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Quattro dipendenti accusati di truffa

Buste paga gonfiate per quasi cinque anni, rate di prestiti personali pagate con falsi rimborsi chilometrici. Gli uomini della squadra mobile hanno sequestrato atti e dati contabili

Sono scattati i sigilli (Foto di Antonio Cucciniello)

Per circa cinque anni, con una sistema semplice ed efficace, quattro dipendenti comunali avrebbero sottratto soldi alle casse municipali gonfiando le proprie buste paga senza che nessuno se ne accorgesse. Almeno fino a qualche giorno fa, quando, per caso, un funzionario avrebbe notato una anomalia sulla busta paga di un collega e, dopo aver verificato i propri dubbi effettuando alcuni riscontri, ha informato il sindaco Spagnuolo. E il primo cittadino ha provveduto a sporgere denuncia non alla caserma dei Carabinieri di Atripalda, ma direttamente al questore di Avellino, Maurizio Ficarra ed al procuratore capo della Procura, Rosario Cantelmo. Dopo alcuni giorni di indagine, ieri mattina è scattato il blitz. Gli uomini della squadra mobile di Avellino, coordinati dal vice questore aggiunto Marcello Castello, coadiuvato dagli ispettori Giuseppe Belfiore e Generoso Mauriello, su provvedimento del sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro, hanno effettuato prima le perquisizioni domiciliari a carico dei quattro indagati e poi si sono recati in Comune per acquisire altri elementi utili alle indagini. I poliziotti, oltre alla documentazione cartacea, hanno effettuato una copia dell’archivio informatico dove sono memorizzate le buste paga ed i mandati di tutti i dipendenti comunali. Per circa sette ore oltre una decina di uomini della Questura hanno effettuato controlli e verifiche, interloquendo col personale del Comune del settore economico-finanziario nel tentativo di capire bene come e da chi venivano gestiti i flussi di denaro destinato ai dipendenti. Successivamente sono stati apposti i sigilli all’ufficio del Personale dove venivano preparate le buste paga, all’ufficio di Ragioneria dove venivano predisposti i mandati di pagamento per la tesoreria comunale e alla Copisteria.

Il reato ipotizzato è di truffa aggravata in concorso e continuata nel tempo a danno dell’ente pubblico comunale. Due dei quattro indagati avrebbero già ammesso le proprie responsabilità lunedì scorso, recandosi, accompagnati dal proprio legale presso la stazione dei carabinieri di Atripalda per rendere una dichiarazione spontanea al comandante Costantino Cucciniello. La posizione di altri due indagati è, al momento, più incerta perché pare che, almeno uno dei due, neghi ogni addebito. In sostanza, secondo la ricostruzione degli inquirenti, le buste paga dei quattro dipendenti erano da un lato gonfiate da rimborsi per trasferte di servizio mai effettuate e dall’altro soggette a prelievi per onorare le rate di prestiti concessi da istituti di credito. In altre parole i finanziamenti personali venivano pagati coi soldi del Comune. Grazie a questo sistema il saldo delle buste paga restava invariato e, quindi, sarebbe stato difficile per chiunque non avesse la possibilità di accedere ai dati personali scoprire la truffa. In alcuni casi gli stipendi mensili arrivano fino al doppio mentre in altri casi le aggiunte oscillavano dai 300 ai 700 euro. L’importo complessivo sottratto alle casse comunali per quasi cinque anni non dovrebbe essere inferiore ai 100mila euro. Non si esclude, a questo punto, che l’attività investigativa possa riguardare anche altri dipendenti comunali oppure altri tipi di appropriazione indebita. Naturalmente negli uffici comunali ieri mattina era evidente lo stato shock da parte di tutti. Il sindaco Paolo Spagnuolo ha dribblato i cronisti facendo sapere di essere troppo sconvolto per rilasciare dichiarazioni, ma è probabile che già nella giornata di oggi possa essere convocata una conferenza stampa per spiegare soprattutto ai cittadini atripaldesi cosa è accaduto. I funzionari De Giuseppe (settore economico - finanziario), Reppucci (entrate - polizia municipale) e De Rogatis (controllo di sistema) hanno aiutato gli uomini della mobile ad orientarsi nel Municipio prima di procedere col sequestro della documentazione. Oltre al sindaco l’unico consigliere di maggioranza che ha fatto capolino al Comune è stato l’assessore al personale Fabiola Scioscia: «Non è il caso di fare dichiarazioni - ha detto la delegata -, abbiamo fiducia nella magistratura a cui spetta il compito di indagare». In rappresentanza dell’opposizione c’erano, invece, i consiglieri Ulderico Pacia (Psi) e Massimiliano Strumolo (Fi), nessuno dei due in vena di commenti. In ogni caso, pare che il sindaco Spagnuolo, subito dopo aver presentato la denuncia, avesse preventivamente informato alcuni rappresentanti delle minoranze per renderli partecipi della grave situazione in atto. Durante la mattinata, non appena i siti ed i social hanno dato la notizia, molti cittadini sono arrivati davanti al Comune nel tentativo di saperne di più. Naturalmente tutti vorrebbero conoscere i nomi degli indagati e seppure siano stati iscritti nel registro degli indagati e colpiti da provvedimento di perquisizione domiciliare la Questura non ha ritenuto ancora di dover diffondere le loro generalità. Ovviamente tale situazione esporrà tutti i dipendenti comunali alla pubblica gogna fino a quando non saranno resi noti più particolari. I due dipendenti che hanno già ammesso le loro responsabilità con ogni probabilità chiederanno il rito abbreviato ed il patteggiamento della pena mentre la posizione degli altri due sarà più chiara nei prossimi giorni. Cronisti, fotografi e cineoperatori sono stati quasi subito invitati a lasciare gli uffici comunali per non creare ostacolo all’attività di Polizia giudiziaria in atto. E all’uscita dal Comune nessuno degli inquirenti ha rilasciato dichiarazioni.

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Commenti  

 
#1 lupo alberto 2015-02-21 08:46
Egregio direttore perchè non scrive le novità sull'argomento?
***
NdD - Ho perso un po' il passo a causa dell'influenza, ma sto rimediando. Grazie per l'attenzione.