Martedì, 16 Lug 24

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Signore e signori, (ri)ecco a voi i Giaguari (guarda il video)

Carmine Cioppa e Adelson Nutini torneranno ad esibirsi venerdì prossimo, 19 dicembre, ad Avellino, nel salone della Banca della Campania (oggi BPER), mezzo secolo dopo l’esordio con lo storico complesso che da Atripalda arrivò a Sanremo Giovani nel 1969. Primativvù gli ha dedicato una puntata speciale, Raffaele La Sala i suoi ricordi di bambino

Da sinistra: Antonio Silvestri (chitarra), Carmine Cioppa (tastiere), Adelson Nutini (batteria e voce solista), Enrico Silvestri (basso) e Manlio Piccolo (piano)

Quando se ne uscì con la storia di… smacchiare il giaguaro, ad Atripalda non ci volle molto a capire che per Bersani le cose si mettevano maluccio. I Giaguari? Ma proprio il gruppo, la band (una volta si diceva il ‘complesso’) di Carmine Cioppa e Manlio Piccolo (tastiere e cori), Enrico Silvestri (basso e voce) e Tonino Silvestri (chitarra e coro) e Adelson Nutini (batteria e voce solista, il nostro inossidabile Peppino di Capri)? E chi li smacchia… I Giaguari...

Avevano esordito nel salone delle feste della Pagoda, al matrimonio di Gerarda e del maestro, pianista e compositore, Pino Acerra, nel 1964. E scopro che…uà! insomma io c'ero al loro esordio... mentre inconsapevolmente intercettavo la storia musicale d’Irpinia ed oltre. Ero tra gli invitati al rinfresco con la mia famiglia (con la famiglia di Pinuccio - Ciro e Maria Iandoli - che abitava al primo piano di un'antica e misteriosa dimora, che era stata dei Cennamo, c'era una parentela acquisita ed una frequentazione domenicale) ricordo di aver ciondolato a lungo intorno alla batteria, temporaneamente incustodita negli intervalli, e di aver assestato anche qualche furtivo colpo di rullante e di grancassa... e ricordo pure le allegre scorribande nel salone, felicemente tradito da un bicchierone di vermuth ghiacciato. Avevo 11 anni. Un secolo fa.

Ricordo l'aria fresca e pungente della sera, mentre tornavamo dalla Pagoda alla nostra nuova casa in via Tripoli... Poi li ho ascoltati più volte (mai nelle serate importanti ai Damiani, o nelle magie estive della Costiera), più spesso in occasioni private (nelle prove nel ranch-cantina non ancora underground, della villa Limongelli), forse una volta o due anche all’RN&B, il club generosamente sostenuto dai fratelli Gino e Franco Nazzaro, luogo di incontro serale che nel fine settimana regalava l’eco di suggestioni e trasgressioni (quasi sempre innocenti). Ma forse (e pure senza forse) la memoria mi sta portando lontano.

Il fatto è che alla storia dei Giaguari ognuno ha intrecciato inestricabilmente le proprie emozioni ed il proprio vissuto (di amori sbocciati e cuori infranti, di sogni di successo e di passioni… musicali e non solo). Prima erano stati i Royal Principi, poi gli Scheker, e proprio alla fine degli anni ’60 sulla scia di un successo che pareva proiettare i Giaguari sulla scena nazionale, ad Atripalda nascevano complessi musicali, si componevano e scomponevano band (I Divini, I Reali, La quinta dimensione), e poi la galassia di gruppi dai quali emergevano spesso delle interessanti individualità (Pino Puopolo, al basso con gli Acquarius e poi in numerose altre formazioni fino ai Giaguari, Renato Spina ai bongo, non ancora folgorato da Di Giacomo e Murolo, Nicola Gengaro, Gibson, ovviamente alla chitarra).

Il 1969 forse fu l’anno della maggiore visibilità nazionale per i Giaguari che approdarono (e Carmine Cioppa, prima o poi, ci racconterà quella storia) a Sanremo Giovani. Fu, per quanto se ne sa, una traversata epica, della quale ho potuto pubblicare alcuni scatti, con Gigliola Cinquetti e Domenico Modugno e dalla quale nacque, se non ricordo male, anche una esperienza discografica che non è passata alla storia. Ma anche nella musica, le cose cambiavano in fretta e ai nostri mancò il tempo per raccogliere un più largo e meritato successo. E quando forse si trattò di scegliere tra la vita e la musica, tutti scelsero prudentemente la prima.

Sono stato legato da affetto fraterno a Enrico e Tonino Silvestri e a Manlio Piccolo: mi fa piacere ricordarli qui ed ora, insieme a chi - come Carmine Cioppa -, custode di preziose memorie e tuttora protagonista di esibizioni e revival - tenacemente ne perpetua il ricordo ed affida idealmente ai più giovani l’immagine nitida di una città, che anche nelle asprezze della lotta politica e delle contrapposte ideologie, sapeva costruire storie e miti, modelli di aggregazione e socialità. Poi ci ha pensato il terremoto a disperdere e lacerare.

A me di quella stagione rimane il ricordo vivo ed attuale di Enrico Silvestri che cantava... “con quella faccia da straniero”... Ne ho custodito per anni una registrazione… non autorizzata, purtroppo perduta. Sono convinto che non sarà difficile trovare nastri, filmati, documenti e foto inedite. Se ne potrebbe fare un dvd, o un audio libro nell’occasione cinquantenaria. Bentornati, Giaguari.

Raffaele La Sala

La puntata speciale realizzata da Prima Tivvù (prima parte)

(seconda parte)

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