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«Il Consorzio agrario resterà ad Atripalda»

I locali siti in via Pianodardine saranno venduti al miglior offerente ma la sede cittadina non sarà eliminata

Con l’apertura di un bando ufficiale, si è dato il via alla vendita dello stabile che accoglie da anni la sede atripaldese del Consorzio agrario interprovinciale. SI è giunti, dunque, alla chiusura della procedura concorsuale avviata dal commissario Giovanni Tomo, artefice della riapertura degli uffici avvenuta il 1 febbraio dello scorso anno e della contestuale riassunzione del personale. Un iter doveroso, come ha spiegato lo stesso professionista, necessario all’estinzione del quasi ventennale debito maturato con i fornitori che ammonta a circa 60 milioni di euro. La vendita del complesso di via Pianodardine significherà, dunque, la scomparsa del Consorzio? Pare proprio di no. Sembra, infatti, che il commissario Tomo abbia strappato alla “Luigi Strumolo Srl”, società che ha presentato un’offerta di acquisto della struttura pari a un milione e centomila euro, il comodato d’uso gratuito degli uffici. A pieno appannaggio dell’azienda, quindi, ci sarebbero l’ex tabacchificio, i locali caldaia e i depositi. Un vero e proprio affare che, se dovesse andare in porto, salverebbe i cosiddetti “capre e cavoli”, salvaguardando sia posti di lavoro dei dipendenti del Consorzio atripaldese, sia la rete di contatti che la struttura ha intessuto in decenni di attività. Certo, non è escluso che entro l’8 novembre, data in cui saranno aperte le buste e si chiuderà ufficialmente l’asta, arrivino offerte migliori che potrebbero non prevedere tale postilla all’interno dell’offerta d’acquisto. In questo caso, comunque, lo stesso Tomo ha assicurato che si troverebbero soluzioni alternative, come l’affitto di una sede all’interno del territorio atripaldese, in modo tale da assicurare la prosecuzione delle attività del Consorzio e la salvaguardia di professionalità che da anni si battono affinché il Consorzio resti punto di riferimento per il mondo agricolo irpino.

La posizione del Commissario liquidatore

Egr. Direttore,

Le segnalo che, proprio per completare il progetto di rilancio e la definitiva chiusura della procedura concorsuale, è necessario completare l'opera iniziata durante la mia gestione pagando i fornitori che attendono ormai da 18 anni attraverso un concordato che offra ogni garanzia di liquidare le loro posizioni. Per fare tutto ciò è necessario mettere a disposizione dei creditori tutto il patrimonio altrimenti il Tribunale non potrà mai approvare un concordato che ne limiti le risorse.

Orbene, la proposta che è pervenuta, e che costituirà base di una asta pubblica che si terrà il giorno 8 novembre, prevede la garanzia per i dipendenti che la sede degli uffici di direzione, unici locali utilizzati, rimanga a disposizione del Consorzio gratuitamente per un periodo di ulteriori 5 anni.

La dismissione è quindi solo frutto di un passaggio doveroso per chiudere con la procedura concorsuale e poter serenamente pensare a mettere ulteriormente in pratica tutte le strategie avviate in questo periodo di rilancio nella gestione in bonis a regime che auspichiamo di poter avviare quanto prima, conclusa la fase di concordato autorizzata dal Ministero nei giorni scorsi.

Giovanni Tomo

La posizione dei lavoratori

Si rende noto che il Consorzio Agrario avendo acquisito l’autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico è ormai prossimo il deposito presso il Tribunale di Salerno della proposta di Concordato preventivo, a seguito della quale è molto probabile che il Consorzio ritorni in bonis e quindi in regime ordinario.

Inoltre, circa la specializzazione del personale, basti dire che le undici unità attualmente in servizio sono tutte in possesso del diploma superiore e circa la metà con diploma di laurea, nonché con un’anzianità di servizio mediamente trentennale. Senza dire che gli stessi dipendenti, sensibili alla crisi aziendale e per la salvaguardia dei posti di lavoro, non si sono mai sottratti ad impegni superiori e talvolta non consoni al loro inquadramento contrattuale.

Se il Consorzio, pur nelle note travagliate vicende, ha potuto continuare a fornire i propri servizi agli agricoltori campani, lo si deve anche e forse principalmente, alle professionalità di questo personale.

Il personale del Consorzio Agrario

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