diffida inviata al Comune è stata ricevuta lo scorso 22 marzo, il che non lascerebbe altro tempo all’amministrazione per rispondere. Se ciò non avvenisse, l’Aipa sarebbe pronta ad andare avanti, chiedendo la stipula di una nuova convenzione e avviando un contenzioso, il che potrebbe configurare a carico dell’ente, secondo una delle possibili difese imbastite dai legali, il reato di “indebito arricchimento”, visto che, per legge, sono i Comuni a doversi occupare dei cani randagi. «Appena dopo le festività pasquali – ha continuato Luongo - partiremo con la nostra battaglia legale, fino ad arrivare, se necessario, in tribunale. Grazie alla generosità di tante persone, i volontari dell’Aipa riescono ancora ad accudire i 189 piccoli amici del canile ma siamo giunti al punto di dover per forza pagare i nostri creditori. Sono molto amareggiata per questa situazione, soprattutto perché so perfettamente che, se da un giorno all’altro chiudessero il canile disperdendone tutti gli ospiti, la comunità atripaldese non muoverebbe un dito».
Commenti
Ne ho dovute buttare di scarpe...
ha fatto benissimo ad elencare tutte le circostanze in cui è necessario un comportamento civile.
Concordo in pieno.
Trovo però strano che molto spesso le persone che pretendono dagli altri comportamenti civili e giusti, si rendono protagonisti di condotte censurabili. La cacca del cane sul marciapiede, è grave nella stessa misura di un parcheggio nel posto riservato ai diversamente abili. Il suo post, sottolineando che nella nostra città c'è molta inciviltà, depenalizza un pezzo di malcostume (le cacche per strada) ritenendole meno importanti delle altre. Le persone civili, lo sono sempre. Non per limiti di convenienza
Lo spirito critico non è mai stato del Volgo.
Per tutti quelli che divagano su cacche e simili, pensate ai parcheggi sui posti riservati a chi ha handicap, all'immondizia che viene buttata per strada e non nei secchi appositi, al non attraversare sulle strisce (e la lista potrebbe dilungarsi per anni).
Sotto la parola CIVILTà ci sono tante piccole cose di vita quotidiana, e basta fare una breve passeggiatina per capire che più che altro qui c'è solo Non Curanza verso sé, gli altri, e le opere comunali che VOI pagate.
quelli che invitano ad aprirsi al volontariato,
quelli che sono sempre pronti a spiegarti la strada,
quelli che sono nel giusto,
quelli che operano nel terzo settore,
quelli che sono sensibili....
...poi ci siamo noi, quelli che devono pagare!