Martedì, 16 Lug 24

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È scomparso Nicola Elia, storico opinionista dell’Avellino calcio

Il decesso causato da un arresto cardiocircolatorio. I funerali si sono svolti questa mattina

Nicola Elia aveva 58 anni

Si è spento ieri mattina, all’età di 58 anni, Nicola Elia, conosciuto in città come l’opinionista per antonomasia dell’Avellino calcio. Da tempo Elia soffriva di vari scompensi fisici, fra cui anche la perdita della voce, che lo ha costretto a disertare gli schermi televisivi locali dove amava discettare di calcio. Il decesso è stato causato da un arresto cardiocircolatorio. I funerali si sono svolti questa mattina. il primo a commentare la scomparsa di Nicola Elia è stato il consigliere comunale Raffaele La Sala. Ecco la sua testimonianza:

Se n'è andato stamattina, stroncato appena cinquattottenne, Nicola Elia. Tenne accesa una luce, nel container salumeria, emporio, tutto... trasferendo a contrada Alvanite il piccolo alimentari gestito con la mamma Edda a piazza Garibaldi e spazzato via dal terremoto. Una diaspora necessaria, ma senza grosse illusioni e che anzi - da subito - fece misurare la distanza del quartiere dalla vita cittadina (troppo lontano, troppo isolato, troppo buio...), una constatazione che già ne lasciava presagire il degrado. Se ne parlava nei pomeriggi d'estate, o nelle sere d'inverno, quando Nicola raccontava aneddoti e storie (ma spiccava su tutte la sua amicizia fraterna con Franco Malvano, compagno di naja e di avventure). Tifoso, forse perfino ultras, insomma un vero e proprio 'lupo irpino', aveva seguito l'Avellino nella sua ascesa in serie A (e poi anche nel lento inesorabile declino) e familiarizzato con calciatori e dirigenti.

Nicola tenne duro finché poté, nel container di Alvanite, ma ad un certo punto fu costretto a firmare la resa.
Poi ci fu la lunga e felice parentesi della televisione: mise a frutto la sua passione e la sua parola fluida e sferzante per farsi apprezzato (e contestato) commentatore sportivo, anzi calcistico. A me, che poco o niente capivo di calcio (ma che lo avevo seguito con curiosità in qualche trasferta: ne ricordo una sfortunatissima a Bari, finita - mi pare - con un risultato tennistico e parecchi contusi) sembrava documentato, rigoroso, migliore di tanti altri, anche se assai spesso doveva tuonare con il suo vocione per farsi sentire.
Finì anche questa esperienza e Nicola non fu più lo stesso, per quanto si sforzasse di apparire quello di sempre. E allora sentì tutto il peso di una salute che si faceva sempre più fragile e furono Gerardo Piscopo, medico ed amico, Vittorio, Artenio e pochi altri a doverlo incoraggiare e sostenere.
Nicola ha rappresentato una parte della autentica storia 'popolare' della nostra Città. Lo ricordo con commosso affetto.

La sua abitazione in Piazza

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