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Buste paga al setaccio, spuntano altre anomalie

La consulente del lavoro incaricata dall’Amministrazione di verificare la correttezza delle spettanze avrebbe scoperto irregolarità previdenziali e assicurative ai danni di alcuni dipendenti

La seduta è durata oltre quattro ore

L’ultima seduta di Consiglio comunale è stata a dir poco scoppiettante e nient'affatto avara di sorprese. Anzi. Già nella giornata di oggi dovrebbe essere resa disponibile una relazione firmata da Gabriella Spagnuolo, la consulente esterna incaricata dal responsabile del settore economico, Paolo De Giuseppe, di setacciare le buste paga dei dipendenti comunali alla ricerca di eventuali anomalie. E, a quanto pare, di anomalie ce ne sarebbero molte. Almeno stando alle anticipazioni fornite dal sindaco l’altra sera in aula e confermate dall’assessore alle finanze Landi che gli dava manforte.

Sembrerebbe, infatti, che la consulente esterna abbia scoperto che alcuni dipendenti, non si sa quanti esattamente, siano completamente sconosciuti all’Inail, mentre altri non siano in regola con i contributi Inps mentre per altri ancora, viceversa, i contributi previdenziali sarebbero stati versati due volte. Insomma, un pasticcio che, se venisse effettivamente confermato dalla consulente nella sua relazione probabilmente non potrebbe esimere la segretaria generale dall’inviare gli atti alla Corte dei Conti.

La lunga relazione sta per essere messa a disposizione dei consiglieri comunali e, quindi, resa sostanzialmente pubblica. La rivelazione del primo cittadino è stata fatta nel corso di acceso dibattito sollevato dalle opposizioni a proposito della riorganizzazione del personale effettuata dal sindaco e dalla giunta agli inizi di dicembre: «Aspettiamo di conoscere ancora le motivazioni alla base degli spostamenti - ha detto in aula il capogruppo consiliare di Forza Italia, Massimiliano Del Mauro - perché negli atti non ci sono, mentre si fa riferimento a generici “sopraggiunti mutamenti e valutazioni meritorie”. Che fra l’Amministrazione ed il personale ci sia un forte attrito è facile intuirlo, così come la scarsa sintonia fra qualche caposettore ed il suo delegato di riferimento, ma che si preferisca non valorizzare le professionalità esistenti è inconcepibile».

Prima del sindaco è toccato a Fabiola Scioscia, assessore con delega al personale, tracciare una breve cronologia, ma non è, ovviamente, bastata ad accontentare le minoranze. «Dove sono le motivazioni - ha chiesto il consigliere socialista Ulderico Pacia (arrivato, il giorno dopo, alle minacce di querela col responsabile del settore tributi e vigilanza, Enrico Reppucci, ndr.) -, secondo me i dipendenti penalizzati sono stati semplicemente puniti, in particolare l’arch. Cocchi perché ha dato alcuni pareri sfavorevoli. La vicesegretaria Bocchino è stata assunta per concorso perché aveva specifiche competenze e le è stato tolto tutto all’improvviso. Del tenente Giannetta, invece, prima si tessono le lodi e poi lo si accusa, con un giro di parole, di essere un burocrate presuntuoso. Ma chi sono i burocrati presuntuosi che hanno fatto tanti danni alla città? Cocchi, Bocchino e Giannetta? E’ colpa loro se Atripalda ha fatto passi indietro?».

