Il disavanzo di 3,4 milioni di euro sarebbe stato azzerato senza vendere il Centro servizi: la bozza del rendiconto 2014 è già stata inviata a Napoli. La magistratura contabile è chiamata a valutare la bontà della nuova procedura di risanamento in corso. L’assessore alle finanze Landi è ottimista: I numeri non possono essere smentiti

Nel giro di due anni l’Amministrazione comunale ha ripianato il “buco” nel bilancio di 3,4 milioni di euro senza vendere il Centro servizi arrivando a chiudere l’anno con un avanzo di amministrazione di circa 20mila euro. E’ questa la notizia che arriva da Palazzo di Città all’indomani dell’invio alla Corte dei Conti di una relazione analitica contenente i dati di una bozza del rendiconto 2014 redatta dal responsabile del servizio economico-finanziario del Comune, Paolo De Giuseppe e controfirmata dal sindaco Paolo Spagnuolo e dal revisore dei conti Pasquale Volino. Ora si attendono le valutazioni della magistratura contabile, chiamata a confermare se la soluzione trovata è quella giusta ed a rinviare l’esito definito all’approvazione ufficiale del rendiconto oppure a bocciare l’ipotesi di rientro dal disavanzo senza l’alienazione del Centro servizi, con tutte le conseguenze del caso. L’assessore alle finanze, Mimmo Landi, è fiducioso.

Assessore, cosa prevede?

«Siamo ragionevolmente ottimisti perché non solo siamo certi del lavoro che abbiamo svolto, ma anche che se il sindaco, il revisore dei conti ed il responsabile del servizio si sono assunti tale responsabilità diventa difficile per chiunque, magistrati contabili compresi, non prenderne atto».

Ma come siete riusciti a trovare 2,2 milioni di euro in un anno?

«Già in sede di assestamento il disavanzo del 2014 era sceso a 850mila euro circa. E ciò che mancava è stato recuperato sia attraverso economie di bilancio che un riassestamento complessivo dei residui».

In altre parole?

«Abbiamo impiegato un anno per classificare sia i debiti che i crediti del Comune, cioè a dargli una precisa qualificazione dettata dalla normativa, riscontrando, per ora, un saldo della revisione di circa 800mila euro. Il resto è frutto di maggiori entrate e minori uscite che si sono registrate nel corso del 2014».

Può farci qualche esempio?

«Il bilancio di previsione fu già costruito in maniera molto prudenziale, cioè appostando fra le uscite alcuni capitoli di spesa che avrebbero potuto trasformarsi in salvagente se fosse stato necessario. Ed è stato questo il caso del fondo svalutazione crediti di 500mila euro non utilizzato. Ma posso aggiungere, per esempio, che abbiamo recuperato circa 20mila euro semplicemente rendendo nominativi i buoni pasto dei dipendenti comunali oppure abolendo i sussidi unatantum e introducendo i voucher lavoro attraverso i quali abbiamo dato ugualmente un sostegno economico a chi ne aveva bisogno in cambio piccole prestazioni lavorative che ci hanno fatto registrare un risparmio sulla manutenzione. Ma le voci di spesa razionalizzate sono tante».

E che pensate di fare col Centro servizi?

«La nostra idea non è cambiata: l’immobile va venduto per ottenere risorse da impegnare sugli investimenti e sulla manutenzione. L’unica differenza rispetto a prima è che non abbiamo più l’assillo di doverlo fare per evitare il dissesto finanziario. Questo rischio non c’è più ormai».

Ma la trattativa è sempre ferma…

«Sì perché, onestamente, abbiamo un po’ mollato la presa e ancora non abbiamo prodotto la messa in mora come avevamo annunciato di voler fare. Non appena, comunque, saremo in grado di distogliere l’attenzione dai numeri sicuramente chiederemo formalmente alla Xenus di rispettare gli impegni assunti».

Siamo a febbraio ed a proposito di numeri: avete percepito le indennità di carica del mese di gennaio?

«Non sono aumentate se è questo che vuole sapere. E, d’altronde non poteva essere diversamente perché ogni eventuale variazione potrà essere effettuata soltanto dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2015».

Ma la vostra intenzione qual è?

«Non abbiamo deciso ancora perché aspettiamo, evidentemente, di conoscere l’esito delle procedure di risanamento un corso».

La sua opinione?

«La valutazione sarà evidentemente collegiale, ma il mio pensiero è che se ci sono le condizioni e se il nostro lavoro avrà dato gli esiti sperati non troverei affatto disdicevole che la giunta percepisse cioè che la legge gli riconosce e il ruolo di assessore recuperasse piena dignità. Capisco che il tema si presta alla facile strumentalizzazione di chi vuole cavalcare l’antipolitica, ma la partita è ancora tutta aperta».