Martedì, 16 Lug 24

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La Via Crucis ’ncoppa a “Preta ’ra Maronna”

Venerdì scorso, per la prima volta, un folto gruppo di fedeli ha percorso la stradina di contrada Pietramara toccando le quindici stazioni dipinte su tegola e realizzate da Carmine Tranchese

La Via Crucis si ripeterà il 15 aprile

In occasione del primo venerdì di Quaresima, Atripalda ha conosciuto un nuovo calvario e, per fortuna, non in senso metaforico. Il riferimento riguarda una Via Crucis all’aperto e artistica che è stata installata lungo la stradina di contrada Pietra Mara che, costeggiando il palazzo ducale, conduce alla “A Preta ‘ra Maronna”, ovvero nel luogo dove accanto ad una pietra ormai leggendaria è stata edificata una piccola cappella a protezione della Madonnina di Lourdes. Lungo una ripida salita che comprende anche il passaggio a livello della linea ferroviaria Avellino-Rocchetta, sono state dunque installate le quindici stazioni della Passione di Cristo realizzate, con dipinti su tegole, dall’artista e artigiano atripaldese Carmine Tranchese. A portare avanti l’iniziativa nel tempo è stato il parroco di Sant’Ippolisto Don Enzo De Stefano e le varie stazioni sono state offerte da quindici famiglie “benefattrici” i cui nomi sono incisi sulle apposite targhette. La volontà di realizzare quest’opera fu espressa dallo stesso parroco circa un anno fa e la realizzazione confermata nel corso della messa in onore di Santa Maria Regina (che si tiene una volta all’anno) presso la stessa cappelletta della Madonna. Quella che si può definire come un’inaugurazione cerimoniale si è invece svolta venerdì 11 marzo con la Via Crucis sul far del tramonto alla presenza del sindaco Laurenzano, la cui famiglia ha offerto la prima stazione, che ha portato la croce per un tratto della funzione, presieduta dallo stesso don Enzo. Una ventina circa le persone presenti, nonostante il tutto non abbia avuto grande risonanza o pubblicità,e molto faticoso sia il percorso della ripida salita. Le tegole, decorate in uno stile classicheggiante, sono state istallate in apposite edicole protette da vetro se presente il supporto del muro oppure inserite in una cornice posta alla sommità di un palo. La stanchezza del Calvario porta alla sommità del percorso, a quella pietra dove la tradizione vuole che San Guglielmo si fosse fermato a riposare e dalla quale abbia visto Monte Vergine e pensato alla fondazione dell’Abazia benedettina, durante il suo peregrinare alla ricerca di luoghi riparati per una scelta di vita ascetica e ritirata. La stessa pietra attorno alla quale, negli anni ’90, volenterosi contadini crearono un angolo di pace e di raccoglimento ponendovi la figura della Madonna, strappando la zona dal degrado e l’isolamento. La stessa pietra che, oggi punto di pace e riflessione per molti (anche grazie alla bellezza e la pace del paesaggio), si è trasformata in punto d’arrivo per un percorso di sofferenza che altro non è se non metafora della vita. L’appuntamento si ripeterà venerdì 15 aprile, in preparazione anche della settimana Santa.

Il fotoservizio completo realizzato da Biagio Venezia è disponibile nella fotogallery.

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