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Con don Jean Claude nasce “Burundiamo”

L’associazione fondata dal viceparroco di Sant'Ippolisto vuole sostenere le fasce deboli dei villaggi del Burundi con il progetto Frantoio

Don Jean Claude con don Enzo

«È una goccia nell’oceano, ma è importante capire che tante piccole gocce, unite insieme, possono formare mari e oceani». È questo il messaggio principale che trapela dalle parole di don Jean Claude, da circa un anno viceparroco della parrocchia di Sant’Ippolisto, che ora sposa la causa delle terribili condizioni delle donne vedove e dei ragazzi di strada del Burundi. Proprio dall’impegno verso questa problematica, con il nuovo anno è nata l’associazione no-profit “Burundiamo” che ha deciso di portare avanti un progetto denominato FRANTOIO: si tratta di una iniziativa sorta dalla volontà di tre coppie italiane già impegnate nel sociale (Benevento, Vico Equense e Napoli) che, recatesi in Burundi assieme a Don Jean Claude, per il quale si è trattato di un ritorno alla patria natale dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta ad Atripalda, sono venuti a contatto con le precarie condizioni della realtà di quei territori dell’Africa centrale. Così, partiti per cercare punti d’appoggio necessari alla realizzazione di un gemellaggio con i giovani italiani tra i 20 e i 30 anni, si sono ritrovati a sentire il bisogno impellente di fare qualcosa per quella terra, di realizzare quella goccia tanto importante in un paese così tanto assetato di aiuto e solidarietà.

L’obiettivo è quello di aiutare le giovani donne a costruire un presente migliore per loro ed un futuro migliore per i giovani e per i loro figli: creando molteplici piccole cooperative nei villaggi situati lungo il lago Tanganica e comprando un frantoio che le sostenga. «Tutte queste zone - spiega don Jean Claude - sono interessate dalla produzione di olio di palma. Il frantoio servirà a trasformare i semi di scarto in mangime per gli animali e dunque contribuirà a nutrire il bestiame. Ogni cooperativa, poi, avrà cinque maiali che saranno nutriti con lo stesso mangime creando così un ciclo di auto sufficienza e di impegno. Grazie ai religiosi di quelle terre, che conosco e con cui sono in contatto, le donne vedove e i giovani potranno ricevere una formazione completa sul piano umano, cristiano e anche lavorativo: aiutando queste persone,inoltre, aiuteremo i bambini ad avere un futuro migliore evitando che vengano venduti dalle famiglie».

La raccolta di fondi per il progetto passa attraverso il conto corrente postale dell’associazione che, in quanto tale, garantisce trasparenza e sicurezza. Il codice fiscale relativo è 92077950647, il Numero di Conto corrente bancario è 0005/1366935 e l’Iban è IT57R0539275660000001366935. Ma non è solo economico l’aiuto che viene chiesto: «L’associazione è aperta a tutti coloro che abbiano voglia di impegnarsi attivamente- spiega il viceparroco- e di far parte di questo progetto di sensibilizzazione e solidarietà. Intanto, per coinvolgere tutta la cittadinanza, presentare il progetto e iniziare a raccogliere i fondi terremo tre serate di beneficenza presso il centro parrocchiale di Contrada Ischia. Sabato 22 gennaio, sabato 29 gennaio e sabato 2 febbraio, alle 18.00, organizzeremo tre Tombolate di beneficenza aperte a tutta la cittadinanza con la speranza che tutti sentano il richiamo della solidarietà fatta con il cuore e dell’impegno pulito mettendo insieme le nostre forze di comunione, la complementarietà e l’integrazione dei contributi di tutti i tipi: di idee, di tempo, materiali e di forza fisica».

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Commenti  

 
#1 Pompea 2012-02-28 14:24
Compliment!. Queste sono le vere iniziative umanitarie... unire la fede allo sviluppo e quindi alla lotta contro la povertà costituisce un impegno reale che trova solidarietà in tutti, ricchi e meno fracoltosi, salva la vita ai bisognosi e arricchisce l'animo di quelli più fortunati. A mio parere, questa è la vera essenza, laica o religiosa, di UMANITA''. Jan Claude... piacere di averti incontrato. A presto