Domenica, 29 Dic 24

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Pubblicati per errore i redditi dei consiglieri comunali

Sul sito internet del Comune sono rintracciabili le “dichiarazioni” di nove amministratori, ma la legge non lo prevedeva

L'obbligo vale per i comuni superiori a 15mila abitanti

Pensandoci bene, poteva essere davvero uno scherzetto da pesce d’aprile, ma così non è stato e qualcuno c’è rimasto, alla fine, anche un po’ male. Qualche giorno fa, infatti, alcuni consiglieri comunali si sono visti recapitare una richiesta stringente, pena la segnalazione agli uffici competenti, da parte della segretaria generale, Clara Curto, a fornire la propria dichiarazione dei redditi insieme a quella dell’eventuale coniuge e parenti fino al secondo grado per essere pubblicata sul sito del Comune a norma dell’art. 14 del Decreto Legislativo 33/2013. La richiesta era stringente perché faceva seguito ad una analoga di un anno fa, inviata dalla Curto e dalla sua vice Bocchino, a cui avevano ottemperato solo la metà dei consiglieri comunali (Spagnuolo, Musto, Barbarisi, Pascarosa, Pacia, Iannaccone, Parziale, Landi e Tomasetti).

Il riferimento era alla normativa relativa al Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni che prevede, fra le altre cose, l’obbligo della pubblicazione concernente i componenti degli organi di indirizzo politico del curriculum, delle cariche e dei compensi economici (art. 14). E lo scorso anno solo in nove su diciassette avevano presentato la documentazione, puntualmente pubblicata sul sito del Comune, mentre gli altri otto si erano, evidentemente, scordati di provvedere, senza sollevare alcuna perplessità (il sindaco Spagnuolo, il suo vice Tuccia e La Sala hanno consegnato solo il curriculum).

Anche pochi giorni fa la segretaria Curto ha reiterato la richiesta, prima che potesse accorgersi, però, che l’obbligo di legge valeva solo per i consiglieri di comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti (art. 52) e, perciò, non per quelli di Atripalda. Insomma, un equivoco, come lo ha definito il consigliere La Sala sul suo blog spiegando l’accaduto e non perdendo l’occasione per segnalare, invece, le carenze che il sito del Comune ancora manifesta: «Un curioso equivoco o che altro non so… sul presunto obbligo di presentazione, per i consiglieri comunali, della denuncia dei redditi (che procurò anche un vistoso scivolone consiliare al talvolta vigile delegato al Bilancio, senza che nessuno intervenisse a chiarire la faccenda), mi fa - mio malgrado - inciampare in un’altra delle ricorrenti perle del sito Istituzionale di Atripalda, stavolta alla voce…”trasparenza”. Una nota di un anno fa invitava perentoriamente i consiglieri a presentare agli uffici comunali curriculum e reddito; la nota era, ancora più perentoriamente, ribadita alcuni giorni fa, con annesso corollario di… segnalazione ai competenti superiori uffici. Solo che  l’obbligo - come  ha successivamente precisato il segretario generale - era solo in parte previsto dalla norma… e solo per il… curriculum. Poco male. E allora capisco meglio anche la veemente richiesta del consigliere Landi, così caldamente interessato alla pubblicazione del mio - peraltro noto - curriculum (almeno quanto io non lo sia mai stato alla pubblicazione del suo). Ma tant’è. Poco male e… dietro front. Curiosando tuttavia sul web, e proprio nella sezione trasparenza, mi imbatto in pagine “in allestimento” e in ‘dati’ congelati ad un anno fa (o a due e più, in alcuni casi). Per esempio, chi volesse conoscere, oggi, l’organigramma degli uffici del Comune di Atripalda, troverebbe informazioni ‘archeologiche’, quasi come quelle - tuttora in atti - nel piano - sempre “in aggiornamento” - della Protezione Civile, che dovrebbe - e scusate se è poco - garantire il funzionamento dei servizi di emergenza in caso di calamità. Insomma… se un cittadino volesse conoscere nomi, funzioni  e contatti dei pubblici dipendenti sarebbe tuttora indirizzato, per il sevizio vigilanza, dico per dire, al comandante Sabino Parziale (da un anno in pensione)… e non va meglio all’ufficio Commercio e all’ufficio Tecnico…».

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