Considerato il notevole apprezzamento, la mostra di foto di cinquant’anni fra i banchi di scuola è stata prorogata fino al 15 ottobre. Intanto, la Dogana dovrebbe essere presto riconsegnata al Comune
La Dogana dei grani sta per essere restituita al Comune di Atripalda. La notizia, già nell’aria da alcuni mesi, può definirsi pressoché ufficiale. L’attuale reggente della Sovrintendenza ai Bsae (Beni Storici Artistici Etnoantropologici) di Salerno e Avellino avrebbe deciso, infatti, di rinunciare definitivamente alla convenzione che prevede altri dieci anni di utilizzo dell’immobile per ragioni prevalentemente economiche.
Alcuni mesi fa una ispezione disposta dal Ministero del Tesoro, avrebbe evidenziato la necessità di una serie di interventi urgenti per circa 500mila euro, in particolare di adeguamento alle norme sulla sicurezza (impianto elettrico ed antincendio) e di rifacimento sia della copertura che delle facciate. E la Sovrintendenza, non avendo le risorse per farlo, si vedrebbe costretta a “restituire” l’ottocentesca struttura al Comune di Atripalda.
La “consegna delle chiavi” dovrebbe avvenire entro a fine dell’anno, dopo che i reperti e le opere attualmente ospitati nella struttura saranno trasferiti presso altre sedi, fra cui l’ex carcere borbonico di Avellino ed i locali sottostanti l’edificio scolastico di via Manfredi oppure restituite alle chiese di provenienza. E’ probabile, tuttavia, uno slittamento dei tempi di qualche mese considerata la complessità di un trasloco che costerà certamente alcune decine di migliaia di euro. Un’ulteriore conferma arriva dalla assenza di programmazione per i prossimi mesi. Fino a dicembre, infatti, non è prevista alcuna esposizione o iniziativa mentre “Classi 1950/2000”, la mostra allestita dalla Pro Loco, ha registrato e sta ancora registrando notevoli riscontri di apprezzamento e partecipazione.
Oltre 170 foto in cui si riconoscono circa quattromila Atripaldesi divisi in tre generazioni sono costantemente osservate da circa due settimane a questa parte, ogni giorno. E la mostra sarà visitabile almeno fino al 15 ottobre: «Siamo decisamente soddisfatti - esordisce il presidente della Pro Loco, Lello Labate -, il flusso di visitatori si mantiene costante dopo il picco di 800 visite registrato sabato scorso, grazie al prolungamento fino a mezzanotte dell’orario di chiusura della Dogana, ma soprattutto registriamo la gioia e le emozioni che le foto in mostra stanno offrendo a tutti coloro che le guardano, anche a chi non c’è, risvegliando il senso di appartenenza alla stessa comunità. Molti tornano anche più di una volta per guardare le foto ancora meglio. E anche i custodi della Dogana ci testimoniano di non aver mai visto santa gente e sono contenti perché abbiamo reso l’edificio un luogo di aggregazione molto frequentato. Non vorremmo apparire immodesti, ma siamo convinti che la nostra iniziativa sia stata di gran lunga l’evento di maggior successo di tutta l’estate».
Qualche episodio particolare?
«Un giorno due ex compagni di classe, Giuseppe Di Rito e Saverio Del Gaizo, si sono incontrati dopo almeno quarant’anni proprio davanti alla foto della loro classe: è stata una grande emozione per loro e per tutti noi. Ma anche i commenti che i visitatori stanno lasciando sul registro sono molto toccanti, in alcuni casi dettati dal cuore, come uno che recita: senza memoria non c’è futuro. C’è bisogno di riscoprire chi eravamo, ancor di più oggi che la globalità ci sradica».
Progetti?
«Senz’altro quello, a medio termine, di stampare un libro che contiene tutte le foto, e anche altre, esposte in Dogana. L’iniziativa è piaciuta molte crediamo valga la pena curarne la pubblicazione».
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