Calato il sipario sulla prima edizione del Carnevale, il coordinatore dell’organizzazione lancia un appello a tutte le associazioni cittadine a collaborare per creare altri eventi: Atripalda è nostra, non lasciamola morire
Il presidente è raggiante, già pronto a ricominciare. La tensione ha lasciato il posto alla soddisfazione e sia Gerardo Iannaccone, che la prof.ssa Carmelina Di Paolo sono finalmente sereni e sorridenti. La prima edizione del Carnevale di Atripalda è finita lasciando dietro di sé un buon ricordo e grandi sorrisi. Non sono mancati, e non poteva essere altrimenti, momenti in cui sembrava che la malasorte volesse per forza diventare protagonista: il maltempo, le casse acustiche che non funzionavano, le polemiche ad ogni costo. Alla fine, invece, è rimasta tanta allegria e tanta voglia di riprovarci: «Ringrazio tutti quanti - afferma Gerardo Iannaccone, il presidente della associazione Adelpa, organizzatrice dell’evento - e quando dico tutti è inutile aggiungere chi perché ognuno sa cosa ha fatto e cosa ha dato per la buona riuscita del Carnevale. E ringrazio anche chi ha trovato il modo per polemizzare perché ci spingerà a fare ancora meglio per il futuro. E aggiungo di essere grato soprattutto a tutti coloro che ci hanno aperto le porte, avendo capito che stavamo cercando di fare qualcosa per la città. Oggi sono più convinto che mai che c’è tanta voglia di fare: non servono soldi, ma solo tanta dedizione e tutto si può fare. In questi due mesi ho trovato tanta disponibilità, tanta voglia di non deprimersi, tanta voglia di riappropriarsi della città. L’unica cosa che serve è un’idea e la voglia di realizzarla, il resto è secondario. Anche perché Atripalda è nostra, non di qualcun altro. I politici sono distratti da altre cose, ma noi abbiamo il dovere di crederci perché non possiamo lasciare che Atripalda diventi un posto da cui andar via. La burocrazia non ci deve spaventare, né è necessario spendere tanti soldi per organizzare qualcosa di buono. Con questa convinzione faccio appello a tutte le associazioni cittadine, ai comitati, alle confraternite, a unire le forze per cercare tutti insieme di risollevare la nostra città. Nei prossimi giorni mi preoccuperò di contattare tutti i rappresentanti dei sodalizi cittadini per organizzare una riunione nella quale discutere e decidere insieme in che modo possiamo aiutarci a vicenda. Se ogni associazione metterà a disposizione tre persone potremo formare un gruppo di cento persone animate dallo stesso obiettivo. Anche i comitati festa vanno ripensati. Personalmente - conclude il presidente - non sarei mai disponibile a guidare un comitato festa, ma se uniamo le forze è possibile fare molto di più con molto di meno. Non mi vedrete mai spendere trentamila euro per organizzare una festa di tre giorni, piuttosto vorrei organizzare un mese di eventi con molti meno soldi».
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sei stato grande