Non c’è alcuna certezza per la sorte dei venti dipendenti. Respinte le proposte del commissario liquidatore. Chiesto un tavolo anti-crisi
Mercoledì 20 ottobre, gli operai del Consorzio Agrario Salerno-Napoli- Avellino di via Pianodardine non hanno potuto riprendere l’attività lavorativa regolarmente poiché una ordinanza emessa dall’Ufficio Tecnico Comunale, a seguito di una relazione di inagibilità di alcune strutture (impianto elettrico e cisterna a gas esterna non a norma, mancanza di certificati di staticità per l’agibilità di alcuni locali) effettuata dai Vigili del Fuoco, ne ha determinato la chiusura. La questione è maggiormente spinosa poiché presso il consorzio era in atto una procedura di liquidazione e di mobilità per molti dipendenti: che ora non hanno nulla tra le mani e nessuna garanzia per il futuro. Sin da mercoledì ci sono state proteste e movimenti sindacali ed, in particolare, alcune delegazioni si erano rivolte direttamente al primo cittadino già nella giornata di venerdì per ottenerne la spiegazione relativa alla chiusura. Parallelamente, però, Laurenzano si era impegnato ad affrontare tutte le problematiche di competenza comunale e dunque anche a riconsiderare l’ordinanza attraverso un sopralluogo dell’Utc. Il sopralluogo si è svolto nel pomeriggio di martedì 26 ottobre, a seguito della riunione che il sindaco Laurenzano ha tenuto con il commissario Liquidatore Giovanni Tomo e l’assessore provinciale al Lavoro Giovanni Solimene. «Al Commissario Tomo e alle Rsa ho garantito il pieno appoggio dell'Amministrazione comunale per quanto riguarda il provvedimento dell'Utc di chiusura di alcuni locali dello stabilimento - ha spiegato il sindaco di Atripalda - Ho già dato la mia disponibilità e quella dell'Amministrazione comunale di Atripalda ad ospitare i venti operai per un paio di mesi, il tempo necessario per trovare una soluzione al problema: la mia priorità resta quella di difendere, finché sarà possibile e per il tempo più lungo, i posti di lavoro degli operai»
La proposizione del sindaco, per il momento, appare attuale e necessaria poiché a seguito del sopralluogo, i tecnici comunali, sono ora impegnati a confrontare i dati con i parametri previsti dalla legge per salvare il salvabile. Inoltre dall’incontro tra i rappresentanti sindacali ed il liquidatore, Giovanni Tomo ,non è venuto fuori nulla di buono. L’ipotesi rigettata era quella di procedere a nove prepensionamenti con un premio incentivante di 7mila euro. Parallelamente ad una fase di rilancio del Consorzio (a quanto pare è volontà del governo chiuderli in tutta Italia), gli altri undici dipendenti avrebbero dovuto continuare a lavorare per un periodo di sperimentazione. A questo punto prenderà avvio una lunga serie di vertenze individuali mentre dai sindacati giunge la richiesta di un tavolo anti-crisi che coinvolga anche l’Assessore provinciale al Lavoro Giuseppe Solimene.
Tutto resta sospeso e precario.