Martedì, 16 Lug 24

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Pennella prova a guarire i mali della burocrazia

Oggi pomeriggio, alle 18:30, alla Camera di Commercio di Avellino sarà presentato l’ultimo libro del nostro concittadino, con prefazione di Sabino Cassese

Giovanni Pennella in una foto d'archivio

Anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha letto con interesse l’ultimo lavoro di Giuseppe Pennella, Il corpo burocratico amministrativo. Blocco storico per la competitività del Paeseedito da Graus. Pennella ,65 anni, atripaldese, già vice direttore generale del Formez, direttore del Centro delle Nazioni Unite sulla cooperazione internazionale in materia di innovazione amministrativa tra Europa e paesi del Mediterraneo, autore di volumi ed articoli internazionali sui temi delle riforme amministrative con un approccio economico-comparativo internazionale, presenterà il suo ultimo lavoro oggi, 2 dicembre, alle ore 18:30 presso la sede della Camera di Commercio di Avellino in Piazza Duomo. Coordinatrice della presentazione Angela Spagnuolo, presenti Luigi Fiorentino, Guido Melis, Domenica Sarno e Sabino Cassese, membro della Corte Costituzionale e Presidente del Centro Guido Dorso, considerato il massimo esperto mondiale sulle pubbliche amministrazioni (domani sarà premiato Irpino dell’anno).

L’idea di fondo presente nel volume è che l’amministrazione burocratica monolitica e conservatrice abbia rappresentato un blocco storico alla competitività determinando, in tal modo, un colpo decisivo al mancato sviluppo e crescita del nostro paese. Pennella sottolinea: «Le analisi serrate pregnanti fondate su comparazioni e confronti internazionali sono finalizzate a dimostrare come l’unica speranza, seppur recondita, possa essere assegnata alla globalizzazione amministrativa vista come un’opportunità e non come un vincolo ed un pericolo. I difetti, i mali della società italiana trovano nel seno dell’amministrazione uno specchio sincronico e simmetrico. La società italiana, in altre parole, sarà quello che l’amministrazione è e diventerà».

Pennella avvalendosi di quella che in gergo viene chiamata la teoria economica della burocrazia evidenzia a tal fine quali sono gli interessi in gioco le anomale e le perverse alleanze che, in questi anni, si sono avviate, consolidate e alla fine cementate tra le burocrazie, il ceto politico, il sistema clericale imprenditoriale e creditizio, tutti corpi sociali rivolti a mantenere lo status quo avvinghiati in una sorta di ballo permanente rivolto consolidare le regressività e non le positività. «La globalizzazione, suggerisce Pennella, può essere, da questo punto di vista, un’opportunità perché permetterebbe di rompere gli schemi consolidati di garantismi e di autotutela dell’amministrazione rivolti alla minimizzazione degli sforzi e a spingersi invece, alla competizione con le altre amministrazioni internazionali per realizzare beni e servizi in un’ottica di maggiore efficienza ed efficacia soprattutto in un sistema come il nostro paese in cui la burocrazia detiene la golden share su metà del Pil italiano attraverso un corrispondente utilizzo della spesa pubblica appunto pari al 50% del Pil».

Il volume si chiude con la formulazione di un insieme di piccole regole di comportamento, di facile applicazione, che potrebbero inserire nel gioco perverso che si ha dinnanzi delle forti contraddizioni tali da far emergere nel corpo monolitico dell’amministrazione quelle forze orientate al cambiamento che pure esistono dentro questo magma monolitico che, per certi versi, appare invisibile perché fino ad ora nessun si è accorto dei grandi problemi che ha determinato alla nostra società contemporanea. Pennella non pensa in cuor suo che tutto ciò sia dietro l’angolo e perciò più volte evoca la ricerca di soluzioni che investano anche giornalmente non solo la sfera dell’essere ma anche quella dello spirito e della moralizzazione di coloro che più volte chiama gli uomini dell’amministrazione come se rivolgesse un appello non solo al corpo amministrativo nel suo insieme ma anche ai singoli uomini che in quell’amministrazione operano.

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