La Via Crucis organizzata dalla Pro Loco è giunta alla 19^ edizione. Il “processo” si volgerà per la prima volta fra le rovine della basilica paleocristiana nel centro storico mentre le “cadute” e la “crocefissione” sulla collina di San Pasquale
Tutto pronto per “Elì, Elì, Lemà Sabachtanì?”, la Via Crucis che si svolgerà questa sera, a partire dalle ore 19:30, giunta alla sua XIX edizione. E’ una delle più antiche tradizioni della comunità della Valle del Sabato, un rituale che si tramanda da oltre un secolo e mezzo e che attira ogni anno turisti e curiosi provenienti da tutto il territorio provinciale e regionale. La rappresentazione, nel tempo, si è arricchita con solenni e al contempo tragici momenti che ha vissuto Gesù prima di imbracciare la croce, come l’ultima cena e il processo alla presenza di Ponzio Pilato. Le fasi salienti della drammatizzazione che la Pro Loco Atripaldese metterà in scena saranno: l’arresto e il processo per la prima volta fra le rovine della basilica paleocristiana di via San Giovanniello, le “cadute” e la “crocefissione" di Gesù sulla collina di San Pasquale. In questi luoghi, tra misticismo e religione, sotto lo sguardo attonito e partecipe di centinaia e centinaia di spettatori, si rappresenterà uno dei più grandi spettacoli di teatro all’aperto della Regione Campania. Da ricerche effettuate, documenti e testimonianze raccolte, la processione del Venerdì Santo è una delle più antiche tradizioni della comunità del Sabato. Si dice di un uomo incappucciato che vestito di bianco e caricato di una croce, cade tre volte per il sentiero che conduce alla sommità della collina cosiddetta di San Pasquale. Un rituale perpetuatosi per più di un secolo e mezzo. Dal 1997 l’uomo incappucciato si è vestito dei panni di Gesù di Nazareth. Tradito da Giuda, è arrestato e processato dai sommi sacerdoti del Sinedrio. Schernito da Erode, condannato dal popolo, Ponzio Pilato lo manda sulla croce. L’incrollabile fede che ispira l’evento, l’incredibile sacrificio che gli dà fiato e la forte tradizione che lo sorregge, rendono unica la rappresentazione sacra. L’associazione Pro Loco Atripaldese, nonostante le difficoltà, cerca con grande entusiasmo di portare avanti la tradizione con tanta passione e con un notevole impiego di risorse finanziarie, grazie soprattutto all’aiuto dello sponsor Miele Giuseppe & Figli e al contributo del 5permille che coprirà parte delle spese, per consegnare ancora una volta alla città e agli accorrenti da ogni dove una delle nostre più interessanti pagine di storia.
DI PADRE IN FIGLIO, NEI PANNI DI GESU’ C’E’ RINO GIOVINO - La Via Crucis è un progetto culturale e di recupero delle antiche tradizioni cittadine che da un decennio vede collaborare la Pro Loco con la struttura artistica Clan H di Lucio e Salvatore Mazza. La regia è affidata a Lucio Mazza e vedrà la partecipazione degli attori professionisti della compagnia del Clan H: Salvatore Mazza nel ruolo di Ponzio Pilato, Luciano Picone “atripaldese doc” sarà il giudice Caifa, Felice Cataldo Erode, Modestino Minichiello vestirà i panni di Hannan, Sabino Balestrieri interpreterà Pietro, Andrea De Ruggiero si calerà nella parte di Giuda, Francesco Teselli nei panni di Matteo, Santa Capriolo sarà la Maddalena, Arcangelo Zarrella il centurione, Laura Tropeano nelle vesti di Procula, Fortunato Trezza sarà Barabba e nel ruolo dei tre centurioni Gerardo Esposito, Mauro Esposito e Claudio Genovese. Il ruolo di Gesù di Nazareth sarà interpretato per la quarta volta da Pellegrino Giovino, come da tradizione familiare, mentre il padre Enrico vestirà i panni del Cireneo. Per quanto riguarda i testi che saranno interpretati dagli attori in scena, si farà riferimento ai dialoghi scritti nel libro “Quid est veritas?”, opera del giudice originario di Lapio Matteo Claudio Zarrella.