Martedì, 16 Lug 24

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Rinasce il “Gruppo teatrale atripaldese”

A metà degli anni ’70 ha avuto grande successo, oggi cerca di trasmettere quella passione ai più giovani

Anni ’70 - “Li neputi de lu sinneco” in scena all’l’Ideal

Un’iniziativa che affonda le proprie radici nel passato, nell’idea di un gruppo di ragazzi atripaldesi di riunirsi per organizzare spettacoli teatrali in piena autonomia. A distanza di quasi 40anni, il “Gruppo Teatrale Atripaldese” si è riunito, costituendo un’associazione, provvista di statuto e di sede presso la confraternita di Santa Monica in piazza Vittorio Veneto. Nel lontano ’73, alcuni giovani, poco più che ventenni, iniziarono ad incontrarsi presso il salone del convento di San Pasquale, riuscendo, negli anni successivi a portare in scena, durante il periodo natalizio, spettacoli di qualità. Il successo di pubblico raggiunto li convinse a continuare il loro impegno, fin quando la tragedia del terremoto, con il suo devastante impatto, congelò tutto. Congelò , appunto, ma non riuscì a cancellare la passione per il teatro dello zoccolo duro del gruppo che, quasi casualmente, si è riunito attraverso l’incontro dei cinque fondatori Angelo Cerrito, Giovanni Iannaccone, Angelo D’Agostino, Vincenzo Amoroso e Lorenzo Tomasetta. E proprio quest’ultimo, ha voluto raccontare la passione per il teatro che ancora li pervade: «Non abbiamo mai dimenticato quegli anni e siamo davvero felici di aver ripreso ad incontrarci. Con la costituzione di un’associazione culturale in piena regola, abbiamo gettato basi importanti affinché questo gruppo duri nel tempo e si consolidi. Recentemente, quando ci siamo nuovamente incontrati dopo tanto tempo siamo subito tutti convenuti sul concetto di “futuro” perché non vogliamo che i nostri sforzi si esauriscano in breve tempo, tutt’altro. Il nostro obiettivo è quello di continuare le nostre attività attingendo alla nuova linfa atripaldese. Ecco perché, da un po’ di tempo, ci stiamo incontrando tutti i lunedì alle 19,30, con la speranza che i giovani possano avvicinarsi a questo progetto e possano entrarne a far parte. Nel ’73, spontaneamente, mettemmo in scena, tra di noi, nel salone del convento, uno spettacolo durante le feste di natale. Sketch napoletani, canti popolari e finanche una commedia di De Filippo ci regalarono successo e soddisfazioni, al punto di sentirci in grado di fare qualcosa di più. Poi qualcuno ha abbandonato, altri hanno continuato con altre persone. Ora siamo in cinque e stiamo incominciando a discutere su cosa fare e come farlo. Col tempo vorremo trovare una sede con spazi maggiori per progredire con le attività. Non vogliamo solo noi riproporci sul palcoscenico ma allargare il discorso ai giovani e creare delle basi importanti e culturali».

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