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Housing sociale, dalla Regione 4 milioni

Finanziata la realizzazione di 72 appartamenti e numerose attività nel quartiere di contrada Alvanite attraverso un programma di intervento per complessivi 8,5 milioni di euro. I lavori dovrebbero partire entro sei mesi. Ieri sera a Napoli firmata la convenzione, presenti il vicesindaco Tuccia ed i tecnici comunali Aquino e Caronia

Disegno pubblicato dall'arch. Nello Conte

Fu esattamente un anno fa che dalla Regione Campania arrivò, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che tutti i progetti di edilizia residenziale sociale erano stati archiviati. E Atripalda perse, dalla sera alla mattina, la possibilità di ottenere oltre 4 milioni di euro per la riqualificazione di contrada Alvanite. A distanza di un anno arriva, invece, una notizia di segno opposto: ieri sera, presso la Regione Campania, il comune di Atripalda, rappresentato dal vicesindaco con delega all’Urbanistica, Luigi Tuccia, dal responsabile del settore Lavori pubblici, ing. Silvestro Aquino e dal funzionario del settore Ambiente, geom. Vincenzo Caronia, ha firmato la convezione per ottenere i finanziamenti vincendo una selezione durissima. Nel 2010, infatti, furono 67 i comuni campani che presentarono richiesta di finanziamento mentre ieri solo quattro (tra cui Atripalda, Avellino, Castellammare e Casalnuovo) hanno avuto il via libera definitivo. In realtà sembra che il taglio dei fondi abbia riguardato, in particolare, interventi che prevedevano l’utilizzo di terreni vergini mentre il programma del Comune di Atripalda riguarda un’area, come quella di contrada Alvanite, già urbanizzata.

L’intervento definitivo, che nel corso degli anni ha subito diverse modifiche, è stato approvato in Consiglio comunale il 7 marzo 2013 e prevede un costo complessivo di 8,5 milioni di euro, di cui il 50% a carico della Regione, il 5% a carico del Comune ed il restante 45% a carico di investitori privati e interessa un’area di 5.500 mq.. L’importo di 450mila euro che l’Amministrazione comunale ha impegnato nel bilancio 2012 rappresenta sostanzialmente la cifra che il Comune ha intascato dal riscatto di una parte degli alloggi popolari di via San Giacomo. Grazie ad un aumento di volumetria esistente del 50% il programma costruttivo prevede la realizzazione di 72 alloggi, 24 dei quali di Edilizia Residenziale Pubblica da cedere al Comune (finanziati al 100% dalla Regione), 28 di Edilizia Residenziale Sociale da locare a canone sostenibile per 10 anni a soggetti in possesso dei requisiti previsti dalla legge e individuati con apposito bando (finanziati al 30%) e altri 20 da cedere a prezzo convenzionato a soggetti con gli stessi requisiti (finanziati al 70%). Circa due terzi degli appartamenti riguarderà vecchi alloggi abbattuti e ricostruiti mentre l’altro terzo sarà costruito ex novo e servirà principalmente per ospitare le famiglie che a mano a mano libereranno gli appartamenti da abbattere e ricostruire.

Il progetto, denominato “Alvanite Quartiere laboratorio - Programma di edilizia residenziale sociale”, firmato dall’arch. Giuseppe Cocchi (già responsabile del settore Urbanistica e oggi in forza all’Ufficio Anagrafe), dall’arch. Pina Cerchia, dall’ing. Giuseppe Rocchetta e dall’ing. Duilio Ronconi, inoltre, prevede di realizzare, oltre agli interventi residenziali e alle opere di urbanizzazione, le seguenti attività: una ludoteca (Città dei bambini), un gruppo appartamento per anziani, una casa famiglia, un laboratorio formativo ambientale, una banca del tempo, la sede del comitato di quartiere e locali da adibire ad attività artigianali e commerciali di vicinato. Appena firmata la convezione partiranno le procedure per la ricerca dei privati interessati ad investire il 45% del totale in cambio di 48 appartamenti da vendere e fittare a prezzo convenzionato. Con ogni probabilità la Regione Campania fornirà anche uno schema di bando in modo da velocizzare i tempi. A palazzo di città si ipotizzano al massimo sei mesi per iniziare i lavori anche se, rispetto a 5 anni fa, quando fu pubblicato per la prima volta l’avviso regionale, il settore dell’edilizia è andato fortemente in crisi e, dunque, le speranze di riuscire ad attirare investitori privati non sono molto alte. Tuttavia è anche vero che inizialmente i progetti presentati alla Regione erano 67 e solo 4 sono stati ammessi a finanziamento.

