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Christian Maffeo al Corsera: ecco come ce l’ho fatta

Il quotidiano nazionale ha dedicato spazio ad un giovane atripaldese che da sei anni si occupa di marketing estero

Christian Maffeo

Di origini nostrane e figlio di Ferdinando Maffeo, atripaldese trapiantato a Roma, Christian Maffeo ha fatto capolino sulle pagine del Corriere della Sera del 13 luglio 2012 come esempio positivo di giovane lavoratore all’estero. Ha infatti raccontato la sua esperienza di 32enne che da ben sei anni lavora all’estero e che ha maturato la sua prima esperienza lavorativa a solo un mese di distanza dalla laurea in Economia conseguita nella capitale.

Il primo passo è stato quello di inviare una domanda per una borsa di studio per tesi all’estero, poi vinta: da li la partenza per l’Antwerpen Universiteit, in Belgio, e sei mesi di ricerca sull’organizzazione logistica dell’aeroporto di Anversa, tema della tesi poi discussa a Roma. Subito dopo la laurea, vende la sua utilitaria e si imbarca su un volo di sola andata per Helsinki “affascinato dal mito dell’efficienza scandinava”. Mito che, tuttavia, non si conferma immediatamente.

Il primo impiego, infatti, è quello di lavapiatti presso le mense aziendali durato qualche mese prima dell’arrivo dell’offerta giusta: Kay account Manager alla Mozo ltd che lo terrà occupato per ben tre anni prima di iniziare a sentire il bisogno di crescere. Christian decide, così, di trasferirsi a Stoccolma e inizia a lavorare alla Grow ab (una delle migliori branding agency svedesi) come Account director. Resta a Stoccolma per un anno e mezzo prima dell’avanzamento di carriera giunto grazie ad una “soffiata” su un volo Monaco-Stoccolma da parte di un suo vecchio cliente: la presenza di una posizione aperta in SabMiller come International marketing manager di Peroni Nastro Azzurro, con sede a Praga. Neanche a dirlo, Christian occuperà quella posizione nella quale lavora dal 2010: “sono soddisfatto- conclude- perché qui, ad un giovane, si danno responsabilità impensabili in Italia”.

Un’esperienza che infonde coraggio e speranza a tutti i giovani seppur fuori dal proprio paese e che comunque non può non essere fonte di orgoglio per tutti gli atripaldesi, trapiantati e non.

L'articolo che gli ha dedicato il Corriere della Sera

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