I mutamenti socioculturali e tecnologici intervenuti in questi ultimi anni sono stati tali, tanti e talmente veloci da produrre una frattura tra le generazioni
La festività di quest’anno è andata in… bianco e non solo! Preceduta da molte polemiche circa la scelta del Comitato Festa di spostare la processione al pomeriggio, ha creato un po’ di malcontento tra i molti devoti del nostro Santo. Gli atripaldesi hanno sempre avuto una particolare venerazione per il santo patrono S. Sabino, festeggiato con particolare sfarzo e solennità in tutta la città, con molta affluenza di forestieri. Il giorno 9 febbraio, subordinato agli umori del tempo, si svolge la solenne processione per la città del busto argenteo risalente al 1787 - orgoglio degli atripaldesi - che sostituì la statua di argento dorato del ’600. Riportiamo una vecchia credenza popolare, citata dal nostro concittadino Sabino Barberio nel volume “Dissertazione critico storica del Tripaldo poi Atripalda e suo celebre Santuario” Ed. 1778: «In Atripalda il 9 febbraio si celebra colla possibile solennità e pompa, e col concorso dei luoghi con vicini, la festività di San Sabino; tempi che per qualità della stagione sono i più rigidi, e datosi il caso di nevi e piogge, pare verso il mezzo giorno, ora che suole portarsi processionalmente per tutta la terra la statua del Santo in cui si osserva il sacro capo coll’unione di tutte le altre statue dei Santi Patroni e coll’accompagnamento del Clero, Secolare, Regolare, e Fratrie, si è veduto rischiarare il tempo, come in un bello aprile; splendere il cielo, ed asciugare il suolo; e dicono quei cittadini - Lo vecchio gruppo vuole uscire - ». I festeggiamenti invernali di S. Sabino rimarranno memorabili per le straordinarie precipitazioni di neve che hanno flagellato il nostro paese quasi all’inizio della novena ed hanno visto splendere un po’ di sole proprio a mezzogiorno del 9 febbraio!
Le tradizioni popolari hanno ancora un ruolo importante nella nostra vita attuale?
Le tradizioni rappresentano la continuità della vita con i suoi autentici valori; trasmesse di generazione, esse costituiscono il patrimonio di ogni comunità. Mi chiedo: siamo ancora capaci di trasmettere ai più giovani la forza e la bellezza della secolare devozione al nostro amato S. Sabino? I mutamenti socioculturali e tecnologici intervenuti in questi ultimi anni sono stati tali, tanti e talmente veloci da produrre una frattura tra le generazioni. I giovani non hanno più la percezione di un sentimento religioso condiviso, tradizionale, stabile. Il nostro auspicio è far rivivere la tradizione locale con la innovazione: recuperare e valorizzare la nostra cultura storica e religiosa attraverso l’apprendimento intergenerazionale. Se gli anziani (custodi e garanti della tradizione) saranno capaci di mettersi in ascolto dei giovani, condividendo con essi la ricchezza di conoscenze ed esperienze, ne favoriranno una maggiore partecipazione alla vita sociale e religiosa della nostra amata comunità. S. Sabino è parte integrante della nostra storia: la sua intercessione presso il Signore ci conforti e ci incoraggi nel cammino.