Mercoledì, 17 Lug 24

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Convegno al Comune sull'illustre figura di Francesco Rapolla

Questo pomeriggio (ore 17:30), nella sala consiliare del Comune, si terrà una conferenza alla quale parteciperà, tra gli altri, il docente universitario Barra

Nuovo appuntamento culturale per la Pro Loco di Atripalda. In occasione del 250° anniversario della morte dell’illustre docente universitario Francesco Rapolla, la Pro Loco, appunto, l’associazione “Piazza Grande” e la rivista “Nuovo Meridionalismo, promuovono un convegno di studio sul tema: Francesco Rapolla - Diritto e politica nel ‘700 borbonico L’iniziativa, alla quale hanno dato la loro adesione esponenti della cultura storico-giuridica e che si avvale del patrocinio del Comune di Atripalda e dell’Ordine Forense di Avellino, si terrà questo pomeriggio, presso la sala consiliare del Palazzo Civico di Atripalda. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo, dell’ avv. Fabio Benigni, presidente Ordine Forense di Avellino, di Raffaele Labate, presidente associazione Pro Loco, della dr.ssa Nunzia Battista, presidente associazione “Piazza Grande”, dell’avv. Generoso Benigni, direttore di “Nuovo Meridionalismo”, seguiranno le relazioni del prof. Raffaele La Sala e dell’avv. Teodoro Russo. Le conclusioni del convegno sono affidate al prof. Francesco Barra, Ordinario di Storia Moderna presso l’Università di Salerno.

Francesco Rapolla (Atripalda 1701-Napoli 1762) Docente di istituzioni canoniche, diritto romano e diritto feudale nell’università di Napoli, poi magistrato, Giudice della Vicaria, Segretario della R. Camera di S. Chiara, Presidente della R. Camera della Sommaria, Consigliere Supremo del Tribunale Misto, Rapolla fu anche governatore di Pozzuoli, Taranto ed Ariano. Carlo III dovendosi istituire a Napoli un primo tribunale di commercio “lo scelse a far parte della commissione che ne doveva descrivere e i riti e le leggi”. Appena venticinquenne pubblicò “De iureconsulto, sive de ratione discendi interpretandique iuris civilis libri II”, 1726 un breve trattato sulla formazione del giurista, un ‘classico’, recentemente (nel 2006) ripubblicato da Il Mulino nella prestigiosa collana di Storia dell’Avvocatura in Italia. Alcuni anni più tardi diede alle stampe una Difesa della giurisprudenza, 1744 (in polemica con i Difetti della giurisprudenza di L. A. Muratori) e nel 1746 4 volumi di Commentaria de iure regni Neapolitani. Opere che ancora oggi sono oggetto di riflessione critica e di attenzione scientifica. Si legga, per esempio Italo Birocchi, uno dei massimi studiosi di Rapolla che nel saggio Giurisprudenza umanistica e diritto patrio in Francesco Rapolla scrive che il “De juriconsulto” rientrava nel programma dei primi esponenti neoculti che, predicando il rifiuto del principio d’autorità e il ritorno alle fonti, si erano dati alla ricostruzione storica e all’analisi dei testi romani, sul presupposto che la loro utilizzazione per la società del presente fosse necessaria per conoscere i fondamenti razionali del diritto contro le ‘deformazioni’ (ritenute arbitrarie ed interessate) dei prammatici. L’acquisizione storica e sistematica del diritto romano era ritenuta perciò il requisito basilare dell’educazione del giurista.

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