Dopo un vivace battibecco fra la consigliera Nunzia Battista di “Piazza Grande” e l’assessora piedina Fabiola Scioscia perché la relazione di quest’ultima non sarebbe stata pienamente compresa, è toccato al sindaco entrare nel merito. E non si è sottrattto. «Premesso che tutti i provvedimenti adottati sono stati pienamente condivisi dalla maggioranza - ha esordito il primo cittadino - ogni decreto va letto sia rispetto al contesto normativo, sia rispetto al contesto politico. La nostra amministrazione ha voluto sin dall’inizio dare un’impronta di tipo privatistico, sia alla gestione finanziaria, sia alla gestione del personale. L’ex consigliere comunale Antonio Acerra mi ricorda sempre un episodio del passato, quando un sindaco molto più carismatico di me (Gerardo Capaldo, ndr.) volendo organizzare una manifestazione di respiro provinciale in una struttura comunale (il centro servizi, ndr.) chiese al capufficio (Silvestro Aquino, ndr.) cosa bisognava fare, ricevendone un foglio con una serie di prescrizioni che, senza pensarci due volte, appallottolò e cestinò. La manifestazione, ovviamente, si fece e non ci furono problemi. Oppure un altro episodio mi veniva ricordato dall’ex sindaco De Vinco, di quando l’ex ministro Sullo chiedendo ad un suo collaboratore di aiutarlo a risolvere un problema si sentì rispondere che per superare quel problema bisognava risolvere altri tre problemi e, dunque, l’ex ministro sospirando disse: “Volevo risolvere un problema e me ne sono trovato con tre”. Con ciò voglio dire che i dirigenti non devono recepire le norme tout court, ma aiutare gli amministratori a raggiungere i propri obiettivi, cioè quello che gli chiedono di fare i cittadini quando li votano. Se, invece, i dirigenti alzano un muro ritenendo che la propria zona di competenza sia invalicabile, allora viene meno il rapporto fiduciario e quindi la funzione dirigenziale può essere revocata. Ma andiamo nello specifico. L’arch. Cocchi si è dimesso e non credo sia necessario aggiungere altro. Tra l’altro, le dimissioni sono un istituto che non esiste nel rapporto fra sindaco e capufficio eppure l’arch. Cocchi le ha date ugualmente. Il tenente Giannetta, invece, ha assunto decisioni così invasive come quella dell’installazione dei paletti senza confrontarsi con con me o col delegato. Io ne sono venuto a conoscenza a cose fatte, quando mi hanno chiamato alcuni commercianti ed ho fatto anche la figura dello sciocco. Poi c’è stata l’umiliazione di dover andare ad Avellino a celebrare il memorial dedicato a Gabriele Squitiero perché ad Atripalda non era possibile. E poi il tenente Giannetta non mi metteva mai al corrente della propria attività, segnatamente di quella di Polizia Giudiziaria, forse perché non aveva fiducia in me? Oppure è capitato che quando stavano facendo le riprese del documentario sull’ex cinema Ideal, cofinanziato dall’Amministrazione comunale, fosse necessario parcheggiare le auto davanti all’immobile, ma il Comando di Polizia non ha ritenuto di dover rilasciare due pass di esonero dal pagamento del ticket del parcheggio. Ancora quando l’organizzatore di una esibizione di ballo in Piazza, patrocinata dal Comune, ha preso la multa per l’auto parcheggiata in divieto di sosta e non è stato possibile cancellarla. E quando non è stato celebrato il memorial dedicato a Tonino Cresta perché i suoi strumenti musicali, vecchi di quindici anni, erano privi della certificazione. E vogliamo parlare del rapporto fra i Vigili ed i Carabinieri? Un rapporto che dovrebbe essere di collaborazione e complementarietà si trasforma ad Atripalda nel rapporto fra un controllore che a sua volta è controllato da un altro controllore. Cioè se il comandante dei Vigili svolge l’istruttoria per l’organizzazione di una sagra, chiedendo una serie di adempimenti e questi adempimenti vengono effettuati, poi non dobbiamo aspettarci che arrivano i Carabinieri a controllare se è tutto a posto altrimenti abbiamo perso solo tempo. La burocrazia uccide la pubblica amministrazione. Non si può fare in modo che le cose non si fanno, anzi, bisogna fare il contrario: è una questione di forma mentis. I contrasti ci sono stati, anche forti, su questioni concrete. Per quanto riguarda il settore prima guidato dalla dott.ssa Bocchino abbiamo scoperto, anche grazie all’aiuto della consulente esterna, che c’erano una serie di lacune, il settore non era seguito. Sono venute fuori situazioni imbarazzanti, come dipendenti sconosciuti all’INPS e all’INAIL. La teoria della delega non va bene. E se la dottoressa Bocchino avesse seguito il criterio della rotazione sicuramente si sarebbe evitato ciò che è accaduto con le buste paga».

