Esperti del settore si sono confrontati su una tematica che è salita alla ribalta della cronaca nazionale
Si è tenuto ieri ad Atripalda il convegno “Ambiente, Salute e Territorio”. Hanno preso parte all’evento importanti studiosi del settore come il dottore Alfredo Mazza, autore di un dossier intitolato “Il triangolo della morte”: nel mese di agosto del 2004 il suo studio è stato pubblicato dalla rivista scientifica “The lancet oncology”. Il triangolo cui si riferisce Mazza è quello compreso tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano; in queste zone il rischio di malattie tumorali è certamente più alto rispetto a un altro posto della nostra penisola. “Stiamo pagando gli sbagli di una cattiva politica: le istituzioni sono state complici di tale scempio poiché hanno retto per anni un sistema malato. Per l’emergenza rifiuti in Campania è stato dissipato un miliardo di euro; è un business che è secondo soltanto a quello del terremoto del 1980”. È lapidario Mazza, non usa giri di parole per esporre in maniera cruda la questione. “I dati dell’ARPAC evidenziano che in Campania sono state scoperte circa 6.000 discariche abusive di natura tossica: il nostro territorio è saturo di diossina. Alla luce di ciò, credo che ci sia una differenza tra il paese reale e quello politico”. Certamente il dottor Mazza ha messo in risalto un problema molto importante per le nostre terre. Ma la via di uscita è ancora lontana: la terra dei fuochi suscita timore in tutta Italia e i nostri prodotti sono boicottati da molte aziende del nord.
In perfetta sintonia l’autore del “Triangolo della morte” il dottore Claudio Ferrara, oncologo della Città Ospedaliera di Avellino, rimarca la drammatica vicenda. “Il vero problema? I rifiuti tossiti che hanno reso l’aria malata. Oramai il rischio di un tumore è molto elevato e occorre seriamente rimboccarsi le maniche per un futuro migliore”. Ciò è vero: questa condizione ha praticamente demolito le nostre speranze ed è difficile convivere con un territorio malsano e portatore di malattie. Pertanto la fiducia manca; soltanto gli uomini di buona volontà possono far leva sui nostri animi. Uno di questi è chiaramente Don Angelo Manganiello, presente anch’egli al convegno. Il sacerdote è il presidente dell’associazione di legalità “Ultimi” che oggi prenderà parte a Napoli alla manifestazione contro il biocidio denominata #fiumeinpiena. “Attendo un sussulto di orgoglio da parte dei cittadini per risvegliare le coscienze anche in Irpinia”. Così Don Angelo ha cercato di smuovere dal “sonno” le giovani generazioni intorpidite dalle false promesse.
Quello che è emerso dal dibattito deve assolutamente far riflettere: è impensabile immaginare di cambiare mentalità senza modificare stile di vita. Ed è quello che il dottor Filomeno Caruso dell’Isde Campania ha invitato a fare. “Purtroppo tutta la regione è inquinata. Anche la carne è cancerogena. Una dieta vegetariana non è sbagliata poiché una corretta alimentazione è alla base di una vita sana”. Effettivamente anche Umberto Veronesi sostiene che la dieta vegetariana aiuti a prevenire l’insorgere di gravi malattie come il cancro.
Per tenere sempre alta la guardia è necessario prestare attenzione alla nostra realtà. Soltanto così è possibile monitorare il territorio: il sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo ha invitato tutti i presenti in sala a essere desti. “Lo scopo di questo dibattito non è certamente quello di creare allarmismi, al contrario occorre dare responsabilità i cittadini”. L’assessore all’ambiente Antonio Prezioso è sulla stessa lunghezza d’onda del primo cittadino. “Nonostante la città di Atripalda non si trovi nelle stesse condizioni delle zone del napoletano e del casertano bisogna lavorare in sintonia con la gente. L’amministrazione è sempre stata vicina ai problemi legati all’ambiente e lo sarà sempre”.
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