In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Leopoldo Cassese, si sono svolte tre giornate di studi presso l'Archivio di Stato dell'Aquila, di Salerno e al Comune di Atripalda. I relatori intervenuti, hanno discusso sulla personalità del Cassese e delle sue pubblicazioni. All'incontro di Atripalda (29 ottobre 2010) presso la sala consiliare del Palazzo Civico erano presenti i figli Sabino e Antonio e i parenti del Cassese. Leopoldo Cassese nato in Atripalda il 28 gennaio 1901 e morto a Roma il 18 aprile 1960. I suoi genitori Sabino e Marianna Ferullo erano nativi di Atripalda e Salza Irpina. (V. Scheda di R. La Sala sul Cassese nel Dizionario Biografico degli Irpini, vol. 3°, E. Sellino Editore, Avellino 2009). Di un fatto poco noto agli studiosi, sulla vita del Cassese, già trattai in un mio articolo (V. Il settimanale cattolico irpino "Il Ponte" del 28/01/1989, p.5).
Non sto qui a discutere della forte personalità dell'uomo Cassese (intellettuale, studioso e ricercatore) ma di un periodo particolarmente difficile della sua vita, quando era direttore dell'Archivio di Stato di Salerno.
Nel 1943 (nel mese di settembre) durante la seconda guerra mondiale, quando la Campania venne sottoposta a duri bombardamenti, gli Alleati colpirono più volte Napoli, Salerno, Avellino e altri paesi, distruggendo quasi completamente Battipaglia.
Il Cassese, dotato di grande spirito civile, con impegno e senso di responsabilità, prima che avvenisse il peggio per la sede dell'Archivio di Stato di Salerno, mise in salvo gli antichi documenti custoditi di gran valore.
In quei giorni di paura, di disorientamento collettivo, si organizzò per trovare un edificio sicuro dove depositare e salvaguardare il pregevole materiale.
Custodisco delle lettere (fotocopie) che riguardano proprio l'operare del Cassese durante quei giorni insicuri, lettere che ebbi dal compianto mons. don Domenico Imbimbo parroco di Aiello del Sabato.
Riporto integralmente il testo di due lettere firmate dal Cassese con la dicitura "Real Archivio di Stato, sez. di Salerno", datate 2 luglio 1943 XXI.
La prima è indirizzata al Ministero dell'Interno Direz. Gen. dell'Amministrazione Civile - Ufficio Centrale Archivi di Stato - Roma.
"Si comunica a codesto Ministero che, riuscita vana la ricerca in provincia di Salerno di una località idonea a ricoverare del materiale pregevole di questo Archivio, dopo le incursioni del 21 e del 22 u. s., durante le quali, per fortuna, l'edificio non subì danni gravi, si reputò necessario estendere la ricerca in provincia di Avellino col consenso dell'Eccellenza il Prefetto.
Dopo infruttuose visite nei Comuni di Salza Irpina, Cesinali, Sorbo Serpico, Candida, Parolise, e Manocalzati, nei quali, a causa del gran numero di sfollati, non fu possibile ottenere un locale idoneo, finalmente se n'è trovato uno in Atripalda, sito nel Conservatorio di S. Maria della Purità, abitato da suore Clarisse.
Si ritiene che l'ambiente prescelto offra le necessarie garanzie per la conservazione del materiale, perché è indipendente dagli altri ambienti, è immune da umidità, pur essendo a pianterreno , è sormontato da volta a vela ed ha l'impiantito protetto da copertura di legno.
E' stato già in esso trasferito a mezzo di camion messo a disposizione delle Autorità Militari, il seguente materiale chiuso in casse 1° Medagliere Bilotti. 2° Raccolta di pergamene. 3° Fondo archivistico, cartaceo e membranaceo, del Monastero di S: Giorgio. 4° Carte della Scuola Medica Salernitana.
Si assicura che saranno al più presto possibile trasportati i 350 fasci di processi politici e circa cinquemila protocolli notarili dei secoli XIV, XV, XVI.
Si sente il dovere di segnalare a codesto Ministero il caloroso interessamento del Presidente del Consiglio di Amministrazione del predetto Conservatorio, Dott. Teodoro De Caprariis, il quale, dando prova di elevato spirito di comprensione e di collaborazione, d'intesa con l'Eccellenza il Vescovo di Avellino ha disposto che il locale in parola venisse senz'altro concesso gratuitamente a questo Archivio per tutta la durata della guerra, ed ha in tal modo reso possibile a questa Direzione di adempiere al compito reso oltremodo difficile dalla gravità del momento.
