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Scuola al via fra psicosi, maestro unico e disagi

Al liceo un altro anno senza palestra, alle medie i laboratori slittano al pomeriggio, alle elementari l’incognita del maestro prevalente. La speranza di un anno sereno…

Parziale

Fra le novità delle riforma e le necessità di sempre, la scuola riparte anche ad Atripalda dove la prima campanella è già suonata.

I primi a tornare fra i banchi giovedì scorso sono stati gli alunni della scuola media statale “Masi”; dopo aver osservato per tre giorni l’orario breve da lunedì entrerà in vigore quello definitivo con ingresso alle lezioni alle 8.00 ed uscita alle 13.00. Da lunedì il rientro fra i banchi interessa anche gli studenti del liceo scientifico “De Caprariis” attesi in aula per le 8.15. Per la primaria e la scuola dell’infanzia gli orari sono diversificati. Alle elementari fino al 30 settembre le porte aprono alle 8.10 con la fine delle lezioni fissata alle 12.45 (dal primo ottobre 8.10-13.15). All’asilo per la mensa bisogna aspettare ottobre, fino ad allora si entra alle 8.00 e si esce alle13.00 (dal primo ottobre 8.30-15.30 dal lunedì al venerdì e il sabato 8.00-13.00).

La rivoluzione Gelmini in città ha prodotto effetti limitati e, almeno stando alle parole dei dirigenti, non ci saranno ripercussioni sulla qualità dell’insegnamento.

Al secondo anno del suo mandato il preside Giovanni Basso, atripaldese doc, spiega: «Il personale qui è in gran parte di ruolo. Certe politiche vanno comunque riviste perché non è possibile ritrovarsi a 50 anni senza lavoro. Mi auguro che inizi un anno sereno, che la scuola sia luogo di proficuo lavoro e di incontro». Si ripresenta puntuale ogni anno nell’istituto di via Appia il problema palestra: «I tempi di costruzione mi hanno assicurato che saranno rapidi, ma sappiamo come funziona…l’anno scorso qualche attività all’aperto potevamo farla, ora con le recinzioni del cantiere ed i lavori fermi al palo perderemo anche questo spazio. Un disagio che i miei alunni non meritano, sia per la maturità dimostrata in questi anni con lo svolgimento di assemblee in due turni, che per le inziative culturali portate avanti in assenza di spazi adeguati». Il liceo conterà 24 classi, 5 nelle sedi distaccate di Altavilla, 8 a Solofra, per una popolazione di 850 alunni di cui 550 a via Appia, confermando un calo rispetto agli anni d’oro.

Alla “Masi” di via Pianodardine nessun taglio come conferma la preside Virginia Sarni: «Ma abbiamo dovuto rinunciare ad attività di laboratorio che recupereremo in orario pomeridiano. La rimodulazione delle ore-cattedra porterà disagi per le supplenze, le attività formative però non verranno sminuite. Il mio augurio è che malgrado la crisi Atripalda sappia distinguersi per qualità». Alla “Masi” tiene il numero degli iscritti dopo i cali passati, con con 340 alunni per 5 sezioni complete.

La riforma affonda il colpo negli altri istituti: «Mentre per la scuola dell’infanzia non registriamo tagli - spiega il direttore didattico Elio Parziale - avremo 5 insegnanti ed un addetto alla segreteria in meno per la primaria; è il risultato dell’istituzione della figura del maestro prevalente (che insengerà italiano e matematica; per religione, educazione fisica e laboratori ci saranno altri docenti, ndr). Sono 30 le classi distribuite fra i plessi di via Manfredi e via Roma, 13 sezioni per la scuola dell’infanzia dislocate fra via Cesinali, via Appia e via san Giacomo: sul tema dell’influenza che in questi giorni ha fatto tanto discutere il direttore rassicura: «In questi giorni c’è stata un’ispezione dell’ufficiale sanitario che ha potuto constatare l’accurata pulizia effettuata per aule, spazi ed attrezzature. Insieme alle famiglie educheremo i bambini ad un’accurata igiene personale e a lavarsi frequentemente le mani».

Il maestra unico è la vera novità di quest’anno, quali i pro e i contro: «Di positivo - ci confida qualche insegnate - c’è che i bambini avranno un solo riferimento, ciò può aiutare sia nella didattica che nella formazione del carattere. Per gli insegnanti che sono a corto di matematica, invece, sarà bene una rinfrescata ai programmi per curare a fondo argomenti a cui forse non erano più abituati».

Sarni

Basso

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