Intervista “esplosiva” del primo cittadino: «Gli impiegati non si rendono conto della fortuna che hanno a prestare servizio sotto casa e con lo stipendio assicurato: ho provato solo a farli ruotare e non s’è capito più niente. Ma la colpa è anche dei capisettore». Intanto, stamattina è saltata la giunta: la crisi è dietro l'angolo...
Dire che ha fatto discutere è poco, stamattina al Comune non si parlava d’altro: l’intervista rilasciata dal sindaco Spagnuolo alla corrispondente di Ottopagine, Rosy Cefalo, è di quelle che non si leggono tutti i giorni. Il primo cittadino ha detto chiaro e tondo cosa pensa dei dipendenti comunali. E certamente non tutto il bene possibile. Soprattutto dopo l’«ammutinamento» di dicembre. Quattro dipendenti, infatti, (Spina, Puopolo, Giovino e Esposito), assegnati ad altro incarico o ufficio, non hanno fatto mistero di non aver gradito il provvedimento.
Ma Spagnuolo è andato anche oltre, inchiodando i capisettore alle proprie responsabilità ed alle proprie competenze, soprattutto quando di mezzo ci vanno i cittadini. Insomma, la sensazione è che il sindaco sia un po’ stufo di come vanno le cose al Comune (e non è l’unico perché Tuccia, per esempio, è dello stesso avviso) e, sollecitato, non si è tirato indietro dal dire ciò che pensa: «Dopo aver approvato il decreto che prevedeva la rotazione dei dipendenti non si è capito più niente - si legge nell’intervista -: c’è stata un’epidemia generale che ha coinvolto tutti i destinatari del provvedimento. Chi per due mesi non si è visto, chi ha chiesto l’aspettativa retribuita e, tranne chi ha subìto un delicato intervento, il resto… In un’azienda privata tutto questo non sarebbe mai potuto accadere perché si andava a casa. Vorrei dire ai dipendenti comunali: guardatevi intorno - ha aggiunto Spagnuolo - per rendervi conto di come sta chi non ha il lavoro e come state voi, che avete la fortuna di lavorare… sotto casa, di percepire uno stipendio pubblico».
Ma non è finita qua. Il sindaco non ha risparmiato le figure apicali, definendole sostanzialmente freddi burocrati: «I capisettore, nel rispetto delle leggi - ha ammonito Spagnuolo -, devono individuare le soluzioni per soddisfare le esigenze dei cittadini, soprattutto in tema di tradizioni e feste popolari e non ragionare senza farsi guidare dal buon senso». Il primo cittadino nell’intervista non lo dice, ma quasi certamente il riferimento è a quanto accaduto nel mese di dicembre, quando, per esempio, Spagnuolo si è assunto personalmente la responsabilità di far montare l’alberone in Piazza perché il capo dell’Ufficio tecnico, l’ing. Aquino, era di parere contrario. Oppure quando intorno alla possibilità che i Pratola Folk si esibissero nella chiesetta della Maddalena si è aperto un vero e proprio giallo che ha visto coinvolto il responsabile della Polizia municipale, il ten. Giannetta, al punto che il gruppo musicale è stato dirottato nientedimeno che a Cesinali per mancanza di luoghi adatti. Per non parlare delle continue discussioni sul Comune rispetto alla necessità che anche le manifestazioni organizzate dall’Amministrazione comunale richiedessero o meno le stesse procedure previste nei casi in cui l’organizzazione è esterna. Insomma, l’impressione è che la misura sia colma e che, come sostiene qualcuno, sia arrivato il momento di azzerare tutto (ma per sapere chi e cosa propone bisognerà aspettare l’uscita del settimanale…).
Sul versante politico, invece, nessuna nuova. Anzi sì: stamattina la giunta è saltata perché, fra gli altri, il vicesindaco Tuccia non si è presentato. Un caso? Sembrerebbe proprio di no… La crisi è dietro l’angolo!
Commenti
Stai parlando di dipendenti che con l'amministrazio ne Capaldo hanno visto crescere il loro livello e qualcuno anche di un bel po'. Se poi ci riferiamo a coloro che sono passati da impiegati a funzionari la cosa diventa alquanto grave perché, pur non essendo forniti di laurea, hanno goduto di un passaggio di carriera che è stato effettuato attraverso un concorso e quindi avrebbero soddisfatto i livelli minimi di preparazione che gli consentiva di accedere al grado di funzionari. Ciò detto delle due l'una: o i concorsi erano delle "lottizzazioni" o erano veramente bravi. Poiché io voglio credere nella seconda ipotesi sono anche propenso a credere che la formazione, se non me la consente l'amministrazio ne da cui dipendo, ho l'obbligo morale verso me stesso di farmela da solo (se non sbaglio si chiama dignità). Quindi se io fossi uno di loro mi vergognerei a giustificarmi con il principio che hai enunciato.
Non c'è motivo di scaricare le colpe su nessuno ma un certo "Bassanini" ha cercato di stabilire una scala gerarchica in ordine al buon funzionamento burocratico della macchina comunale e quindi basta applicare la legge e tutto potrebbe risultare più facile.
Se poi come dice la LEGA NORD non siamo in grado di vivere nemmeno nel quotidiano allora vuol dire che ciucci eravamo e ciucci siamo destinati a morire.
il rindaco non riesce ad efficentare la macchina amministrativa e dice che non hanno voglia di lavorare. Alla signora Santoro dico che le sue affermazioni rappresentano il peggiore qualunquismo retorico. I dipendenti del comune non possono essere definiti scansafatiche e piantagrane. Sono dei lavoratori onesti. Inutile fare sterili rappresaglie per nascondere l'incapacità degli amministratori.
A questa banda di cantastorie, vorrei dire una cosa: e se quell'orribile albero del nulla (e nel nulla) privo dei requisiti di sicurezza avesse causato dei danni ai cittadini? Le stesse persone che accusano gli uffici di essere inutilmente formali, si sarebbero scagliati sull'assenza dei controlli e sull'inefficaci a degli uffici preposti.