Da qualche giorno dimorano in città una mezza dozzina di extracomunitari provenienti dal Senegal, Mali, Costa D’Avorio e Nigeria sono ospitati in una abitazione cittadina, ad occuparsi di loro una cooperativa del salernitano
Non sono i primi e certo non saranno gli ultimi profughi che troveranno sistemazione e integrazione ad Atripalda, ma l’ultima ondata di extracomunitari provenienti dal cuore dell’Africa non è passata affatto inosservata. Da più di un anno alcuni profughi hanno trovato asilo in città, anche se di quel primo nucleo sono rimaste solo due famiglie ospitate in un appartamento di Via Appia mentre il resto ha preferito proseguire verso il Nord Italia. L’integrazione a volte può essere molto difficile, anche nello stesso nucleo familiare, segnata da litigi sedati solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine. Qualche mese fa altri arrivi, sistemati in alcuni alberghi del circondario, molti dei quali già partiti per il Nord grazie all’intervento delle onlus impegnate nella gestione dell’emergenza. Di quel gruppo di profughi ne sono rimasti una decina, che spesso di sera si vedono passeggiare anche per le strade della città. E in questi giorni altri sei extracomunitari sono arrivati ad Atripalda provenienti dal Senegal, Mali, Costa D’Avorio e Nigeria, in attesa che li raggiungano altri cinque. Per ora la Cooperativa Desy di Castel San Giorgio (SA) che si occupata di questa pattuglia, li ha sistemati in un grande appartamento nei pressi di Via Antonio Mastroberardino, ritenuto idoneo sia dall’Asl che dagli ispettori che seguono l’emergenza, finanziata con leggi europee ed anche da leggi di ogni stato membro. Per ora, grazie ai bandi, gli immigrati vengono assegnati alle cooperative che poi hanno il compito di gestire tutte le pratiche e tutte le esigenze dei profughi, dalla alimentazione, al vestiario, all’alloggio, all’assistenza medica e psicologica, corsi di lingue e altri corsi pratici. Ma quanto costa una giornata tipo dell’immigrato? Lo Stato sborsa 35 euro, che diventano 18 euro con i subappalti, in sostanza la metà finisce nella rete delle associazioni che fanno a gara per gestire l’affare. In Irpinia ogni immigrato costa tra i 27 ed i 30 euro, cioè quanto le coop pagano per gestirli. Poi ci sono anche gli extra che vanno dai 7,50 euro per le famiglie al giorno fino ai 2,50 euro per i singoli che servono per il bus e le ricariche telefoniche. Qualche perplessità nasce dal fatto che gli immigrati si vedono girovagare senza meta per la città, senza la possibilità di poterli inserire con progetti. Ma a che servono questi progetti di integrazione nel tessuto cittadino se alla prima occasione, cioè non appena finiscono i fondi, gli immigrati volano via verso il Nord? Qualcuno non ha nascosto la perplessità sullo stato di salute degli ospiti, ma su questo sono sicuri proprio quelli dell’ASL, visto che dal loro arrivo in Italia hanno fatto più visite e controlli di qualsiasi altro italiano residente.
Commenti