Naturalmente questo mio scritto è a commento della lettera che denigrava la mia scuola. Sono indignata perché ciò che ho letto mi ha ferito. La mia scuola è stata presentata non solo come sporca, ma come luogo in cui insegnanti e preside non se ne fregano nulla e questo non è vero. Certo è una scuola con tanti problemi, ma tutti ci diamo un gran da fare. Quale scuola non ha problemi? È vero che alcuni locali non hanno un alto grado di pulizia, ma andiamo ad analizzare il perché: i tagli hanno ridotto il personale che del resto viene assegnato in rapporto alla popolazione scolastica e non in base ai metri quadrati che nella nostra scuola abbondano; non abbiamo mai avuto il bidello della palestra. Come risolvere il problema? Parlandone, non sparando nel mucchio e facendo, da una lettera, titoli ad effetto. Io, come tanti miei amici, abbiamo frequentato, nella “famigerata” Masi, un laboratorio di giornalismo per cui ho imparato la differenza tra notizia e gossip. Credo che titolare “La Masi è sporca ecc ecc….” è non stare né nella notizia, né sulla notizia. Mi rivolgo poi ai genitori e dico loro, se la nostra scuola ha problemi, qual è il posto migliore per parlarne? Io credo la scuola e non le pagine dei giornali. Mi viene un sospetto, c’è per caso un secondo fine? E per piacere non dite che sono stata imbeccata dagli insegnanti perché non è vero. L’unica cosa vera è che dopo l’accaduto ho fatto le mie indagini per saperne di più (da brava aspirante giornalista). Spero che pubblicherete questo che ho scritto perché potrà essere anche a scuola spunto di riflessione e di discussione. Spero infine che genitori, insegnanti, bidelli, preside si mettano intorno ad un tavolo per trovare una soluzione, e perché no anche col nostro contributo. Non dimentichiamoci il Comune che molte volte è assente e lontano dai nostri problemi. Per concludere cerchiamo di stare dalla parte della scuola non contro! Grazie
Marianna Tuccia
Allieva orgogliosa della Masi
N.d.D. – Gentilissima signorina, non credo che lei sia stata imbeccata, il suo scritto mi appare assolutamente spontaneo e perciò mi fa piacere risponderle, almeno per la parte in cui lei chiama in causa il nostro giornale. E non per il desiderio di salire in cattedra, né di sostituirmi ai suoi insegnanti di giornalismo, ma solo con l’intenzione di provare insieme a lei ad osservare questa vicenda da un altro punto di vista. Il caso - come certamente saprà - è stato immediatamente e brillantemente risolto, forse anche perché era diventato di dominio pubblico. Dunque, la notizia c’era, non è stata smentita perché non poteva esserlo, anzi, chi l’ha denunciata (un gruppo di genitori) ha ritenuto opportunamente di ringraziare quanti si sono poi attivati per risolvere la situazione. E noi non ne abbiamo tirato fuori alcun titolo ad effetto, abbiamo solo ripreso una frase inclusa nella lettera, senza forzature, non nascondendo, questo sì, il nostro stupore per i suoi contenuti. Ed, in questo caso, non si è trattato di gossip, un genere di giornalismo che le consiglio comunque di rivalutare perché, non solo è faticoso e dignitoso come gli altri, ma anche perché spesso ha portato all’attenzione della pubblica opinione immoralità che hanno costretto personaggi molto importanti a farsi da parte. Lei fa bene a credere nella scuola ed esserne orgogliosa, ci credo anch’io, ma creda un po’ di più anche ai giornali (tra l’altro, mi pare di aver capito che aspiri proprio a diventare una giornalista) perché raccontano la nostra storia e contribuiscono a tenere in vita la nostra democrazia. E sia orgogliosa anche di essi. Tutti li apprezzano e li invocano quando si occupano degli altri, altrimenti li detestano e li sospettano... Un giornale, invece, resterà sempre una parte insostituibile della nostra comunità e delle sue istituzioni, anche quelle scolastiche, ma se ne nascondesse i difetti finirebbe per non rispettarle. Questo giornale non ha mai tradito nessuno. Sono altri, forse, che tradendo questo giornale in fondo tradiscono sé stessi. (G.R.)