Il consigliere indagato per diffamazione ha provato a spiegare l’accaduto in Consiglio comunale, salvando il posto e le deleghe, ma i due querelanti non sembrano affatto soddisfatti
A quasi quattro mesi dai fatti è stato necessario l’intervento delle opposizioni in Consiglio comunale per registrare un chiarimento sulla vicenda che vede coinvolto il consigliere comunale Raffaele Barbarisi, indagato dalla Procura di Avellino per diffamazione aggravata dopo la querela sporta dall’imprenditore Gerardo Iannaccone e dall’ex dipendente Arturo Roca. L’attuale delegato alla cultura e ai lavori pubblici (prima anche all’istruzione) risulta, infatti, iscritto nel registro degli indagati perché individuato come l’autore di un commento anonimo pubblicato su internet nel giugno scorso ritenuto degno di attenzione da parte della Procura.
Incalzato dai consiglieri Battista (Piazza Grande), Del Mauro (Forza Italia) e Pacia (Socialisti), il consigliere Barbarisi ha provato a spiegare l’accaduto ed a chiedere scusa alle persone offese, confermando il tentativo di chiarire l’accaduto attraverso un intermediario (il consigliere Geppino Spagnuolo), non andato a buon fine. Tra l’altro, dopo alcune dichiarazioni del sindaco Spagnuolo, la situazione era addirittura peggiorata (accadde più o meno la stessa cosa anche con la vicenda Cocchi).
Un gesto di vero perdono, invece, sembra essere arrivato dall’Udc, l’ex partito di Barbarisi, che, riunitosi in almeno un paio di occasioni per decidere la posizione da assumere, non è riuscito a trovare una formula che mettesse tutti d’accordo ed ha lasciato perdere, fra il disappunto di chi, come Nino De Vinco, imparentato con Arturo Roca, si aspettava una presa di posizione chiara e forte. Non confermato in Aula consiliare, invece, il coinvolgimento di una terza persona che avrebbe provocato il consigliere Barbarisi riportandogli critiche, risultate non vere, al punto da fargli perdere il controllo e spingerlo a sfogarsi su internet.
In ogni caso le scuse pubbliche sono servite ad evitare che il consigliere Barbarisi facesse continuamente i conti con le richieste di dimissioni dalla carica o di sospensione dalle deleghe pure avanzate da più parti.
I due querelanti, invece, preferiscono non commentare apertamente l’accaduto, ma la sensazione è che le scuse pubbliche possano non bastare a convincerli a buttarsi tutto alle spalle perché, a quasi quattro mesi dai fatti, si aspettano che Barbarisi, dopo averlo fatto nella sede istituzionale, cerchi anche, se non soprattutto, un chiarimento personale perché le vere ragioni che hanno spinto il consigliere ad attaccarli resterebbero tuttora ignote.
Le scuse in Consiglio comunale (video realizzato da Pino Battista)
Commenti
questi non molleranno mai la poltrona. Bisogna aspettare, ( se non succede nulla prima ) un altra trentina di mesi, che. Comunque PASSERANNO.