Da un anno si è formato un secondo gruppo formato da circa 40 ragazzi
Mettere insieme 40 ragazzi dai dieci, ai sedici, ai diciotto anni, nel pomeriggio di una domenica uggiosa non è impresa facile. Le nostre case sono confortevoli, i nostri figli hanno tutto: play station, computer, i-pod, giochi e altre diavolerie tecnologiche: perché uscire di casa? Non parliamo poi della onnipresente televisione che manda programmi intriganti, volgari e ammiccanti a tutte le ore. Perché uscire a bagnarsi e prendere freddo? Perché disturbare i genitori per farsi accompagnare, per andare dove? In chiesa? Anzi. Al vecchio prefabbricato di via Ischia, un tempo chiesa ed ora adibito a centro parrocchiale. Sì, domenica pomeriggio, sfidando pioggia, freddo e noia, più di 40 ragazzi erano là a discutere di MEG, di Gesù, di incontro, di stare insieme intorno ad un unico progetto di vita. Ma cos’è il MEG? Certamente dire MEG o UFO per alcuni è la medesima cosa, eppure è un Movimento nato 100 anni fa che raccoglie i Giovani intorno alla figura di Cristo Eucarestia e che, appunto come tutti i movimenti, non ha un luogo rigido di appartenenza ma è fluido e nel tempo si è diffuso in tutta la penisola, a macchia d’olio, anche nelle realtà più impensabili. Ad Atripalda il MEG esiste già da alcuni anni e ne fa parte un folto gruppo di giovani adolescenti. Da un anno circa si è formato un secondo gruppo formato dai bambini che hanno appena fatto la prima Comunione e che hanno iniziato il percorso per la Cresima. All’incontro, presieduto da don Enzo, era presente un giovane sacerdote Gesuita, padre Ciro, che ha illustrato alle mamme (poche in verità) e a tutti i ragazzi le finalità del movimento: vivere la messa, leggere il Vangelo, aiutare gli altri, essere il 13° Apostolo. La sua testimonianza è stata molto toccante e significativa, i ragazzi erano attenti e sicuramente presi dalle sue parole. È seguita una piccola rappresentazione teatrale, un sano momento di giochi e di…. dolcezza con dolci e caramelle. Poi tutti alla Messa serale. Queste sono le iniziative che fanno bene ai ragazzi. È inutile poi lamentarsi dei giovani d’oggi, vittime del consumismo, della depressione, della solitudine e, peggio, della droga, sbandati e alla ricerca di sogni che non ci sono più. Sono convinta che ai giovani, fin da subito vada donato un ideale, una bandiera, un’utopia, qualcosa che diventi col tempo passione e ragione di vita. Educhiamoli al pacifismo, all’uguaglianza, all’ambientalismo e, ancora meglio, portiamoli dove si parla di Cristo: tanto nel suo insegnamento sono racchiusi tutti questi valori. Domani il mondo sarà certamente migliore e ai nostri figli avremo donato la speranza che con il bene tutto è possibile.
Luciana Gambale