Stesera alle 18:30 l’inaugurazione della personale del pittore napoletano trapiantato a Montefusco
Dopo una breve pausa, dovuta all’organizzazione della Via Crucis e del Campionato regionale di pattinaggio a rotelle su strada, la Pro Loco Atripaldese si prepara dall’ 8 al 16 maggio ad ospitare un nuovo capitolo della V edizione di Pro Loco in Arte.
L’8 maggio, alle 18.30, la sede dell’associazione tornerà ad essere teatro della rappresentazione artistica con l’inaugurazione della personale del maestro Angelo Bellani.
L’artista, classe 1946, vive a Montefusco dove ha deciso di stabilirsi insieme alla moglie dal 2005 per godere della salubrità dell’aria e della tranquillità dei luoghi del grazioso borgo irpino. Proprio l’ambiente particolarmente suggestivo ha favorito la ripresa dell’attività pittorica del maestro che ha voluto, attraverso la sua personale, manifestare il desiderio di rapportarsi e confrontarsi fuori dagli ambiti consueti.
Bellani si è avvicinato alla pittura sin da ragazzo, frequentando il circolo “Crisconio” di S.Giorgio a Cremano. È venuto poi a contatto con l’esperienza di artisti già affermati, elaborando un proprio linguaggio pittorico attraverso una puntigliosa ricerca cromatica.
L’incontro, nel ’91, con un esponente dell’Avanguardia Napoletana ha segnato il passaggio all’astrattismo cancellando gli ultimi tratti naturalistici e figurativi.
Nel corso della sua professione artistica Angelo Bellani ha raccolto una serie di critiche positive da parte di qualificati esperti del settore. Ciro Tufano, architetto e docente presso la facoltà di Architettura della Seconda Università di Napoli, riferendosi ai suoi quadri ha parlato di «senso estetico delle forme geometriche e vibrazioni di colori; spiritualità della luce e composizione formale in un racconto geometrico classico». Secondo l’architetto «Bellani è in grado di recuperare una chiarezza formale classica costruendo realtà plasticamente e geometricamente solide, modernizzando così l’utopia rinascimentale di rappresentare con poche immagini ogni aspetto della raffigurazione».
«Ma le tele del maestro non sono solo frutto di una dote artistica innata, ma soprattutto di un lavoro di ricerca morale – chiosa Maurizio Ciolli -. L’opera di Bellani nasce da strutture molto personalizzate, si svolge in forme e segni inconsueti, ed è proprio da qui che si evince la capacità di stabilire tensione dialettica, geometricità delle forme e dilatazione lenta e soffusa dell’impianto cromatico».
Bellani ha riscosso una serie di elogi anche tra le fila di noti curatori di eventi. Laura Galloppo, operatore culturale e junior curator è rimasta affascinata dalle forme geometriche disegnate su tela che si offrono semplicemente all’interpretazione dello spettatore. «C’è qualcosa di diverso tra le tele della prima fase dell’artista tra la fine degli anni ‘60 e la fine degli anni ’80. – commenta la Galloppo - Più di vent’anni in mezzo e il desiderio di riprendere il pennello, per produrre nuove opere. Qualcosa è passato. Si è mosso e smosso nella società e nell’individuo, come ci spingono a pensare le numerose ellissi a volte nemmeno chiuse e concluse, come un passaggio che, inevitabile, è ancora in atto. E le forme più di prima si sovrappongono e sovrapponendosi producono altre sfumature, altri colori, altri sensi. Una maggiore ricerca di profondità e tridimensionalità rafforza l’idea del passaggio e del movimento».
Sarà possibile visitare la mostra nei seguenti orari: dal lunedì al sabato 9:30-12:30/16:00-20:00; la domenica 9:30-12:30.