Il Centro per l’Impiego ha invitato l’Amministrazione a bloccare la procedura per effettuare ulteriori accertamenti. La soddisfazione del consigliere Ulderico Pacia
Il Centro per l’Impiego di Avellino ha sospeso la procedura di assunzione dei due lavoratori appartenenti alle “categorie protette” (portatori di handicap con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%) avviata recentemente dal Comune di Atripalda. Nella tarda mattinata di ieri, infatti, è stata recapitata al Municipio una nota con cui l’Ufficio provinciale del lavoro ha invitato l’Amministrazione comunale a non dar corso alle due previste assunzioni di M. B. (a tempo indeterminato e part-time) e A. C. (per un anno e part-time) per procedere ad ulteriori accertamenti prima del rilascio del nulla osta definitivo.
L’iter di assunzione, quindi, pur derivante da un obbligo di legge a cui in Comune evidentemente non si è sottratto, scattato in sede di programmazione del fabbisogno di personale 2015-2017, si sta rilevando quantomeno frettoloso. La procedura, avviata alla fine del mese di luglio, ma solo recentemente venuta allo scoperto dopo un litigio negli uffici comunali avvenuto fra l’assessore al personale Fabiola Scioscia, cugina diretta di uno dei due potenziali assunti, ed il dipendente Valter Sergio Ventola, che ha provocato l’intervento pubblico della Cgil-Fp, è stata, infatti, successivamente denunciata sia in un documento prodotto dalle minoranze consiliari (ad eccezione del consigliere Vincenzo Moschella) in cui si faceva riferimento a presunte procedure oscure, sia dalla richiesta di chiarimenti avanzata dal consigliere Ulderico Pacia recatosi personalmente nella sede dell’Ufficio provinciale del lavoro.
Ed oggi è proprio l’esponente socialista a rallegrarsi della sospensione della procedura: «La decisione dell’Ufficio provinciale del lavoro - esclama Pacia - è scaturita da approfonditi accertamenti sulle due unità convenzionate. Grazie alla vigilanza sugli atti svolta dal sottoscritto per dovere di rappresentanza è stato possibile sventare una malaccorta, ingiusta e discutibile assunzione effettuata nominativamente dall’Amministrazione comunale di Atripalda ai danni di centinaia di invalidi presenti nelle categorie protette per l’avviamento al lavoro. E la reazione popolare di indignazione non è fatta attendere. Sono orgoglioso, perciò, di aver interpretato questo sentimento di ingiustizia degli atripaldesi e di aver contribuito a fermare una procedura quantomeno curiosa volendo usare un eufemismo. Questo modo di fare deve cessare perché c’è gente che davvero non mette il piatto a tavola e c’è gente, invece, che vorrebbe mangiare in dieci piatti. Per quanto mi riguarda - ha concluso il consigliere - non mi fermerò qui, se ci sono gli estremi per andare avanti lo farò senza farmi intimorire da nessuno, anche su altre recenti assunzioni di congiunti».
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