Sindaco e revisore hanno chiesto sei mesi di tempo per azzerare il deficit di 2,2 milioni di euro del Comune: a giorni la decisione dei magistrati. Invenduto il mercatino rionale di via Caracciolo
Bisognerà aspettare i prossimi giorni per conoscere l’esito dell’adunanza pubblica davanti alla Corte dei Conti a cui hanno partecipato, giovedì scorso, il sindaco Spagnuolo ed il revisore Volino. Le gravi irregolarità contabili nei bilanci comunali del 2009 e 2010, puntualmente rilevate dalla Corte dei Conti con la successiva pronuncia del 2012, hanno posto di fatto il nostro Comune sotto la stretta “marcatura” dei magistrati contabili che da due anni ci stanno chiedendo di rientrare dal buco nel bilancio, che prima era di 3,6 milioni di euro e oggi è diventato di 2,2 milioni di euro dopo la cura dimagrante a cui è stato sottoposto con la recente cancellazione di 1,2 milioni di euro di debiti ritenuti non più tali.
Il magistrato incaricato di controllare i nostri conti, Raffaella Miranda, nella sua relazione, pur evidenziando gli sforzi compiuti dall’attuale amministrazione per ridurre le spese, ha manifestato dubbi sulla “effettiva capacità di realizzare il piano di risanamento previsto”, proponendo alla Corte dei Conti il deferimento del nostro Comune alla Procura generale della Corte dei Conti, con la richiesta di attivazione delle procedure previste dalla legge ovvero la “preclusione dell'attuazione dei programmi di spesa per i quali è stata accertata la mancata copertura o l'insussistenza della relativa sostenibilità finanziaria” (comma 3, art. 148bis Tuel). In sostanza si tratterebbe di quello che viene comunemente definito pre-dissesto, ovvero tariffe al massimo, servizi a domanda individuale con copertura totale, riduzione delle spese per il personale e ricorso ad un prestito decennale per la riduzione del debito.
La decisione che prenderà la Corte dei Conti sarà nota nei prossimi giorni, attraverso una formale pronuncia, tuttavia le sensazioni della vigilia sono piuttosto comuni: i magistrati concederanno al nostro comune almeno altri sei mesi prima di sentenziare l’incapacità di realizzare il piano di rientro che prevede, attualmente, l’alienazione del Centro servizi per 2,6 milioni di euro, ipotesi ormai divenuta davvero remotissima visto che neanche di fronte alla Corte dei Conti, né il sindaco, né altri sono stati in grado di presentare documenti che dimostrino la concretezza della trattativa in corso, ferma al palo da due anni. E neanche il mercatino rionale di via Caracciolo, messo all’asta per 616mila euro, contrariamente a quanto circolava nei giorni precedenti l’udienza, ha ricevuto offerte d’acquisto.
In ogni caso, non è passato inosservato che convocato con le medesime modalità di Atripalda è stato il comune di Arzano, una cittadina di 36mila abitanti dell’entroterra napoletano, attualmente commissariata, con il sindaco arrestato, con sei assessori indagati, con i bilanci approvati nonostante il parere contrario dei revisori dei conti e con in consiglieri comunali che rischiano l’accusa di danno erariale per circa centomila euro ciascuno. Un accostamento quanto mai inquietante…
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