Martedì, 16 Lug 24

Tu sei qui:

Lepore, il poeta che buca l’anima

Il 18enne atripaldese è uno dei più validi autori irpini in erba. In fase di pubblicazione la sua raccolta “Poesie in cassa di integrazione” della casa editrice Il Papavero

Antonio Lepore

Antonio Lepore, 18enne figlio di un carabinieri in servizio ad Atripalda e di una casalinga, è un  poeta contemporaneo atripaldese. E’ incluso nella cerchia dei più validi ragazzi presenti nel panorama irpino, proprio tra quelli che hanno avviato un discorso poetico di testimonianza della condizione giovanile in seno ad una società di adulti ancora in cerca di identità e di un futuro. Un discorso sulla fresca ed esuberante poesia non può non tener conto dei problemi della società che li circonda, quelli che devono affrontare all'ombra degli adulti. Si tratta, spesso, di voci di dissenso e di protesta, ma anche di speranza, di fiducia, di amore alla vita. Il 18enne atripaldese cerca nella poesia non l' attuarsi di una moda, ma il rivelarsi dell'esistenza stessa dell'arte, raccontando con immediatezza tutto ciò che è attuale, nel tentativo di fissare questi momenti per sempre. I suoi versi esprimono con rara efficacia la dura realtà, come la difficoltà a trovare un’ occupazione o il dramma di quelle persone che perdono il posto in fabbrica, di chi non ha un lavoro e di chi tira avanti in cassa integrazione. Questi sono i temi che tratta Lepore, con ironia e con leggerezza, ma si legge tra le righe quel desiderio di liberazione e di riscatto che anima la sua generazione, in parte deluso, che costringe tanti giovani ad invecchiare accanto ai genitori, privi ormai di sogni. Antonio ha raccolto le sue opere più importanti, circa una quarantina, scritte da quando aveva 14 anni ed era alunno del Liceo Scientifico De Caprariis di Atripalda, fino ad oggi, studente della facoltà di lettere moderne dell'Università di Fisciano. C'è chi crede in lui, come Donatella De Bartolomeis che grazie alla casa editrice Il Papavero lo ha invitato a pubblicare le sue poesie in un libretto dal titolo provvisorio "Poesie in cassa integrazione", emblematico proprio dei nostri tempi. Lepore, però, ha anche raccontato le sere ad Arcore, delle feste e di quella voglia tutta italiana di esaltare chi se lo può permettere alla faccia di chi invece resta a guardare. Nelle sue strofe traspare la voglia di narrare la cruda realtà come fa il corrispondente di cronaca nera, perché come dice lui, dentro ha un sogno, quello di diventare giornalista. A chi gli chiede se il poeta deve essere necessariamente folle, lui risponde che lo è solo per difendersi, perché essenzialmente è un soggetto fragilissimo. Ha un’innata capacità passare dalle letture impegnate e dal compendio di latino, ai racconti di fantascienza o di gialli con disinvoltura, la sua cultura è prevalentemente classica, ama la storia e il passato ed immedesimarsi nelle proprie narrazioni. Non si ispira ai poeti contemporanei o a quelli della contestazione giovanile, ma  alle novelle di Rino Gaetano e alla sua purezza d'animo. Lepore è felice di questa esperienza che lo lancia tra i  più promettenti poeti irpini in erba: "Ringrazio quanti credono in me, alla Casa Editrice il Papavero, alla signora De Bartolomeis, alla mia famiglia e anche a Sara a cui ho dedicato il libretto. Lo scopo di queste poesie è quello che scavare nell'animo di avvicinare i giovani alla lettura, a porsi delle domande e trovare delle risposte. Gli argomenti non mancano e nelle poesie c'è molta ironia, consiglio di leggerle davvero. Racconto la società con un filo di ironia, ma cerco sempre di dare alla fine sempre una speranza, perché noi giovani dobbiamo credere in una società migliore, dobbiamo sognare e dobbiamo continuare a fare i nostri progetti, non basta indignarsi e agire con rabbia, bisogna agire". Il libretto di poesie è in fase di pubblicazione, presto sarà presentato alla stampa e al pubblico e messo in vendita, una sfida che profuma di giovinezza.

E-mail Stampa PDF