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Commenti  

 
#6 menelao 2015-02-13 09:17
come siete complicati a sinistra.
anche la scrittura contiene (a fatica) la necessità di apparire diversi, profondi, impegnati.
Scioglietevi un pò e guardate alla bellezza della semplicità. Anche nel linguaggio
 
 
#5 Nello Conte 2015-02-12 15:43
Cara Valentina, anche una narrazione è l'uso che se ne fa.
Affinché la partecipazione non risulti un orpello della progettazione, è necessario che la narrazione sia inclusiva per i cittadini e vincolante per i decisori politici, la cui discrezionalità consiste nello scegliere tra il costruire o il distruggere relazioni sociali per finalità di governo e il modo con cui farlo.
La scelta di distruggere per costruire pone dei dubbi sulle sue conseguenze inattese e lascia perplessi sulla capacità di contenerle entro dispositivi architettonici e economico finanziari, tanto più se la strategia è lasciata al caso o all’opportunism o della politica.
Sarebbe perciò utile, ai fini dell’apprendime nto sociale, concentrarsi sul processo oltre che sull’esito che, in ogni caso, non è mai scontato. Il che equivale a trasformare un progetto in una narrazione collettiva, scritta per una politica che ha perso la capacità di leggere.

Ad maiora semper
 
 
#4 Valentina 2015-02-11 15:50
Caro Nello, sarebbe veramente giusto ricordare "tutti" i professionisti che, a vario titolo e "sacrificio" di tempo ed altro, hanno partecipato, ma tutti tutti però. In quanto a "liquidare", fosse pure l'esperienza collettiva, tranquillo, non è stato liquidato proprio nulla. A me, le tue parole, aprono assai il cuore, quasi mi meravigliano oggi, perchè credevo di ricordare vi fosse un certo scetticismo tuo in passato, oltre a complimentarmi per la complessità e capacità di linguaggio che usi, anche se, forse non volendo, "politescamente " vuol convincere, forse mistificare, alcune realtà. In generale, mi dichiaro felice che quel quartiere cancro, malformato e mal nato da certa politica post terremoto, possa finalmente "rigenerarsi", e spero succeda, nonostante certe premesse. In ogni caso, ad maiora.
 
 
#3 Alfredo 2015-02-10 23:57
Caro Conte ma tu sei quello che ha fatto il disegno?
Cari cittadini non credo debba aggiungere altro a voi le conclusioni.
 
 
#2 Nello Conte 2015-02-10 23:15
Sarebbe più giusto parlare di un un lungo processo a cui hanno partecipato numerosi professionisti, amministratori e cittadini. Altrimenti si liquida un'esperienza collettiva di partecipazione a beneficio di pochi, in forza di una titolarità meramente burocratica o di una discrezionalità politica omissiva e discriminante.
Questo è l'esito di una buona pratica e va apprezzato come il frutto del lavoro di una comunità in grado di vincere le sfide che si propone, nonché come il risultato delle energie e delle risorse profuse da coloro che hanno creduto nella possibilità di realizzarlo quando nessuno ci avrebbe scommesso.
 
 
#1 Elettore 2015-02-10 18:18
Bisognerebbe fare un'elezione al mese.
Quante promesse. Ma i soldi dove li prendono.
Oramai siamo maggiorenni e vaccinati. Non crediamo più a promesse politiche.