Grande partecipazione e tematiche delicate hanno caratterizzato l’incontro di lunedì 26 aprile
Moderato dall’architetto Soricelli, il dibattito svoltosi presso la palestra della primaria “De Amiciis” lunedi 26 aprile è entrato subito nel cuore della tematica: “Gianni, Pierino e il lupo cattivo. Gli abusi sui minori: dalla violenza al disagio”. Numerosi i genitori e i docenti presenti all’incontro che ha dato parola a molti per rintracciare svariati punti di vista del medesimo problema: pedofilia, percosse, violenza verbale e psicologica a cui i fanciulli sono sottoposti spesso inconsapevolmente e subdolamente. Indicative, a tal proposito, le parole contenute nell’intervento di Tina Zirpoli che ha sottolineato la tendenza attuale di fare della violenza un elemento presente nella realtà di tutti i giorni, e influente in modo negativo sulla vita futura dei bambini, attraverso mezzi di comunicazione come internet e televisione: la prima calderone di informazioni pedo-pornografiche devianti che incrementano le perversioni degli adulti e distorcono la realtà ai più piccoli, la seconda veicolo di messaggi subliminali irreali, volgari e legati troppo alla sessualità. Nudità, slogan, svendita di corpi che quelle “spugne innocenti” assorbono come normalità. Malizia e mancanza di limite che contribuiscono a cancellare il sottile limite tra bene e male e non permettono ai bambini di crescere comprendendo la differenza tra giusto e sbagliato, amore e molestia. E in questo, continua la Zirpoli, la scuola si deve impegnare per prevenire e divenire campanello d’allarme di situazioni problematiche. Soprattutto deve essere una “casa del bambino” in cui poter trovare protezione, educazione e prevenzione.
La parola è poi passata professor Cerullo che ha ringraziato il direttore sottolineando la rarità delle scuole interessate a queste tematiche, spesso considerate scandalose o lontane. Non si è capito, afferma il professore, che la violenza sui minori può nascondersi ovunque e che spesso i bambini sono l’unico sintomo vivente di un abuso. Per questo motivo è importante osservarli, i loro disegni, i colori, i comportamenti e le parole: non bisogna far finta di nulla poiché «il silenzio è complice del male» e c’è bisogno di un’azione tempestiva nell’avvisare le forze dell’ordine per dare il via ad un’indagine discreta che non crei sospetti e che non solleciti reazioni violente nell’attore dell’abuso.
Attenzione, dunque, e pedagogia per genitori e insegnanti poiché le violenze tendono a radicarsi soprattutto in condizioni di degrado culturale: la mancanza di un buon livello sociale e comunitario spesso è causa di comportamenti deviati e favorisce la creazione di piccole vittime. «Un bambino violato è violato per tutta la vita» e diviene a sua volta un adulto violento: sono ferite profonde a cui solo la prevenzione può porre rimedio attraverso messaggi sociali, rendendo forti e consapevoli i bambini e creando attorno a loro uno scudo di punti fermi: distinguere giusto e sbagliato, comprendere la sessualità sana e naturale, parlare con i genitori e gli insegnanti senza remore e comprendere il principio dell’inviolabilità del proprio corpo. Per evitare che un giorno i nostri bambini, diventati grandi, possano dire: «nessuno ci ha detto mai…».