Sabato, 28 Dic 24

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Si strappa la maglia davanti al sindaco e urla: rivoglio i miei soldi

Un rumeno denunciato per accattonaggio si è presentato dal primo cittadino minacciando di sfasciare tutto. Il capitano Salsano racconta l’accaduto

Il capitano Salsano e il sindaco Spagnuolo

Chissà quali intenzioni aveva realmente un venditore ambulante che l’altra mattina, al cospetto del sindaco, si è strappato la maglia ed ha minacciato di spaccare tutto. Il 30enne di origine rumena ma residente nel napoletano è stato, infatti, bloccato dal comandante dei Vigili urbani, il capitano Salsano, entrato in quel momento nell’ufficio del primo cittadino, evidentemente prima che potesse fare danni e cacciarsi nei guai:

«Conosco bene la storia dell’ambulante - dichiara il capitano - perché me l’aveva raccontata quindici giorni fa. Quando l’ho visto nella stanza del sindaco che sbraitava a petto in fuori gli ho semplicemente fatto capire che quel comportamento non lo avrebbe aiutato e l’ho accompagnato fuori dal Comune. In estrema sintesi, l’ambulante, o presunto tale visto che non ci risulta che eserciti tale attività, tempo fa è stato fermato dai carabinieri perché svolgeva attività di accattonaggio, vietata ad Atripalda da un’apposita ordinanza sindacale. In quella occasione gli furono sequestrati sia le calze che lui offriva in cambio dei soldi, sia il ricavato di circa 160 euro. Da quel giorno in poi il rumeno si è rivolto alla Procura, alla Prefettura, ai Carabinieri, al sottoscritto, insomma a chiunque pur di riottenere sia la merce che i soldi, ma nessuno, evidentemente, ha potuto accontentarlo. E l’altra mattina ha pensato bene, si fa per dire, di rivolgersi al sindaco in persona. Ma, fortunatamente, non è successo nulla di grave».

In effetti sembra che il rumeno, un paio di mesi fa, è stato fermato dai carabinieri chiamati da alcuni cittadini, stufi della sua insistenza, ritenuta ai limiti della molestia, di chiedere soldi offrendo in cambio paia di calze. Ed è scattata la denuncia per accattonaggio, rispetto alla quale il rumeno, assistito da un legale, avrebbe anche presentato ricorso al sindaco, in qualità di autorità che ha predisposto l’ordinanza (firmata da Laurenzano alcuni anni fa), vedendoselo rigettato. Ma, evidentemente, ancora non è riuscito a farsene una ragione.

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