Dopo il lungo intervento del sindaco è toccato alle opposizioni replicare. Lo ha fatto il consigliere dell’Udc, Giuseppe Spagnuolo: «I provvedimenti assunti dal sindaco e dalla giunta non spiegati subito hanno provocato nella pubblica opinione una strana sensazione, fuorviando le persone. Se le spiegazioni fossero arrivate prima probabilmente ognuno avrebbe potuto fare le proprie valutazioni senza pensare che potessero esserci motivazioni non spiegabili. E, in ogni caso, gli atti della pubblica amministrazione vanno sempre motivati e né la delibera di giunta, né il decreto del sindaco sono motivati, dunque avrebbero potuto essere facilmente impugnati, ma nessuno lo ha fatto e quindi il punto ora non è questo. Il punto è che le nostre valutazioni sono diverse dalle vostre. A nostro avviso è stato fatto un enorme passo indietro rispetto al recente passato, quando sono stati adottati alcuni provvedimenti che hanno certamente aiutato la macchina amministrativa, come lo sdoppiamento del settore tecnico e del settore economico. Senza contare che quando ci siamo insediati il corpo dei Vigili urbani si presentava quantomeno diviso. Le scelte fatte stavano cominciando a funzionare mentre ora le soluzioni hanno creato più problemi di quelli che dovrebbero risolvere. I due settori economici adesso sono nuovamente in difficoltà. E non si smonta un Comando di Polizia municipale perché saltano un paio di manifestazioni… Le motivazioni, insomma, sono troppo deboli rispetto alla radicalità degli interventi». «Sia il tenente Giannetta che la dott.ssa Bocchino - ha aggiunto il consigliere dell’Udc, Dimitri Musto - sono persone preparate. Personalmente mi sono schierato al fianco del sindaco quando ha denunciato la presunta truffa, ma oggi non sono d’accordo con la decisione che ha preso perché abbiamo bisogno di persone come Cocchi, Giannetta e Bocchino». Dopo l’Udc è stata la volta di “Piazza Grande”: «Le motivazioni sono tardive - ha dichiarato la consigliera Nunzia Battista - e lo smantellamento non è stato certamente positivo. Concordo sull’esigenza di una rotazione fra i dipendenti, ma si potevano adottare soluzioni diverse, che vi avremmo aiutato a trovare se ce ne aveste dato la possibilità. Due, tre manifestazioni saltate sono troppo poco per giustificare ciò che è avvenuto». Ed infine il consigliere Pacia: «Le motivazioni che ha dato il sindaco a me non risultano, è impossibile».

 

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Commenti  

 
#7 antonella 2015-03-23 08:50
Possibile che gli atripaldesi non abbiano ancora capito che il Sindaco ha voluto semplicemente punire persone che, in più occasioni, gli hanno dimostrato di non essere [...]? Ora si arrampica sugli specchi per giustificarne la rimozione, ma ci dovrebbe spiegare perchè, invece, non ha ritenuto opportuno rimuovere chi materialmente firmava le buste paga e non si è mai accorto che erano "ritoccate"?
 
 
#6 Mario 2015-03-23 06:50
Allora era la Bocchino a dover controllare contributi,bust e paga ecc.ecc.??????? ??
 
 
#5 Raffaele 2015-03-22 12:39
De Giuseppe ha fatto nominare la Spagnuolo per setacciare le buste paga.
Ma il compito di De Giuseppe, qual'è al Comune. E se non gli compete controllare le buste paga, chi LE DOVEVA CONTROLLARE???? ??
 
 
#4 ARTURO 2015-03-22 00:42
parlate della bocchino dell'ex comandante giannetta che hanno fatto ricorso perche' gli hanno tolto l'indennita di capo settore,ma non vediamo l'avvocato pascarosa gli incarichi che si da' e sopratutto con quelle parcelle.
 
 
#3 lucio 2015-03-21 07:09
Ma i capo settori che percepiscono oltre allo stipendio altri 10 mila euro all'anno, quale sono queste ulteriori competenze.
Io ci capisco ben poco, ci fate un poco di chiarezza??????
 
 
#2 Claudia 2015-03-20 16:49
Che brutta fine. Fate solo piangere.
 
 
#1 michele 2015-03-20 15:58
il Sindaco, per una volta, ha fatto benissimo. Se le situazioni che hanno portato alla destituzione del comandante dei vigili sono quelli riportate nell'articolo, ha fatto benissimo.