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Mortalità per cancro, Atripalda oltre la media. Ecco i dati

Il Centro ricerche oncologiche di Mercogliano ha pubblicato uno studio che non fa stare tranquilli

Il direttore del Crom, Tonino Pedicini

I dati sulle morti ad Atripalda causate dal cancro destano preoccupazione. Mercoledì scorsio, infatti, è stato presentato al Centro Ricerche Oncologiche di Mercogliano (Crom) l’Atlante di mortalità per cancro in provincia di Avellino, uno studio effettuato attraverso i dati, comune per comune, che vanno dal 2006 al 2011 ed è emerso che, dopo Solofra e Avella (106,2) è Atripalda ad avere il Rapporto standardizzato di mortalità (SMR) maschile per cancro più elevato (102,4). Decisamente migliori, invece, gli indicatori che riguardano le donne (SMR pari a 62,5) e che fanno scendere Atripalda al nono posto fra i comuni irpini.

Lo studio ha anche disaggregato i dati per patologia tumorale, distinguendoli fra polmone, colon-retto e mammella, facendo emergere che, sempre ad Atripalda, fra gli uomini il tumore che ha fatto maggiori vittime è stato quello al colon-retto (SMR pari a 114,9, secondo comune irpino) mentre fra le donne quello che ha colpito i polmoni (SMR pari a 88,1, terzo comune irpino). Naturalmente si tratta di studi e dati che andrebbero “maneggiati” con estrema cura e portati all’attenzione degli esperti, tuttavia durante il convegno di presentazione sono state fatte alcune dichiarazioni importanti: «In questo particolare calcolo se otteniamo un numero inferiore al 100 siamo tranquilli, viceversa c’è allarme - ha spiegato il direttore dell’Istituto dei tumori di Napoli e del Crom di Mercogliano, Tonino Pedicini -. I dati sulle morti causate dal cancro ci dicono che la provincia di Avellino è tra le aree più salubri della Campania. La zona più critica è quella che circonda il comune di Solofra ma è un dato che ci aspettavamo per la presenza del polo conciario. Questo studio parla dei singoli comuni e non delle aree. Non abbiamo, quindi, un dato che riguarda la Valle del Sabato per monitorare l’incidenza dell’ex Isochimica. Di sicuro il problema in quella zona c’è e di analisi sulla regione e sulle province ne sono stati compiuti tantissime: i dati esistono, basta saperli e volerli usare. Posso solo aggiungere - ha concluso Pedicini - che chi si ammala in Campania ha 5, 6 punti in meno di sopravvivenza rispetto alla media nazionale. Succede per due ordini di motivi: ritardi nello screening portano a scoprire in ritardo la malattia e in più c’è un difficile accesso alle cure».

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Commenti  

 
#1 atripaldese 2014-10-27 13:51
Invece di pensare a questa emergenza, si pensa al centro servizi e palazzo Caracciolo.