Il direttore della Primaria ha accettato l’incarico: «Sono pronto, ma non sarà facile: troppi plessi e con carenze strutturali». Intitolati a Mazzetti e Collodi gli edifici di via Manfredi e via Adamo
Adesso è ufficiale: sarà Elio Parziale a dirigere l’istituto comprensivo di Atripalda. L’interessato ha accettato l’incarico, anche se il circolo didattico e la scuola media continueranno a restare autonomi fino al 31 agosto. Il 1° settembre nascerà ufficialmente l’istituto comprensivo di Atripalda che, con oltre 1.300 alunni, è il più grande della provincia di Avellino. E lunedì 16 settembre, giorno di San Sabino, suonerà la prima campanella dell’anno scolastico che si concluderà il 7 giugno 2014. Ed è notizia di questi giorni che, finalmente, la giunta comunale, dopo tre anni, ha accolto la richiesta di intitolare due plessi ancora anonimi: la Primaria di via Manfredi porterà il nome di Roberto Mazzetti e la materna di via Adamo quello di Carlo Collodi.
Direttore, l’attende una bella sfida...
«Ne sono consapevole e pur ritenendo che l’accorpamento sia stata una forzatura, sono pronto a tirarmi su le maniche».
E’ sempre dell’avviso che l’unificazione poteva essere evitata?
«Altri comuni ci sono riusciti, addirittura Solofra, con una popolazione scolastica simile a quella di Atripalda, ha conservato due istituti. Credo che pur di evitare l’accorpamento con Manocalzati, l’Amministrazione comunale si sia accontentata della soluzione apparentemente più scontata».
Quali saranno le difficoltà maggiori?
«La gestione di un istituto così grande, dal punto di vista organizzativo e didattico, è piuttosto complessa e ce ne stiamo già accorgendo, impegnati come siamo a rifare tutto daccapo, dai codici fiscali ai bilanci. Tuttavia, non è questo l’aspetto che più ci preoccupa perché è il nostro lavoro e perché siamo consapevoli di poter contare su docenti e collaboratori scolastici seri e affidabili. Il timore maggiore riguarda le condizioni dei sei plessi, ognuno dei quali presenta specifici problemi di natura strutturale, e la gestione dei servizi come mensa e trasporto, ovvero gli elementi che generalmente creano più tensione fra i genitori. Le segnalazioni e le richieste di intervento sono già state inoltrate al Comune».
L’Amministrazione, dopo aver spinto per l’istituto unico, che garanzie vi ha dato?
«Per ora ancora nessuna. Ma non mi sorprendo perché credo che siamo ancora lontani dal ritenere la scuola un bene pubblico di primaria importanza. Posso solo augurarmi che da parte dell’Amministrazione ci sia più consapevolezza per una sfida che non è solo della scuola, ma di tutta la città».
Che tempi prevede per una piena integrazione?
«Non saprei dire, anche perché siamo concentrati a garantire un avvio dignitoso delle attività didattiche. Il resto verrà più avanti. Altre realtà hanno impiegato almeno due anni per assorbire il cambiamento. Ce la metteremo tutta, ma spero che fra docenti, genitori e amministratori si instauri un bel clima di collaborazione. Sicuramente commetteremo qualche errore, ma siamo pronti ad ascoltare tutti i suggerimenti che potranno arrivare».
Un solo dirigente per 6 plessi e 1.300 alunni: come organizzerà il proprio lavoro?
«La direzione resterà nell’edificio di via Roma e i plessi avranno un proprio responsabile che all’attività didattica affiancherà quella gestionale. Ma io sarò dappertutto».