Il Consiglio comunale si è aggiornato a lunedì 8 marzo. Votata anche l’alienazione degli alloggi comunali di via San Giacomo e via Fiumitello
Approvati sia il Piano casa che l’alienazione degli alloggi comunali di via San Giacomo e via Fiumitello, rinviato, con ogni probabilità a mercoledì 3 marzo alle ore 19:00, il Piano urbanistico comunale; questo, in sintesi, l’esito della seduta di Consiglio comunale svoltasi questa mattina a Palazzo di città e durata oltre 4 ore. I lavori hanno avuto inizio, com’era lecito prevedere, oltre le ore 10:00 (per la concomitanza con la presentazione del “Piano di emergenza” comunale alla scuola Primaria che ha tenuto impegnati il sindaco ed alcuni assessori), fra le proteste delle opposizioni che hanno minacciato di andarsene, prima che il vicesindaco Aquino, su veemente sollecitazione del consigliere indipendente La Sala, cominciasse a fare l’appello e, quasi contemporaneamente, il sindaco Laurenzano arrivasse trafelato per dichiarare: «Oggi è l’ultimo giorno che abbiamo Fraire con noi. La sua è stata una scelta sofferta, dettata dall’opportunità di un avanzamento di carriera, ma speriamo che possa tornare quanto prima a dirigere enti ancora più importanti. Alcune interpretazioni “ignobili” hanno accostato la partenza di Fraire ad una fuga mentre la nave affonda. Ed, invece, la nave non affonda. In tre anni abbiamo avuto un ottimo rapporto, ma adesso tocca ad un altro. E Fraire non è stato solo il segretario della maggioranza». Poi ha preso la parola proprio Fraire: «Ringrazio tutti, mi sono trovato benissimo, c’è un legame fortissimo con la città. Se non funzionano i comuni non funziona lo Stato. La prima grave crisi degli enti locali c’è stata nel 1977 quando i comuni andarono in crisi con le banche fino a quando non intervenne lo Stato a ripianare di debiti. E lì è cominciato un periodo florido per gli enti locali anche se si creò una forte sperequazione fra i comuni. Nel 1982 fu inserito un fondo perequativo e nel 1986 un fondo per gli investimenti. La riforma della Costituzione nel 2001, che avrebbe dovuto rendere il quadro nazionale più organico, è rimasta inapplicata perché negli anni successivi sono state approvate leggi finanziarie sempre più stringenti. In sostanza, il concetto è che prima era molto più semplice far quadrare i conti. Ciononostante la situazione del comune di Atripalda non è disastrosa, anzi la partita è ancora aperta». Ha chiesto la parola il consigliere La Sala: «Auguro a Fraire una ancor più luminosa carriera. Quella di disastro è una definizione politica e quindi è meglio non insistere in questa sede. Abbiamo avuto anche delle divergenze, ma le abbiamo superate da buoni amici». Iaione: “Fraire ci lascia e gli facciamo il nostro in bocca al lupo. È stato quasi sempre imparziale, alcune volte, invece, soprattutto all’inizio, è stato parziale. Se tutti comuni funzionassero dal punto di vista tecnico-finanziario come quello di Atripalda lo Stato starebbe messo proprio male». Tomasetti: «Atripalda perde una professionalità di alto profilo perché non si può negare una profonda conoscenza della macchina amministrativa. Le difficoltà economiche ci sono e non possiamo negarcele, ma la partenza di Fraire non è legata a questo aspetto. Sono dispiaciuto, ma penso che lui come tanti altri atripaldesi porterà in alto il nome della nostra città». Del Mauro: «Mi associo all’ultimo passaggio di Tomasetti. Abbiamo avuto modo di poter apprezzare di Fraire la notevole competenza in materia, il ruolo spesso lo ha portato a dover agire per sopperire alle mancanze dell’Amministrazione. Forse con un segretario diverso Atripalda avrebbe avuto più difficoltà. Nelle scuole i genitori si tassano per comprare la carta igienica: se non è un disastro poco ci manca». Acerra. «Un affettuoso ringraziamento a Fraire come segretario e come ex dirigente della DC. Ho sempre trovato un amico ed un funzionario intelligente e preparato. Gli auguro buon lavoro». Prezioso: «Mi associo al saluto i tutti. Ho conosciuto Fraire sul piano professionale e amministrativo e ne sottolineo il grosso patrimonio culturale e di conoscenza. Gli auguro grandi successi». Al termine del giro d’interventi, il Consiglio si è concesso una breve pausa per brindare, insieme a Fraire, alla sua partenza.
