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Il sindaco Spagnuolo attacca i dipendenti comunali: Se lavorassero in un’azienda privata sarebbero già stati licenziati

Intervista “esplosiva” del primo cittadino: «Gli impiegati non si rendono conto della fortuna che hanno a prestare servizio sotto casa e con lo stipendio assicurato: ho provato solo a farli ruotare e non s’è capito più niente. Ma la colpa è anche dei capisettore». Intanto, stamattina è saltata la giunta: la crisi è dietro l'angolo...

Paolo Spagnuolo c'è andato giù pesante...

Dire che ha fatto discutere è poco, stamattina al Comune non si parlava d’altro: l’intervista rilasciata dal sindaco Spagnuolo alla corrispondente di Ottopagine, Rosy Cefalo, è di quelle che non si leggono tutti i giorni. Il primo cittadino ha detto chiaro e tondo cosa pensa dei dipendenti comunali. E certamente non tutto il bene possibile. Soprattutto dopo l’«ammutinamento» di dicembre. Quattro dipendenti, infatti, (Spina, Puopolo, Giovino e Esposito), assegnati ad altro incarico o ufficio, non hanno fatto mistero di non aver gradito il provvedimento.

Ma Spagnuolo è andato anche oltre, inchiodando i capisettore alle proprie responsabilità ed alle proprie competenze, soprattutto quando di mezzo ci vanno i cittadini. Insomma, la sensazione è che il sindaco sia un po’ stufo di come vanno le cose al Comune (e non è l’unico perché Tuccia, per esempio, è dello stesso avviso) e, sollecitato, non si è tirato indietro dal dire ciò che pensa: «Dopo aver approvato il decreto che prevedeva la rotazione dei dipendenti non si è capito più niente - si legge nell’intervista -: c’è stata un’epidemia generale che ha coinvolto tutti i destinatari del provvedimento. Chi per due mesi non si è visto, chi ha chiesto l’aspettativa retribuita e, tranne chi ha subìto un delicato intervento, il resto… In un’azienda privata tutto questo non sarebbe mai potuto accadere perché si andava a casa. Vorrei dire ai dipendenti comunali: guardatevi intorno - ha aggiunto Spagnuolo - per rendervi conto di come sta chi non ha il lavoro e come state voi, che avete la fortuna di lavorare… sotto casa, di percepire uno stipendio pubblico».

Ma non è finita qua. Il sindaco non ha risparmiato le figure apicali, definendole sostanzialmente freddi burocrati: «I capisettore, nel rispetto delle leggi - ha ammonito Spagnuolo -, devono individuare le soluzioni per soddisfare le esigenze dei cittadini, soprattutto in tema di tradizioni e feste popolari e non ragionare senza farsi guidare dal buon senso». Il primo cittadino nell’intervista non lo dice, ma quasi certamente il riferimento è a quanto accaduto nel mese di dicembre, quando, per esempio, Spagnuolo si è assunto personalmente la responsabilità di far montare l’alberone in Piazza perché il capo dell’Ufficio tecnico, l’ing. Aquino, era di parere contrario. Oppure quando intorno alla possibilità che i Pratola Folk si esibissero nella chiesetta della Maddalena si è aperto un vero e proprio giallo che ha visto coinvolto il responsabile della Polizia municipale, il ten. Giannetta, al punto che il gruppo musicale è stato dirottato nientedimeno che a Cesinali per mancanza di luoghi adatti. Per non parlare delle continue discussioni sul Comune rispetto alla necessità che anche le manifestazioni organizzate dall’Amministrazione comunale richiedessero o meno le stesse procedure previste nei casi in cui l’organizzazione è esterna. Insomma, l’impressione è che la misura sia colma e che, come sostiene qualcuno, sia arrivato il momento di azzerare tutto (ma per sapere chi e cosa propone bisognerà aspettare l’uscita del settimanale…).

Sul versante politico, invece, nessuna nuova. Anzi sì: stamattina la giunta è saltata perché, fra gli altri, il vicesindaco Tuccia non si è presentato. Un caso? Sembrerebbe proprio di no… La crisi è dietro l’angolo!

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