IL DIRETTORE Cassese.
Va rilevato che la scelta del Cassese fu fatta non solo per l'amore che nutriva del paese natio, ma anche per la sicurezza del convento e della Comunità delle suore (allora vivevano in clausura e durò fino al 1955).
La seconda lettera, invece, venne indirizzata al Presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio di S. Maria della Purità, Teodoro De Caprariis (anche lui atripaldese).
Il Cassese nella lettera lo ringrazia per la concessione del locale
Il Consiglio di Amministrazione del Conservatorio era formato con dei componenti del comune e dalla Badessa delle suore.
Una terza lettera datata, Avellino 9 luglio 1943 è del Vescovo Guido Luigi Bentivoglio, indirizzata anche al De Caprarriis.
Il Prefetto Zanframundo anche ringraziò (25 luglio 1943) per la concessione gratuita dei locali del Conservatorio.
Una ulteriore lettera (Avellino, 19/07/1944) proveniente dalla R. Prefettura e diretta al Monastero di S. Maria della Purità di Atripalda, reca scritto: " Il Direttore del R. Archivio di Stato di Salerno, nel far presente al Ministero dell'Interno che nei locali di cotesto Monastero è stato ricoverato tutto il pregevole materiale di detto Archivio in 180 casse, ove tuttora trovasi conservato, prego di elargire un sussidio per riparare i danni prodotti al fabbricato a causa d'incursioni belliche.
Si prega di inviare a questa Prefettura una istanza per sussidio debitamente documentata.
Il Prefetto - firma illeggibile.
Risulta che quei documenti a quella data fossero ancora in possesso delle suore di Atripalda.
l'ultima lettera del Comune di Atripalda (datata 1 ottobre 1944) è del sindaco Carmine Nazzaro che informa le suore di una concessione di lire 2000 per i danni che aveva subito il Monastero durante gli eventi bellici.
Nel settembre 1943 i tedeschi, pressati dalle truppe alleate si ritirarono da Atripalda, ma prima di andarsene minarono il ponte in via Circonvallazione, e il ponticello sul torrente Salzola nel rione Fiumitello.
La conseguente esplosione provocò danni alle abitazioni circostanti e al Convento delle suore, che si trova a poca distanza dal ponticello. Alla chiesa annessa ("S. Anna") crollò il catino absidale.
Il sussidio di cui si parla nelle lettere si riferisce proprio a tali danni che subirono la chiesa e le strutture del Monastero.
Inoltre, va ricordato che in quel periodo documenti dell'Archivio di Stato di Napoli erano stati sistemati nella villa "Montesano", presso San Paolo Belsito (NA) e che vennero bruciati dai militari tedeschi in ritirata.
Vi erano ben 866 casse di documenti, più 31.606 tra fasci, volumi e 54.372 pergamene, che finirono in cenere. Questo avvenimento è stato descritto nel mio volume. " la guerra nel Mandamento: 1943 bombe su Baiano". Nello stesso volume (p. 75) riguardo Atripalda ho scritto : "... dopo la bufera della guerra, tutti i reperti furono riportati nella loro sede (Archivio di Stato di Salerno). Le suore di Atripalda, in quel difficile momento ... si assunsero una grande responsabilità nel salvaguardare quei pregevoli documenti, che sono parte della nostra storia.
Gli Atripaldesi devono essere grati alle suore di Santa Maria della Purità, perché sono state sempre disponibili. Va ricordato che, anche dopo il sisma del 23 novembre 1980, il loro convento divenne deposito delle numerose opere d'arte di Atripalda (quadri, statue, arredi sacri...), fatti recuperare , per opera del sottoscritto e la collaborazione di alcuni amici (il Sac. Gerardo Capaldo, il Parroco Antonio Testa, della Parrocchia di Sant'Ippolisto Martire, Sabino Berardino e Sabino Biondi) dalle chiese e da altri siti storici del paese devastato".
Il Cassese per le sue ricerche storiche utilizzò proprio i documenti dell'Archivio di Stato di Salerno.
Galante Colucci