Alla ripresa, quasi un’altra ora di tempo è scivolata via nel ricordo di Sabino Loffredo, Gianni Gasparini e Nicola Adamo tracciato, fra gli altri da Tomasetti, La Sala e Iaione. Il primo ha dichiarato: «Sabino Loffredo è scomparso il mese scorso. Ricordo al Consiglio la figura di Sabino consigliere comunale, la sua correttezza, la sua onestà intellettuale, la sua capacità di leggere gli atti. Anche Loffredo fu eletto sindaco, di cui fui testimone diretto, e non ho mai trovato un sindaco più preoccupato e spaventato. Non era nel suo stile approfittare di un ruolo affidato in una fase di crisi del Consiglio. Maestro di correttezza e di valori, a me è capitato di vivere la transizione di un passaggio fra un sistema all’altro. È stato un uomo perbene e di grande lealtà. Come Gianni Gasparini, è stato un esempio per noi all’epoca giovani consiglieri, capaci di portare in Aula la loro capacità manageriale. Loffredo, comunista e laico, resta un patrimonio di tutto il paese, come Gasparini e Adamo, di cui ricorre il trentennale». E Iaione ha aggiunto: «Mi legavano a Loffredo rapporti personali di grande affetto e stima reciproca. Gli uomini che ha ricordato Tomasetti hanno lasciato una grande impronta in questo consiglio».
Nell’aula consiliare, intanto, si è affacciata brevemente anche Stefania Urciuoli che, fonti beneinformate, danno ormai per prossima segretario comunale (ma non sembra essere proprio così). E mentre la discussione sul Piano urbanistico comunale è stata rinviata a lunedì 8 marzo per ragioni sia di orario che di carenza d'atti (ma pendeva anche la minaccia d'inammissibilità del gruppo PdL-AdC perché non sarebbe stata preventivamente convocata la riunione dei capigruppo), molto si è discusso, invece, sul “Piano casa”. La relazione introduttiva del consigliere delegato all’Urbanistica, Luigi Tuccia, è stata contestata, in particolare, dal consigliere del PdL, Massimiliano Del Mauro. E successivamente anche da La Sala, Prezioso e Iaione. Poi i capigruppo si sono ulteriormente confrontati durante un’altra pausa dei lavori ed alla ripresa, seppure le argomentazioni del consigliere Tuccia sia sembrate più incisive, le posizioni sono rimaste invariate e messe ai voti due proposte: quella di Tuccia (che faceva riferimento alla perimetrazione del Piano colore) e quella di Del Mauro (che faceva riferimento alla perimetrazione del Piano regolatore vigente). Con i voti favorevoli della maggioranza, quelli contrari del gruppo PdL-AdC e l’astensione dei gruppi Al Centro e PdL è stata approvata la proposta del delegato all’Urbanistica. Successivamente la discussione si è spostata sull’alienazione degli alloggi comunali, approvata dalla maggioranza con l’astensione dei gruppi di opposizione. In tutto si tratta di 32 alloggi, di cui 29 situati in via San Giacomo (comprensivi di box) e 3 in via Fiumitello (comprensivi di cantine). L’importo complessivo che si ricaverebbe se tutte le unità venissero cedute sfiora 1,4 milioni di euro, di cui il 25% (pari a 350mila euro) potrebbe essere utilizzato dall’Amministrazione comunale per coprire parte dei debiti ed il restante 75% andrebbe destinato ad investimenti. A conti fatti, dunque, il valore medio attribuito ad ogni singolo alloggio si aggira intorno ai 45mila euro, un prezzo, almeno apparentemente, molto vantaggioso se si considera che ogni appartamento ha una superficie media di 90 mq.. Ed, inoltre, per chi intendesse pagare in contanti sarà applicato anche un abbattimento del 10% dell’importo, mentre per chi volesse optare per il pagamento dilazionato sarà prevista una rateizzazione da 15 a 25 anni, versando un acconto che varia dal 6% al 12% a seconda del reddito del nucleo familiare. Gli alloggi di via San Giacomo, distribuiti in tre fabbricati, furono realizzati poco prima del 1980 dalla Edil Lombarda e successivamente acquistati dal Comune grazie a finanziamenti legati alle leggi sul terremoto e sugli sfratti, attribuiti, poi, agli attuali assegnatari sulla base di graduatorie concorsuali. La palazzina che ospita gli alloggi di via Fiumitello, invece, fu realizzata dal Comune prima del 1980 (con fondi per l’edilizia economica e popolare) ed è formata da 8 appartamenti, di cui 5 sono già stati riscattati negli anni passati dagli occupanti e 3 sono rimasti di proprietà del Comune. Dopo l’approvazione da parte del Consiglio l’incartamento verrà spedito a Napoli per ottenere il parere vincolante dell’Osservatorio regionale sulla casa.